KEVIN SPACEY A TORINO – Un divo che gironzola per i portici di Torino non passa certo inosservato, per questo su molti quotidiani il nome di Kevin Spacey compare insistentemente. L’attore, infatti, si trova nella città della Mole per tenere una masterclass il prossimo lunedì. Cristina Palazzo su “La Repubblica Torino” descrive gli effetti che la presenza della star provoca sui cittadini: “Come successe nel 2021, quando nacque la pagina Facebook ironica ‘Gente che vede Kevin Spacey a Torino’, una piccola community che dimostra come sia un attore idolo. Già da mercoledì, infatti, sui social sono tornati i selfie con lui in centro, chi ha raccontato di averlo visto nello storico locale Florio, chi invece lo ha atteso davanti all’hotel in centro dove alloggia, il Principi di Piemonte”.
“Poi sposti l’attenzione un po’ più in là e trovi un mondo che dice ‘no’ a questo evento” sottolinea Lodovico Poletto su “La Stampa”, parlando di un vero e proprio “schiaffo al #metoo” vista la presenza di un attore ancora imputato per molestie sessuali su tre uomini. Nel suo pezzo troviamo le dichiarazioni di alcuni esponenti di movimenti femministi come Cinzia Spanò di Amleta, Laura Onofri di Se non ora quando e Gigi Malaroda di Maurice, a cui non fa mancare le risposte di Enzo Ghigo, presidente del Museo del Cinema, e Steve Della Casa, direttore del Torino Film Festival.
ANCHE IO: per restare in tema #metoo, segnaliamo il pezzo di Lorenzo Ormando su “La Repubblica – Venerdì” relativo al film Anche io (She Said) che ripercorre l’inchiesta giornalistica che inchiodò ai suoi crimini Harvey Weinstein. Nel pezzo si dà voce alla regista Maria Schrader: “Tra tutte le persone che conosco non credo che ci sia una sola donna che non abbia sperimentato sulla propria pelle, in qualunque settore, intimidazioni, abusi e sessismo: siamo state educate a pensare, del resto, che fosse una delle regole del gioco”.
BABYLON: I giornalisti italiani hanno visto l’anteprima nostrana di uno dei film più discussi della stagione Babylon. Secondo Stefano Pistolini è prevedibile una “pioggia di statuette” per l’ambizioso film di Damien Chazelle, a cui dedica una lunga e approfondita intervista su “La Repubblica – Venerdì“. “In Babylon racconto Los Angeles e l’industria del cinema nel momento della rivoluzione provocata dall’avvento del sonoro e dall’arrivo dei grandi capitali: le cose, da lì in poi, non sarebbero più state le stesse. – spiega il regista – Ma oggi è già in corso un altro cambiamento: stiamo rinunciando al grande schermo e alla sala buia. Si può star certi che il cinema non sarà più come prima”.
Teresa Marchesi su “Domani”, dal canto suo, lo definisce “un affresco seducente ma superficiale”, che “ha risvegliato il bacchettone che sonnecchia nel profondo di molti critici americani”. Giulia Bianconi su “Il Tempo” parla invece di “un’ambiziosa ode alla Hollywood di cento anni fa. “Se Babylon osa troppo in immagini e contenuti, – scrive – la parte migliore del film, oltre alla colonna sonora a firma di Justin Hurwitz, premiato pochi giorni fa con il Golden Globe, sono sicuramente i protagonisti”.
KORE-EDA SU NETFLIX – Riccardo Staglianò su “La Repubblica – Venerdì” intervista il grande autore giapponese Hirokazu Kore-eda che ha realizzato la serie Netflix Makanai, storia di due ragazze proveniente da un villaggio rurale che arrivano a Kyoto per diventare apprendiste maiko, ovvero “perfette intrattenitrici dedite alle arti”. Il regista spiega il motivo che lo ha spinto a raccontare questa storia: “si tratta di una comunità stretta a dispetto dell’assenza di legami di sangue. Molte nostre antiche culture, soprattutto quelle che tramandano le arti, attribuiscono scarsa importanza al sangue. Ed è proprio una comunità del genere che potrebbe mostrarci la strada di come vivere in un mondo post-Covid”.
THE LAST OF US – TRA VIDEOGAME E SERIE – Stefania Ulivi su “Il Corriere della Sera” la definisce una “nuova ondata”. Si tratta della tendenza ormai imperante degli adattamenti da videogioco a serie tv e film. Il pretesto è chiaramente l’uscita ormai prossima (16 gennaio) dell’attesa The Last of Us, vista come “un ulteriore passo in avanti nella compenetrazione tra due universi sempre più contigui”. Nel pezzo si dà voce agli autori della serie targata HBO Druckman e Mazin e al protagonista Pedro Pascal per arrivare ad affrontare il complesso legame tra arte videoludica e cinematografica.
ANTONIO ALBANESE Nicola Santini su “L’identità” intervista Antonio Albanese in relazione al suo ultimo film da protagonista: Grazie ragazzi, diretto da Riccardo Milani. “Ho capito subito il valore di questo film sin dalla prima lettura del copione, – racconta l’attore – visto che nel corso del racconto si assiste a una vera e propria ascesa verso la gioia e la felicità, ho trovato molto stimolante l’opportunità di poter parlare di come l’arte possa migliorare le persone e creare pace e serenità”.
CALL MY AGENT – Su “La Repubblica -Venerdì” troviamo anche un lunghissimo approfondimento ad opera di Paola Jacobbi sulla serie Sky Call My Agent – Italia, incentrata su “segreti e bugie, vizi e richieste folli” dei protagonisti dello star system italiano. Il pezzo si intitola “Ogni attore un capriccio” e riporta dichiarazioni di personalità come Paolo Sorrentino, Corrado Guzzanti e Paola Cortellesi, che insieme a tanti altri divi italiani interpretano loro stessi nella serie in arrivo il 20 gennaio.
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