Gli indifferenti cent’anni dopo, salvati da una ragazza appena maggiorenne che sfida l’ipocrisia e il perbenismo. Il capolavoro dell’allora 18enne Alberto Moravia, pubblicato nel 1925 (ora in ristampa da Bompiani), diventa una storia contemporanea dal ritmo serrato e dai risvolti inquietanti e inediti nella versione di Leonardo Guerra Seràgnoli. La storia della decadenza di una famiglia un tempo privilegiata e ora minacciata dalle mire di un uomo che vuole appropriarsi della proprietà ma anche in qualche modo dell’anima degli Ardengo. Una vicenda in cui si riflette la deriva drammatica di un intero paese, all’epoca l’Italia già nel baratro del fascismo, oggi chissà…
Il terzo film di Guerra Seràgnoli ci porta in un vertiginoso attico panoramico romano dove vivono la capricciosa e insoddisfatta Mariagrazia Ardengo (Valeria Bruni Tedeschi), donna matura e piacente ma svampita e gelosa, con i due figli, il ventenne Michele (Vincenzo Crea) e Carla (Beatrice Grannò) che sta per festeggiare il suo 18° compleanno. Gli Ardengo non hanno più un soldo, ma continuano a vivere al sopra delle loro possibilità. Li mantiene già da qualche tempo il traffichino Leo Merumeci (Edoardo Pesce), ex dell’amica di famiglia Lisa (Giovanna Mezzogiorno) e attuale amante di Mariagrazia. Ora Leo sta passando all’incasso, interessato non solo all’immobile che progetta di vendere a dei clienti russi, ma anche all’acerba Carla.
“Siamo partiti dalla sensazione di precarietà che il romanzo trasmette – racconta Guerra Seràgnoli, che ha scritto la sceneggiatura insieme ad Alessandro Valenti – i personaggi sono come sull’orlo di un precipizio. Ci siamo mossi su due versanti: la ricerca sulla poetica di Moravia, con i suoi temi della noia, dell’indifferenza, svolti anche nei romanzi successivi; e la riflessione nostra sulla contemporaneità di questi temi”.
Valenti nota le similitudini tra le due epoche: “C’è il senso dell’attesa di qualcosa, che negli anni ’20 sarà il fascismo, ma anche oggi siamo all’orizzonte di un cambiamento epocale, con Macron che parla di fine del neo liberismo. Come reagisce il ceto sociale che si credeva immune dalla crisi e dalla povertà a tutto questo?”.
Rispetto al romanzo, nel film si accentua l’elemento di azione del personaggio di Carla, la giovane che subisce le pesanti avance di Merumeci, fino all’abuso. Un’eco del #MeToo? “La Carla del libro – dice ancora il regista – è una ragazza di 24 anni in ritardo rispetto alle aspettative e che non capisce cosa Leo stia facendo. Noi abbiamo la consapevolezza odierna su questo tema e Carla diventa così un veicolo di liberazione e di speranza, l’unica in grado di rompere ipocrisia e immobilismo”. Per Valeria Bruni Tedeschi: “gli esseri umani non cambiano, ma cambia la società che dovrebbe correggere le mostruosità”. E la giovane Beatrice Grannò (vista in Tornare di Cristina Comencini) aggiunge: “Carla cerca di scardinare i meccanismi cristallizzati nella sua famiglia, ma sono processi che richiedono tanto tempo per capire che ci sono dinamiche non sane. Le ragazze di oggi sono chiamate ad aggiustare le cose prendendo una posizione forte”.
