LAMBORGHINI – Arriva su Prime Video da domani il film Lamborghini, the Man Behind The Legend di Bobby Moresco. Ne parlano Giorgia Petani su “Libero” ed Egle Santolini su “La Stampa”, secondo cui “Immerso in una luce mielata che invade i vigneti, le piazze di Cento e perfino le officine, Lamborghini è intinto in quell’estetica italo-americana che sembra indispensabile per attraversare commercialmente l’Atlantico”.
GUADAGNINO AL SUNDANCE: Sara Frisco su “Il Giornale” sottolinea la presenza al Sundance Film Festival di Luca Guadagnino per ricevere il Sundance International Icon Award. Proprio ospitando Chiamami col tuo nome, il festival partecipò al momento più cruciale della carriera del regista. “Anche quest’anno il festival probabilmente cambierà vita e carriera di qualche altro giovane artista sconosciuto. – si legge – Su un centinaio di titoli in cartellone, trentadue sono di filmmaker al loro debutto, e venti di questi sono donne”.
L’EREDITÀ DI LOLLO – Giuseppe Scarpa su “La Repubblica” torna sul tema più discusso degli ultimi giorni, la morte dell’amata Gina Lollobrigida. Questa volta, però, lo fa da un punto di vista diverso, quello economico, analizzando nel dettaglio chi potrebbero essere i beneficiari del testamento della diva. “Il faro è puntato soprattutto sul suo giovane segretario tuttofare che per 13 anni, fino all’ultimo, ha accompagnato la Lollo. Si tratta di Andrea Piazzolla, 34 anni. L’uomo è sotto processo per circonvenzione d’incapace, venerdì si terrà una delle ultime udienze”.
KEVIN SPACEY – Giulia Bianconi su “Il Tempo” torna a parlare del premio conferito a Torino a Kevin Spacey, raccontando anche il momento di confronto concesso alla stampa in seguito alla masterclass, in cui è stato “impossibile porgli quesiti che implicassero in qualche modo la sua situazione legale, difficile farlo rispondere anche sul suo rapporto con media e social (lui, vittima della cancel culture)”. L’attore ha preferito rispondere su domande legate strettamente al suo mestiere: “Recitare mi ha dato la possibilità di entrare nei panni e nella mente di tante persone, di capire i loro conflitti. È un’arte incredibile, che ti permette di sviluppare empatia e imparare molto sull’essere umano”.
MOLESTIE E IPOCRISIE – Restando sul tema molestie, sicuramente farà discutere il pezzo “Molestie, cinema, ipocrisie” di Lucetta Scaraffia su “La Stampa”, che parla dell’argomento senza peli sulla lingua. Partendo dall’assunto che il 40% dei registi sarebbero molestatori, si chiede “Ma non viene in mente a nessuno, a questo proposito, che forse le attrici siano le più propense a parlare per ovvie ragioni di pubblicità?” Per poi dare una sua personale e approfondita risposta. “In un Paese come il nostro, – si legge nel pezzo – dove la concorrenza meritocratica è poco praticata, e dove molto spesso sono i figli a godere di corsie privilegiate nelle professioni praticate con successo dai genitori, la promozione diciamo così per merito sessuale mi sembra meno disonorevole”.
QUEL “BAD GUY” DI MESSINA DENARO – Cronaca e cinema si fondono su “La Repubblica – Palermo” con l’intervista di Mario Di Caro a Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi, i registi della serie Amazon Prime Video The bad guy, che commentano l’arresto del boss Matteo Messina Denaro. “Questo paradossalmente è più affascinante di quello che abbiamo raccontato noi, la realtà ha superato la fantasia in termini di grottesco: il fatto che un boss facesse tutto alla luce del sole è stato molto più spettacolare della nostra serie e dà la dimensione del problema della latitanza”.
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