Good Morning, Cinecittà

Le isole – l’Islanda e Capri – protagoniste: per Ilaria Ravarino su “Il Messaggero” con True Detective e per Alessandra Farro su “Il Mattino – Napoli”, che intervista Jerry Calà. Ma i supereroi?


Le isole sono le protagoniste delle pagine che i giornali di oggi, 28 dicembre, dedicano al cinema e all’audiovisivo. 

TRUE DETECTIVE 4 – Se poi s’approda a Capri, prima si fa tappa in Islanda con “Il Messaggero”: per Ilaria Ravarino che scrive, missione islandese per True Detective, la quarta stagione: Jodie Foster indaga tra i ghiacci (p.28), “un viaggio negli RVK Studios, sul set della serie che stavolta diventa quasi un horror; in queste settimane e fino ad aprile si gira – a pochi chilometri dalla capitale Reykjavik – la quarta stagione della serie di culto, thriller soprannaturale creato nel 2014 da Nic Pizzolatto, e portato al successo dalla coppia di investigatori interpretati da Matthew McConaughey e Woody Harrelson. Trasmesso in Italia su Sky, True Detective 4 (sottotitolo: Night Country, cioè “paese della notte”) sposta per la prima volta il racconto – da sempre ambientato al caldo, tra California e Louisiana – tra le nevi e i ghiacci dell’Alaska, ricostruiti sulle coste dell’Islanda e negli RVK Studios del regista islandese Baltasar Kormakur. Una vera e propria Cinecittà nordica inaugurata nel 2018 e scelta dalla produttrice HBO per ragioni logistiche (buio e ghiaccio non mancano) ed economiche, dato il costo estremamente conveniente dell’energia geotermica islandese, proveniente dal sottosuolo. … L’attrice premio Oscar e la ex pugile Kali Reis dovranno risolvere il mistero della scomparsa dei tecnici da una stazione polare”. 

BINGE WATCHING NATURA – E a proposito di Natura, Katia D’Addona su “Corriere della Sera Pianeta 2030” (p.35), scrive Doc, mini-doc e serie tv: la natura in video, evidenziando una sempre più ricorrente tendenza del guardare-compulsivo “La Natura, con la sua sceneggiatura spontanea e imprevedibile, panoramiche spettacolari e colpi di scena spaventosi e talvolta comici a seconda della parte che l’uomo sceglie di recitare, si candida a nuova tendenza del binge watching. Lo conferma la fondazione da poco più di un anno dell’ong media Ecoflix – che propone programmi e podcast esclusivamente dedicati all’ambiente — e il palinsesto delle piattaforme in streaming più gettonate. Quest’anno la crescente attenzione di produttori e registi sul mondo naturale e i suoi protagonisti ha visto il coinvolgimento di diversi volti noti ai set e alla politica internazionali. C’è l’inconfondibile timbro di voce (nella versione originale in inglese) del Premio Oscar Morgan Freeman ad accompagnare gli spettatori nell’Universo svelato, viaggio in sei puntate nella storia del nostro pianeta, organizzato da Bbc e Netflix con l’utilizzo di telecamere e tecnologia Cgi capaci di portare gli animali delle regioni più remote a pochi passi dal divano. Da qui, ad aprile gli spettatori di Netflix hanno ricevuto l’invito di Barack Obama a immergersi nei paesaggi incontaminati del Nord America attraverso i 5 episodi de I parchi nazionali più belli del mondo. Dalle acque della Baia di Monterey in California alla terra rossa del Parco Nazionale dello Tsavo in Kenya, la voce dell’ex presidente USA, in prima linea nella lotta al cambiamento climatico fin dalla firma degli Accordi di Parigi del 2015, suggerisce con una narrazione premiata da un Emmy di avvicinarsi a questi luoghi con stupore e cura per le nuove generazioni”. Non la sola, ma certamente peculiare: Sky dimostra di dar particolare voce al tema, infatti, dalle righe di D’Addona, s’evince che: “Sempre quest’anno, ad aprire gli occhi sulle conseguenze sociali del cambiamento climatico è stato Pablo Trincia in Esseri umani Lo spettro di Mumbai sul nostro futuro, reportage prodotto per Sky Tg24 da Chora Media. In tre episodi, andati in onda a inizio dicembre e ora disponibili on demand, Trincia descrive venti giorni trascorsi nella megalopoli indiana da 22 milioni di abitanti. ‘Uno dei posti più incredibili del pianeta’ che il giornalista ha visto ‘sull’orlo del baratro’”; e un’attenzione particolare è dedicata anche al nostro territorio, infatti “A dar voce, infine, agli abitanti di queste scenografie naturali sono i documentari con cui Sky Nature ha continuato negli ultimi mesi a dare voce agli animali. Come Il Marsicano — L’ultimo orso che attraverso le incredibili vicende del cucciolo Juan Carrito racconta l’impegno del Parco Nazionale d’Abruzzo nella tutela dell’orso bruno marsicano”.

