E’ morto a Roma il regista Giuseppe Ferrara. Nato il 15 luglio 1932, Ferrara è deceduto al Policlinico Umberto I dove era ricoverato. Tra i suoi film più noti, Cento giorni a Palermo del 1984, Il caso Moro del 1986 con un Gian Maria Volontè di incredibile mimetismo, e Giovanni Falcone del 1993. Dedicatosi in modo particolare nel cinema d’impegno civile, spesso caduto nelle maglie della censura e comunque sempre osteggiato, Ferrara ha raccontato la storia italiana in pellicole come I banchieri di Dio – Il caso Calvi del 2002, in cui descrive lo scandalo del Banco Ambrosiano, e Segreto di Stato del 1995, che ha al centro la storia di un funzionario corrotto del Sisde alla quale si collegano l’incidente di Ustica e la strage di Bologna, avvenuti durante l’estate del 1980. Il suo ultimo lavoro, la miniserie poliziesca Roma nuda scritta da Tomas Milian e girata nel 2013 resta ad oggi inedita a causa di dissesti produttivi.
Nato a Castelfiorentino, Ferrara ha iniziato la sua carriera con il film Il sasso in bocca, firmato nel 1969: una denuncia contro la mafia siciliana, girata nello stile del docu-film. Qui ricostruiva alcuni avvenimenti della storia siciliana riprendendo anche la tesi sulla collaborazione tra mafia siciliana e mafia americana, intrecci politici e la morte di Enrico Mattei.
Il sindaco di Roma Virginia Raggi ha deciso, in accordo con i familiari del regista, di allestire una Camera ardente in Campidoglio, presso la sala del Carroccio, martedì 28 giugno, per “rendere omaggio allo straordinario impegno civile di Ferrara, un impegno nel quale non solo le istituzioni ma anche ogni singolo cittadino deve riconoscersi”.
“Con Giuseppe Ferrara scompare un importante autore italiano che sulla traccia di Francesco Rosi ha sviluppato magistralmente i temi e il linguaggio del cinema d’inchiesta. Con i suoi film, i documentari e le serie tv scevri di qualsiasi condizionamento Ferrara ha acceso luci su luoghi e personaggi oscuri, non solo italiani, raccontando con coerenza e coraggio la storia e l’ attualità del nostro Paese. L’Associazione Nazionale Autori Cinematografici , alle cui battaglie il regista del Caso Moro ha partecipato attivamente, lo ricorda con affetto e stima per la sua forza espressiva, l’anticonformismo, la lucidità e l’impegno affinché l’italia sia un paese migliore”. Proprio nell’Anac, Ferrara aveva a lungo e con passione militato.
In accordo con la famiglia e su iniziativa proprio dell’Anac, la Casa del Cinema di Roma dedica la sua giornata di domani, martedì 28 giugno, alla figura e all’opera del regista. Alle 17 verrà proiettato Cento giorni a Palermo, mentre alle 19 saranno amici, autori, compagni di vita e di lavoro a tracciare il profilo di questo tenace, coerente, appassionato “uomo contro” del nostro cinema. “Invito tutti quelli che amano il cinema non solo come fantasia e intrattenimento ma anche come passione e impegno civile – dice il direttore della Casa del Cinema, Giorgio Gosetti – a essere domani con noi per il saluto a un uomo che della coerenza politica e dell’amore per il cinema come testimonianza ha fatto la sua bandiera per tutta la vita”.
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