RUBEN OSTLUND FRA GLI OSCAR E I NUOVI PROGETTI I quotidiani di oggi dedicano ancora spazio all’assegnazione degli EFA, gli Oscar europei, con interviste ai vincitori. Su Il Messaggero, con un richiamo anche in prima pagina, Ilaria Ravarino ha incontrato Ruben Ostlund, regista di Triangle of Sadness, film trionfatore della kermesse, premiato in quattro categorie (film, regia, sceneggiatura, miglior attore con Zlatko Buric). Già vincitore a Cannes, Ostlund ora punta agli Oscar, ma fa notare che la campagna promozionale per le statuette di Hollywood: “E’ una follia. Tutto uno stringere di mani e pagare gente: c’è un intero business che ci gira intorno. Accompagno il film e lo faccio vedere in posti assurdi, tipo Santa Barbara, dove vivono un sacco di registi in pensione. Vecchietti dolcissimi mi fanno i complimenti. Ma forse vogliono solo parlare con qualcuno”. E se riuscisse a sfondare negli Usa, domanda la Ravarino: “Comunque vadano le cose – risponde il regista – voglio continuare a lavorare con gli stessi produttori e distributori di sempre, che mi hanno aiutato a costruire il mio brand. Sono un tipo di lunghe relazioni”. Nell’articolo Ostlund annuncia anche il suo nuovo film: “Si chiamerà The entertainment system in down (Guasto agli apparecchi di intrattenimento) e si svolgerà in aereo durante una tratta a lunga percorrenza. Poco dopo il decollo i passeggeri ricevono la ferale notizia che le apparecchiature di intrattenimento a bordo non funzionano. Sono perciò costretti, finalmente, a relazionarsi fra loro”. Conoscendo il cinema di Ostlund è facile immaginare conseguenze imprevedibili.
LAURA SAMANI: UN FUTURO IN MUSICA Il Corriere della Sera, con un articolo di Valerio Cappelli, si occupa invece di Piccolo Corpo di Laura Samani, premiata agli EFA come regista rivelazione per l’opera prima Piccolo Corpo. “Sono orgogliosissima – racconta la regista – di questo premio, inaspettato e incredibile: è il coronamento di un anno di fatiche e di felicità collettive. Ogni premio si porta dietro un fardello, questo è pesante, sono felice e impaurita, ci sono aspettative su quello che farò. Sarà del tutto diverso il mio prossimo film: non sono interessata a storie drammatiche su fondali scuri, spero di non deludere. Adoro il pop, il rythm’n’blues, il punk: sarà un film ambientato nella mia Trieste, ci sarà tanta musica perché voglio divertirmi ora. Sarà una storia sul raggiungimento della maggiore età. Noi tutti siamo cross over, non mi sento totalmente italiana, mi piace il collegamento dei confini, sono soprattutto una cittadina del mondo”.
SORRENTINO TORNA A RACCONTARE NAPOLI A proposito di progetti futuri, Il Mattino, con un articolo di Alessandra Farro, annuncia che Paolo Sorrentino sta lavorando ad un nuovo film dedicato al mito di Partenope e alla sua città Napoli. “Nel trattamento, ancora da stendere – si legge – si viaggerebbe nelle diverse epoche, nel tempo, magari incontrando perfino San Gennaro. Il progetto, compreso il titolo, è un work in progress, ma la macchina produttiva è ormai avviata. Le riperse potrebbero partire entro l’estate dell’anno prossimo in città, tra il lungomare, castel dell’Ovo, borgo Marinari, centro storico, l’università, il duomo”. La Farro annuncia anche che protagonista maschile del film sarà Giampiero De Concilio, già visto in Un giorno all’improvviso e Gomorra 5, mentre il principale ruolo femminile, una ragazza ventenne, è ancora da assegnare.
LA SALUTE DEL CINEMA IN CINA E A PARIGI L’inserto Affari&Finanza de La Repubblica dedica due flash alla situazione del mercato sala in Cina e in Francia. Nel primo caso Gianluca Modolo segnala un crollo di presenze del 70% nel mese di novembre 2022 rispetto all’analogo mese dell’anno precedente. “Il totale degli incassi di quest’anno –scrive – è di 28,4 miliardi di yuan, significativamente inferiore ai 47 miliardi di yuan del 2021. Soltanto due dei 42 film (tra nazionali e stranieri) usciti a novembre hanno raggiunto il traguardo dei 100 milioni di yuan… Potrebbero non essere solo i limiti imposti dal Covid a influenzare le vendite di biglietti”. Da Parigi la corrispondenza di Anais Ginori è di tutt’altro tenore: “In un mondo dominato dalle piattaforme – si legge – Parigi rimane la capitale mondiale del cinema, con quasi 400 schermi, tra cui il più grande del mondo, il Gran Rex… Si tratta di un numero quasi pari a quello precedente alla pandemia e dell’8% in più rispetto al 2000. Anche se il destino di alcuni piccoli cinema indipendenti, come il Clef e il Luminor, rimane minacciato dalla speculazione immobiliare, la rete di sala d’essai, unica al mondo, sta resistendo. Il centro di gravità del cinema a Parigi potrebbe spostarsi. Nel 2024, nei pressi dell’Opera, dovrebbe essere inaugurato un mega progetto affidato all’architetto Renzo Piano da Jerome Seydoux, direttore di Pathé”.
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