CINEPANETTONE – Se la Natura ha una stagione mutevole in sé ma perenne in assoluto, così non è quella della Commedia, che però, usualmente, è regina del periodo natalizio e naturalmente fa rima con Cinepanettone, su cui – dalle pagine de “la Repubblica” – scrive lo sceneggiatore Francesco Piccolo: titolo Quei cinepanettoni in cui cerchiamo un tempo perduto (p.32/33). “I cinepanettoni non ci sono più”, sentenzia Piccolo senza giri di parole. “La ragione per cui non ci sono più ha a che fare con il rito collettivo che si consumava dai giorni precedenti al Natale e fino a tutte le feste, con un picco tradizionale nel giorno di Santo Stefano, quando i cinema di tutta Italia si riempivano fino all’ultimo posto disponibile di famiglie, gruppi di amici e migliaia e migliaia di persone che non chiedevano altro che farsi due risate. Erano trame e situazioni elementari, ma efficaci. E assistere in quei giorni a una proiezione era davvero un’esperienza unica. II cinema, in alcuni momenti, quelli deputati allo scoppio delle risate — grazie a equivoci spesso improbabili ma spesso efficaci — aveva una specie di scossa di terremoto, con un fragore di risate, le poltrone che si muovevano all’unisono come se stessero per sradicarsi da terra, il pavimento che sobbalzava. Era l’effetto di una reazione all’unisono … E quindi quei film erano tarati sul rito collettivo, sulle sale strapiene, in cui le risate si contagiavano; e non sono finiti soltanto perché hanno cominciato a incassare poco, ma proprio perché con le sale semivuote il rito perdeva la sua energia contaminante. E quindi ci si è rassegnati ad abbandonarli. Eppure sono durati molti anni. … restano uno dei segni del costume più efficaci. Se si vuol ricostruire un anno specifico, un Cinepanettone regala una enorme quantità di reperti storici. … Li si accusava di qualunquismo, di essere beceri, di abituare il pubblico a un gusto discutibile. Oli si difendeva come un baluardo contro i noiosi seriosi colti snob. Come al solito, sbagliavano entrambi. Non erano dei capolavori comici, e non erano trascurabili — come del resto non può essere trascurabile qualsiasi fenomeno di costume. Si confondeva la causa e l’effetto. Si diceva che il pubblico rispondeva a una richiesta di spensieratezza superficiale. In realtà erano i Cinepanettoni che erano una risposta alla richiesta degli italiani. Un risposta giusta? Sbagliata? Ormai non importa più”. Da segnalare, come un corredo imprescindibile, l’intervista a Enrico Vanzina di Giuliano Foschini, nelle stesse pagine.

