“È stata una sua decisione, ed era importante per lui che si sapesse”: la causa della morte di Jean-Luc Godard, avvenuta il 13 settembre all’età di 91 anni, non sarebbe stata naturale. Il regista “non era malato, era semplicemente esausto” a causa di diverse patologie invalidanti e, per questo, avrebbe scelto di andarsene pacificamente utilizzando il suicidio assistito in una clinica apposita in Svizzera, paese in cui questo procedimento è legale. Lo conferma Patrick Jeanneret, consigliere della famiglia Godard.
Il regista è andato “In fondo alle sue convinzioni”, scrive Libération, ricordando che il regista si espresse a favore di questa pratica in occasione di un’intervista nel 2014 a margine del Festival di Cannes. “Non ho l’ansia di proseguire ad ogni costo. Se sono troppo malato, non ho alcuna voglia di venire trascinato su una carriola.” Secondo quanto riportato dal critico cinematografico Jean-Luc Douin, nel libro Jean-Luc Godard. Dictionnaire des passions, “Godard era affascinato dal suicidio”, tanto che “conservava una lametta da barba nel portafogli”. Proprio oggi, per una strana coincidenza del destino, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato l’avvio di una consultazione pubblica sul tema del fine vita, con l’obbiettivo di unapossibile legalizzazione del suicidio assistito entro fine 2023.
Il tema dell’eutanasia è stato toccato anche di recente dall’attrice italiana Stefania Sandrelli, ospite a Venezia 79 per presentare il film Acqua e Anice. “Non si parla di morte quando si parla di eutanasia, si parla di vita”: ha dichiarato.
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