Il 40enne regista (Last Summer, Likemeback) si è confrontato con un mostro sacro come Moravia già adattato da Citto Maselli del ’64. “Moravia mi è sempre stato familiare fin dalle letture liceali di Agostino e Gli indifferenti. Certo, il peso di relazionarsi con un autore di questo calibro, adattato anche da Godard, c’era, ed è stato impegnativo riuscire a portare nel film il suo bagaglio culturale senza sovraccaricare la narrazione”. E il regista sottolinea il lavoro sugli archetipi, che rendono la vicenda piuttosto universale. “Si parla di relazioni che vanno al di là della classe sociale. Oggi non c’è più la borghesia, ma esiste tuttora una classe dirigente, un ambiente in cui si vuole sopravvivere a tutti i costi e tenere in piedi lo status anche se il mondo intorno sta crollando. Sono persone che credono di poter vivere una vita totalmente egoriferita. Un’attitudine deleteria che ha un impatto sui giovani. Il tema non è obsoleto o anacronistico, e contiene anche una provocazione: si spera che qualcuno abbia un desiderio di verità, la voglia di uscire da questa ipocrisia”. Per il giovane Vincenzo Crea “indifferenti sono tutti quelli che vivono dentro dinamiche che danno per scontate e immutabili”. Edoardo Pesce non ha visto il film di Maselli, dove il suo personaggio era affidato a Rod Steiger, e neppure Valeria Bruni, che si è basata molto sul libro: “dà informazioni eccezionali che non si hanno quasi mai in questo lavoro, ci sono descrizioni dettagliate della fisicità di Mariagrazia, del monologo interiore, e anche l’adattamento di Leonardo è semplice, leggero, moderno, ma fedele alla ricchezza del romanzo. Per un attore non c’è che da lasciarsi scivolare nelle braccia dei personaggi”. Edoardo Pesce definisce il suo Leo Merumeci “un provinciale che ha fame di status, non di lusso e ricchezza ma di ascesa sociale. In fondo in mezzo a queste persone anaffettive e anestetizzate, lui è il più disposto ad attaccarsi, ad affezionarsi, è come un bambino non cresciuto che prende un giocattolo che non è suo con la forza”. Per Valeria Bruni Tedeschi, indifferenti siamo tutti. “Dobbiamo prendere coscienza che l’egoismo che ci fa accelerare il passo e voltare dall’altro lato per non guardare ciò che succede di ingiusto e di terribile, sia in famiglia che nella società, è proprio ciò che ci rende infelici”. E per Beatrice Grannò: “I grandi hanno paura di perdere le cose belle che hanno conquistato, mentre i giovani sono vittime di un mondo troppo veloce che porta all’apatia, tra l’altro Carla è una streamer e quindi si muove proprio nel contesto della rete”.
I produttori, Fabrizio Donvito di Indiana e Massimiliano Orfei di Vision, spiegano la scelta di portare il film sulle piattaforme: “E’ un lavoro pensato per il grande schermo – chiarisce Orfei – poi siamo stati travolti da un evento storico senza precedenti come il coronavirus e abbiamo pensato che fosse giusto arrivare al pubblico adesso, perché altrimenti c’era il rischio di metterlo nel cassetto. La distribuzione VOD avrà grande spazio nel futuro per offrire i film al maggior numero di spettatori, senza però dimenticare le sale. Appena riapriranno, saremo al cinema”.
Una riflessione finale di Valeria Bruni Tedeschi sull’impatto della pandemia: “Questa è stata un’occasione mancata per i governi, si poteva dare il posto giusto alla cultura e far sentire che abbiamo bisogno dell’arte come del cibo. Mio figlio, che ha 6 anni, mi ha chiesto l’altro giorno perché le librerie fossero chiuse, visto che i libri sono necessari. La gente ha superato il confinamento grazie ai libri, ai film, all’arte. Oggi lo spettacolo dal vivo è in una situazione disperata, ma penso che appena i cinema e teatri riapriranno, saranno pieni. Mi ha scioccata che il nostro film non esca al cinema, ma poi ho pensato che, mentre siamo bloccati in casa, Gli indifferenti è un’opera catartica, è come ossigeno”.
Gli indifferenti, prodotto da Vision Distribution e Indiana Production, sarà dal 24 novembre on demand su Sky Primafila, Apple Tv, Google Play, Chili, Rakuten, Timvision, Infinity, Miocinema, Iorestoinsala, CG Digital, The Film Club.
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