CHRISTIAN DE SICA: LA COMICITA’ DEVE ESSERE SCORRETTA Difende la comicità scorretta e un po’ becera Christian De Sica, intervistato oggi da diversi quotidiani in occasione della presentazione della commedia Natale a tutti i costi, un cinepanettone ingentilito, diretto da Giovanni Bognetti ,che dal 19 dicembre sarà disponibile su Netflix. “Il politicamente coretto ha castrato tutti i comici. Al cinema i boati negli anni settanta e ottanta c’erano proprio con le battute che oggi non si possono più fare”, racconta l’attore a Giulia Bianconi su “Il Tempo“. E a Gloria Satta su “Il Messaggero” De Sica fa notare: “Se rifacessi le cose di tanti miei film del passato, finirei in galera. Si ride del diavolo, mica di San Francesco. La commedia sono cattive per definizione… ora ne vediamo tante eleganti, ma addio a quei boati che scuotevano i cinema… si salva solo Checco Zalone che è il comico più scorretto che ci sia, se ne frega ed ha un enorme successo. Gli altri stanno abbottonati per non rischiare di perdere i premi”.
IL TEATRO IN PRIMA SERATA RAI Ampio spazio sui quotidiani, con un richiamo in prima pagine su “Il Mattino“, è dedicato a Filumena Marturano, il testo teatrale di Eduardo De Filippo, che, in una nuova edizione firmata da Francesco Amato con protagonisti Vanessa Scalera e Massimiliano Gallo, andrà in onda il 20 dicembre su Rai Uno. Sull’attualità dell’opera interviene su “Il Giornale“ Paolo Scotti che scrive: “Ci sono personaggi che non muoiono mai. Passano i decenni, le attrici si susseguono, ma la storia dell’ex prostituta che difende come una belva la propria maternità, perché i figli non si pagano, continua a toccare il cuore… Coraggiosa o banale che sia la scelta del capolavoro di Eduardo De Filippo – uno dei rarissimi casi di teatro classico mandati in prima serata dalla Rai, escluso quello di nicchia di Rai 5, e chissà perché solo a Natale – resta preziosa. Per l’inalterabile bellezza del testo originario, che il regista Francesco Amato dichiara d’aver integrato ispirandosi alla sceneggiatura del film del 1951 tratto dalla commedia dello stesso Eduardo e per l’indubbia attrattiva popolare esercitata dalla protagonista”.
UNA CHIARA LONTANA DAL SANTINO Fra i film in uscita nel week end, c’è anche Chiara, nuovo ritratto femminile proposto da Susanna Nicchiarelli, che racconta la santa da una prospettiva inedita. Intervistata da Cristina Piccinino su “Il Manifesto“, la regista afferma: “Chiara era una rivoluzionaria. La pratica della povertà per lei non era negoziabile perché dichiarava una protesta contro il potere del denaro, contro una società ingiusta in cui c’era chi aveva tutto e chi non aveva niente. Loro, Chiara e Francesco, non lo accettavano e vi opponevano la possibilità di una vita diversa, con una comunità di persone che non replicava la gerarchia del potere, come accadeva nei monasteri, dove c’erano le serve e le ricche. La loro è una lotta non violenta che non impone nulla a nessuno. E’ una scelta, è la rivoluzione impossibile di chi viveva nelle capanne. Per certi aspetti erano vicini all’anarchia, credevano in una gestione del potere paritaria e questo naturalmente dalle istituzioni ecclesiastiche non era tollerato”.
BIGLIETTI SCONTATI SALE PIENE Su l’edizione romana de “La Repubblica“, Daniele Autieri dà conto dei risultati dell’iniziativa lanciata dalla Regione Lazio che ha permesso di andare al cinema per tre giorni, dal 11 al 13 dicembre, con un biglietto scontato a 3 euro. Sono state 65 mila le persone che ne hanno approfittato, con un aumento del 174% rispetto alle stesse giornate dello scorso anno e un incasso complessivo di 208mila euro. Per gli esercenti, il minore incasso rispetto ai biglietti venduti, è compensato dai 2,5 euro a biglietto assicurati dalla Regione Lazio. Commentando i numeri, Leandro Pesci, presidente dell’Anec Lazio, l’associazione degli esercenti, dichiara: “E’ un grande risultato per il cinema e la cultura, che nasce dalla collaborazione fra privati ed enti locali”.
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Nella rassegna stampa di oggi l'intervista a Lily-Rose Depp, protagonista di Nosferatu, al nuovo Zorro Jean Dujardin e al regista palestinese Rashid Masharawi
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