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9 GENNAIO Golden Globe su “Il Messaggero” per Gloria Satta, il debutto dei nuovi episodi de I delitti del BarLume: l’intervista a Stefano Fresi sul “Secolo XIX”


Nella rassegna stampa di oggi, 9 gennaio, record, ritorni, Golden Globe, archivi social e nuove tecnologie, tra YouTube e TikTok: dal “Corriere della Sera” che parla dell’eccezionale effetto di Perfetti Sconosciuti al “Secolo XIX” che intervista Stefano Fresi nella serata di debutto di tre nuovi episodi de I delitti del BarLume.  

PERFETTI SCONOSCIUTI – Il 6 gennaio la piattaforma di streaming Netflix ha rilasciato il remake islandese. Una versione danese è prevista per la fine dell’anno. Ma Perfetti Sconosciuti, il film campione di incassi diretto da Paolo Genovese, esiste già, tra gli altri, in greco, spagnolo (Perfectos Desconocidos ha replicato il successo al botteghino dell’originale italiano, diventando il secondo film in lingua spagnola col maggior incasso in Spagna nel 2017: oltre 20 milioni di euro a fronte di un budget di 4 milioni), turco, indiano, messicano, francese, armeno, russo e ungherese. Tanto che al blockbuster del 2016, 30 milioni di dollari incassati in tutto il mondo, premiato con il David di Donatello nella categoria Miglior Film (al Tribeca Film Festival ha invece ottenuto il riconoscimento per la Migliore Sceneggiatura nella sezione International Narrative Competition), sono bastati tre anni per entrare nel Guinness dei Primati come la pellicola con più remake in assoluto nella storia del cinema: 18. Saliti a 20, come riferisce ‘The Economist’, con le versioni islandese e danese. Cosa ha reso Perfetti Sconosciuti un fenomeno globale? si domanda il “Corriere della Sera” nel pezzo di Laura Zangarini, che torna su Il record di Perfetti Sconosciuti, oltre 20 remake – La pellicola di Genovese celebrata anche dall’ “Economist” (p.30). 

GOLDEN GLOBE – L’80ma edizione dei riconoscimenti assegnati dalla stampa estera residente a Hollywood – assegnati l’ 11 gennaio -, tradizionalmente considerati l’anticamera degli Oscar che saranno consegnati il 12 marzo, per Gloria Satta su “Il Messaggero” – in Golden Globe, il ritorno. E poi sarà caccia all’Oscar (p.19) – si tratta di una staffetta. “Siamo arrivati all’80ma edizione e tutti si domandano se i Globe faranno da staffetta agli Academy Award anche quest’anno che, snobbati nel 2021, tornano in diretta sulla rete Nbc con una fisionomia rivoluzionata: ai 93 membri dell’Hfpa, l’associazione della stampa estera, sono stati aggiunti 103 votanti di cui 6 di pelle nera, a gestire le attività c’è una nuova entità (la società del miliardario Todd Bohenly comproprietario dei Dodgers e fresco padrone del Chelsea), sono state approvate rigide regole di comportamento e d’ingaggio, compreso lo stipendio di 75mila dollari all’anno riservato a ciascun membro per evitare che si ‘venda’ alle major. E sono stati finalmente aboliti i privilegi di cui godevano i giornalisti dell’Hfpa come l’accesso prioritario alle interviste e alle conferenze stampa, anacronistico ius primae noctis mal digerito dal resto della stampa”. 

I DELITTI DEL BARLUMEStefano Fresi, nella serata di debutto (su Sky e NOW) di tre nuovi episodi della serie diretta da Roan Johnson, intervistato da Tiz.Leo (p.29) sul “Secolo XIX”, dichiara: “Con gli amici del BarLume sognando la Signora in Giallo”. Lui interpreta Beppe “un grande Lebowski indolente” entrato alla quinta stagione. “Mi sento ormai uno di famiglia, per festeggiare i dieci anni della serie stavolta abbiamo girato tre puntate invece delle solite due … Quest’anno c’è un grande cambiamento nella vita di Beppe, alle prese con due grandi responsabilità – sorride Fresi -. Si ritrova padrone di una parte del bar e papà un tantino ansioso … Sono sei anni che non vedo l’ora di tornare al BarLume, si gira all’Isola d’Elba dove ci raggiungono le famiglie, pur lavorando molto alle cinque finiamo, ce ne andiamo al bar, facciamo anche il karoke. Siamo una famiglia che si muove in gruppo”. 

