Torna dal 19 al 28 gennaio il Trieste Film Festival, la rassegna di cinema proveniente dall’Europa centro-orientale, nato alla vigilia della caduta del muro di Berlino, nel 1987.
Sono due quest’anno le aperture: la prima, il 19 gennaio, al Teatro Miela, con Sympathy for the Devil di Jean-Luc Godard, evento inaugurale della retrospettiva “Rebels 68. East’n’West Revolution” e la seconda apertura, il 22 gennaio, con Djam, il nuovo film di Tony Gatlif (Gadjo Dilo – Lo straniero pazzo, Transilvania, Vengo – Demone Flamenco) sull’Europa della multiculturalità e delle migrazioni.
La chiusura, invece, segna il ritorno al Festival di Elisabetta Sgarbi, cineasta, scrittrice ed editrice, che nel documentario L’altrove più vicino conduce lo spettatore in Slovenia tramite i racconti di Paolo Rumiz, del poeta Alojz Rebula, di Claudio Magris e della scrittrice Marisa Madieri, che fu sua moglie, esule istriana, accompagnati dalla musica dell’orchestra meticcia diretta dal Maestro Igor Coretti-Kuret e dai brani dello scrittore Boris Pahor, interpretati da Toni Servillo.
Il nucleo centrale del programma è composto da 3 concorsi internazionali dedicati a lungometraggi, cortometraggi e documentari, i cui vincitori saranno scelti dal pubblico del Festival.
Sono 9 i film che compongono il Concorso internazionale lungometraggi, i road movie Kratki Izlet (Una breve gita / A Brief Excursion) dell’esordiente croato Igor Bezinović; Out dello slovacco György Kristóf, applaudito al Certain Regard dell’ultimo Festival di Cannes; Frost del maestro lituano Sharunas Bartas; il polacco Zgoda (Riconciliazione / The Reconciliation) di Maciej Sobieszczański; lo sloveno Rudar (Il minatore / The Miner) di Hanna Slak; Soldatii. Poveste Din Ferentari (Soldati. Una storia da Ferentari / Soldiers. Story from Ferentari) di Ivana Mladenović; Breaking News (Edizione straordinaria) di Iulia Rugină e Dita Ze Fill (Le prime ore del giorno / Daybreak) di Gentian Koçi, candidato dall’Albania all’Oscar e Aritmija (Aritmia / Arrhytmia) di Boris Chlebnikov.
Fuori concorso, oltre ai citati Djam e L’altrove più vicino, sono altri 6 i titoli selezionati come Eventi Speciali di questa edizione: Krotkaja (Una creatura gentile / A Gentle Creature) di Sergej Loznica – già vincitore del Trieste Film Festival nel 2013 con Anime nella nebbia; Jupiter Holdja (La luna di Giove / Jupiter’s Moon) dell’ungherese Kornél Mundruczó; The Prince and the Dybbuk di Elwira Niewiera e Piotr Rosołowski, vincitore del Premio Venezia Classici per il miglior documentario sul cinema e Bora su Trieste, girato nel ‘53 da Gianni Alberto Vitrotti, premiato al Festival di Venezia lo stesso anno.
Il Concorso internazionale Documentari propone 9 titoli, in anteprima italiana. Di questi, 4 affrontano il mondo dello sport: Over the limit della polacca Marta Prus, Ultras di Balázs Simonyi, Wonderful Losers: A different World di Arūnas Matelis, coprodotto e distribuito in Italia da Stefilm. A seguire Playing Men dello sloveno Matjaž Ivanišin, Strnadovi (Storia di un matrimonio / A Marriage Story) della ceca Helena Třeštíková – a cui il TSFF ha dedicato un omaggio nel 2010 – e Druzina (La Famiglia / The Family) dello sloveno Rok Biček, Druga Strana Svega (L’altro lato di ogni cosa / The Other Side of Everything) di Mila Turajlić e 2 film rumeni, Ouale Lui Tarzan (I testicoli di Tarzan / Tarzan’s Testicles) di Alexandru Solomon, e il documentario – saggio Țara Moarta (La nazione morta / The Dead Nation) di Radu Jude.
Nella sezione cortometraggi sono state selezionate 15 opere in concorso per il Premio TsFF Corti: tra questi, Miss Sueño di Radu Potcoavă, il cipriota Aria di Myrsini Aristidou e il lituano By the pool di Laurynas Bareiša, entrambi in concorso all’ultima Mostra di Venezia, il greco Copa-Loca di Christos Massalas, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes e il croato Into the blue di Antoneta Alamat Kusijanović, presentato alla Berlinale.
Per il genere di animazione, fuori concorso, l’italiano Malamènti, diretto dall’attore Francesco Di Leva e presentato alla Settimana Internazionale della Critica a Venezia.