JERRY CALA’ – Se di risate (anche amare) si parla, tra i mattatori delle stesse c’è Jerry Calà, che Alessandra Farro intervista per “Il Mattino – Napoli” (p.35), anche lui tra gli ospiti di “Capri, Hollywood”: Pronto a girare il mio nuovo film tra Napoli e Ischia, titola il pezzo, che annuncia il progetto diretto e interpretato dall’artista. “A metà febbraio inizio a girare il mio nuovo film come regista, attore e co-sceneggiatore insieme ad Edoardo Becchi: sarà ambientato proprio a Napoli e avrà un cast quasi interamente composto da attori partenopei, come la produzione con cui ho partorito il progetto, la Vogo Production, una casa indipendente. Parte del film sarà girato nella zona flegrea, prevalentemente a Monte di Procida, poi il set si sposterà in Molise e poi si tornerà in Campania, a Ischia: ho accettato volentieri l’invito del Comune isolano, bisogna riprendere a parlarne non solo per la tragedia che da poco si è consumata”. “Di che cosa parlerà il suo film?”, domanda Farro. “Per il momento non posso svelare né il titolo né il cast, ma la storia racconterà di una star – sarò io? Chi può dirlo che viene rapita”. 

RICCARDO MILANI – Commedia storica, commedia presente, commedia del futuro imminente: Grazie Ragazzi è quella interpretata da Antonio Albanese e diretta da Riccardo Milani – tra l’altro, premio speciale Biglietto d’oro Cinecittà-Anec per i film Come un gatto in tangenziale-Ritorno a coccia di morto e Corro da te -, che intervista Giulia Bianconi per “Il Tempo”: titolo La mia commedia umana nel mondo delle carceri (p.23). Una commedia, quella di Milani, basata sulla pellicola francese Un Triomphe di Emmanuel Courcol, e nelle sale italiane dal 12 gennaio con Vision. “Oggi che cosa le interessa raccontare?”, domanda Bianconi. “Storie sempre aderenti alla realtà, che possano abbracciare un pubblico largo. Quando faccio un film voglio parlare anche a persone diverse da me. Scambiarsi delle opinioni ci arricchisce”. “E Grazie Ragazzi che film è?”, indaga la giornalista. “Mi è capitato diverse volte di presentare i miei lavori nelle carceri e da tempo cercavo una storia che attraverso la commedia potesse raccontare l’umanità di questo mondo con rispetto, mostrandone le potenzialità. Ci siamo riusciti partendo da una pellicola francese. Grazie Ragazzi è una storia che riguarda un po’ tutti, parla del muro che c’è tra l’umanità dei detenuti e il resto del mondo. Il film racconta di un attore che nella vita ha combinato poco e grazie all’incontro con gente che questo mestiere non lo ha mai fatto ritrova un guizzo di passione per il suo lavoro. È un film che parla di quanto il teatro, l’arte e la cultura in generale possano essere fonte di passione e vitalità”. “È il quarto film in pochi anni con Albanese”: e Milani spiega come “Antonio è una maschera capace di adattare la propria anima ai lavori che fa e che sa usare fisicamente il suo corpo in maniera eccelsa. È un attore in grado di filtrare i tormenti dell’animo, del cuore e della testa, che sa raccontare incredibilmente bene le vicende umane e qui ne dà grande prova”.

SUPEREROI – Tra ghiacci, Natura e commedia: i supereroi che fine hanno fatto? Insomma CHESSIDICE IN VIALE DELL’EDITORIA – Cinema Usa, i supereroi non bastano per “ItaliaOggi” (p.18). Sintetica ma focalizzata, la colonnina racconta che “Successi come il sequel di Top Gun hanno sostenuto il botteghino dei film nel 2022, ma fino a un certo punto. I superpoteri di Batman, Doctor Strange, dei Minions, di Maverick e dei guerrieri Na’vi non sono riusciti a salvare Hollywood da un 2022 povero di incassi. I film a grande distribuzione, proiettati in più di 2 mila sale per diverse settimane, hanno guadagnato 7,23 miliardi di dollari in Nord America, quest’anno fino a Natale, secondo Comscore. Con l’arrivo del nuovo anno, il totale degli incassi nazionali per il 2022 si aggirerà probabilmente intorno ai 7,35 miliardi di dollari, sempre secondo Comscore. Eppure, anche se il totale degli incassi nazionali fino a Natale di quest’anno rappresenta un aumento del 68% rispetto al 2021, i ricavi sono ancora inferiori di circa un terzo rispetto al 2019, l’ultimo anno pre-pandemico, quando gli incassi totali del Nord America ammontavano a 11 miliardi di dollari”.

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28 Dicembre 2022

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