YOUTUBE e TIKTOK – “la Repubblica” e le nuove tecnologie digitali e il multimediale per Tutto passa tranne YouTube di Flavio Bini (p.24), che scrive: “Nel complesso – una delle sue carte vincenti – YouTube cattura tutte le età, a differenza dei concorrenti. Ne sanno qualcosa i genitori di tutto il mondo che utilizzano il servizio YouTube Kids con i propri figli. Non è un caso che il video con più visualizzazioni della piattaforma, 12 miliardi, sia Baby Shark“’, canzone irresistibile per qualsiasi bambino. ‘Ci sono diverse ragioni dietro questo successo. La prima è la più semplice: essendo di proprietà di Google, YouTube ha avuta una visibilità sul motore di ricerca che altri social non hanno avuto’, spiega Pietro Raffa, amministratore delegato e Head of Digital di MR e Associati. ‘Poi ha capito prima e meglio di tutti l’importanza del mercato dei video. Basti pensare che in Italia oggi l’88,7% di chi è nella fascia 16-64 anni guarda almeno un video a settimana. E poi c’è un tema che riguarda la cosiddetta generazione Z. Si parla di generazione ‘tiktokizzata’ ma in realtà i più giovani sono disposti a guardare contenuti anche di diverse ore sui temi che interessano’, aggiunge Raffa. Non è un caso che da un po’ di tempo a questa parte la minaccia principale per YouTube sia rappresentata da Twitch, la piattaforma di streaming di proprietà di Amazon, che si è imposta per la possibilità di effettuare dirette video”. 

YOUTUBE e GLI ALTRI SOCIAL Stessa testata –la Repubblica”per il commento che Riccardo Luna fa seguire al pezzo precedente di Bini: Nel suo archivio si conserva il film collettivo di cosa siamo, scrive il giornalista (p.25). “Possiamo discutere della possibile fine di Twitter se Elon Musk non troverà in fretta la quadra. Possiamo contare gli anni (non i mesi) per la fine di Facebook il cui declino appare inarrestabile da un pezzo. Possiamo persino immaginare un mondo senza Google e forse anche senza Wikipedia se la formidabile intelligenza artificiale ‘chatGPT’ diventerà davvero il nuovo oracolo digitale a cui fare domande sul web. Possiamo fantasticare questo e altro ma probabilmente non ‘un mondo senza YouTube’. Non che non si vedano le rughe, dopo diciotto anni di onoratissimo servizio per due miliardi di utenti. Non che la concorrenza di TikTok non si faccia sentire, in termini di tempo speso sulle rispettive piattaforme e quindi di ricavi. Eppure YouTube sembra avere una solidità intrinseca che altre grandi aziende della Silicon Valley non hanno e che gli ha consentito fin qui di attraversare i nostri innamoramenti per Whatsapp o Instagram e persino Linkedln, restando centrale. Un sito dove si capita quasi ogni giorno. Qualcuno ha ipotizzato che dietro questa ‘resilienza digitale’ ci sia soprattutto la capacità di adattarsi, di evolvere e quando necessario di tornare indietro e ripartire. Lo dimostra il fatto che l’elenco delle funzionalità rimosse è molto più lungo di quelle introdotte ma questo è il risultato di una precisa strategia per stare al passo con i tempi: si ipotizza una nuova funzione, si mette online, si misurano i risultati nel comportamento degli utenti e se per qualche ragione non va si elimina”.

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09 Gennaio 2023

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