Promossa in collaborazione con Sky Arte, che premierà uno dei film della sezione attraverso l’acquisizione e la diffusione sul canale, Art&Sound propone quest’anno 5 titoli in anteprima che esplorano i più diversi ambiti artistici: Ja Gagarin (Io sono Gagarin / I Am Gagarin) della russa Olga Darfy, Soviet Hippies dell’estone Terje Toomistu, Glasnije Od Oruzja (Più forte delle armi / Louder Than Guns) del croato Miroslav Sikavica, Picturesque Epochs dell’ungherese Péter Forgács, il polacco Beksinscy. Album Wideofoniczny (I Beksiński – Un album di suoni e immagini / The Beksińskis – A Sound and Picture Album) di Marcin Borchardt.
Fuori concorso, infine, prodotto e distribuito da Sky, Hansa Studios: da Bowie agli U2 – La Musica ai Tempi del Muro di Mike Christie.
Il consueto Focus “nazionale” quest’anno è dedicato al popolo curdo, raccontato tramite il docu-fiction A flag without a country di Bahman Ghobadi (l’autore di Il tempo dei cavalli ubriachi e I gatti persiani) e i documentari Filles du feu (Figlie del fuoco / Fire’s Daughters) di Stéphane Breton, Meteorlar (Meteore / Meteors) di Gürcan Keltek e Gozyasina Yer Yok (Non c’è posto per le lacrime / No Place for Tears) di Reyan Tuvi.
Confermato anche quest’anno il Premio Corso Salani, che presenta 5 film italiani completati nel corso del 2017 e ancora in attesa di distribuzione: Country for old men di Pietro Jona e Stefano Cravero, ambientato a Cotacachi, Ecuador; Il cratere di Luca Bellino e Silvia Luzi, presentato in anteprima alla Settimana della Critica di Venezia; Karenina & I di Tommaso Mottola, sulle tracce di Tolstoj; Uno sguardo alla terra di Peter Marcias, omaggio al lavoro del documentarista Fiorenzo Serra; L’uomo con la lanterna di Francesca Lixi, sceneggiato in collaborazione con Wu Ming 2.
A completare il programma, la retrospettiva sui 50 anni del ‘68, Rebels 68. East ‘n’ West Revolution, che indaga l’anno cruciale del secondo Novecento da un doppio punto di vista: quello dell’ovest, con autori come Godard, Antonioni, Roeg e Bertolucci, e quello dell’est, con nomi come Pintilie,Dezső, Němec e Žilnik, insieme a Bellocchio, Makavejev e Garrel, che hanno anticipato il ‘68, o che del ’68 si sono nutriti.
Tra gli eventi organizzati dal Festival anche When East Meets West, organizzato insieme Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, che riunirà a Trieste più di 400 professionisti dell’audiovisivo provenienti da oltre 35 Paesi, e Born in Trieste, una sezione aperta al pubblico, dedicata ai film che al When East Meets West hanno iniziato il loro percorso produttivo, tra cui il documentario Biegacze (I corridori / Runners), diretto da Łukasz Borowski.
Per il sesto anno, infine, torna Eastweek – Scriptwriting Workshop for New Talents, il principale progetto annuale dedicato ai nuovi talenti nel campo cinematografico dell’Europa centro orientale, in collaborazione con il festival internazionale di Karlovy Vary e il Film Center Serbia.
Tra gli eventi collaterali, il nuovo progetto dedicato alla realtà virtuale e al video immersivo a 360°, TSFF goes Virtual, in collaborazione con il Pag-Progetto Area Giovani del Comune di Trieste.
Prosegue, inoltre, la collaborazione del Festival con il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), che a Trieste premierà A Ciambra di Jonas Carpignano come miglior film italiano del 2017.
Il Premio Trieste al miglior lungometraggio in concorso del Trieste Film Festival è andato al russo Aritmia di Boris Chlebnikov, il Premio Alpe Adria Cinema del concorso documentari al lituano Wonderful Losers: A different World di Arunas Matelis
Il vincitore del Premio Salani 2018 è L’uomo con la lanterna di Francesca Lixi, che racconta l'esperienza dello zio Mario Garau, bancario distaccato in Cina dal Credito Italiano tra il 1924 e il 1935. Ma tutti i cinque film selezionati raccontano spostamenti e spaesamenti
La scorsa primavera è stato a Cannes in concorso con il suo terzo film Jupiter’s Moon. Prossimamente sarà impegnato a Hollywood sul set di Deeper, una grossa produzione MGM in cui dirigerà Gal Gadot e Bradley Cooper, ma nei suoi progetti futuri c’è anche l’adattamento per il grande schermo del romanzo di fantascienza Ghiaccio di Vladimir Sorokin. A colloquio con Kornél Mundruczó, regista ungherese di cinema e teatro, ospite del Trieste Film Festival
Un tema spesso trascurato quello della disobbedienza durante la prima guerra mondiale: lo affronta il documentario di Fredo Valla Non ne parliamo di questa guerra, prodotto da Nadia Trevisan per la Nefertiti Film con l’Istituto Luce Cinecittà e presentato in anteprima assoluta al Trieste Film Festival