Raicinema: quattro film alla Mostra (Luce dei miei occhi, Il voto è segreto, L’amore imperfetto, Lucky break) e molte polemiche. La 01, braccio distributivo del gruppo, al suo debutto, infastidisce molti. E’ un doppione del Luce, usa soldi pubblici per fini privatistici, sta creando un trust… si sente dire in giro. E in questi primi giorni di festival, Fulvio Lucisano, Giampaolo Sodano e Aurelio De Laurentiis sono usciti allo scoperto. “Raicinema turba il mercato perché usa i soldi del canone in un’attività imprenditoriale”, dicono. E De Laurentiis, dalle pagine del “Sole 24 ore”, che oggi ha convocato imprenditori e politici (ma Urbani non ci sarà) per un convegno sui nuovi incentivi, circostanzia le accuse. “Quella di Raicinema è concorrenza sleale perché la Legge 122/98 stabilisce che parte degli introiti della pubblicità e del canone vadano reinvestiti nella produzione, distribuzione e acquisizione di opere realizzate da produttori indipendenti europei non controllati o collegati a soggetti destinatari di concessioni televisive. Se le percentuali non vengono rispettate, l’industria privata ne riceve un grave contraccolpo”.
“L’accusa nasce da un errore clamoroso – chiarisce l’amministratore delegato di Raicinema Giancarlo Leone in un’intervista a .com. “Un conto è la quota di produzione di cinema nazionale in cui siamo chiamati a investire secondo la Legge 122 e questa attinge direttamente dal canone; un conto sono le attività di distribuzione che non vengono fatte con i soldi del canone, ma da una società come la 01 Distribution che ha per intero l’impresa e il rischio”.
Nella polemica interviene anche Giuliano Montaldo con un’intervista concessa a tamtam. “Il nostro debutto alle Giornate professionali di Sorrento ha suscitato qualche timore: forse non immaginavano un listino così forte né le reazioni molto positive degli esercenti”.
Presidente, come giudica le accuse di De Laurentiis?
Spero che sia una polemica legata all’atmosfera del festival. Altrimenti significa che si intende mettere in discussione il nostro contratto di servizio e tornare alle origini, a prima di Raicinema, perché il nostro mandato è questo.
Proviamo a rispondere punto per punto e partiamo dalla legge 122.
La Rai ci affida un capitale per le acquisizioni di film e programmi: dovevamo investire 100 miliardi in opere italiane e siamo andati anche oltre, sostenuti dal successo inaugurato da Pane e tulipani e proseguito con i film di Olmi, Moretti, Giordana e Scimeca.
In realtà le principal perplessità si concentrano sulla 01.
E’ un accordo, questo con Studio Canal, che va a tutto vantaggio del cinema italiano, ci porta film americani di sicuro impatto commerciale e ci consente di sostenere opere come quelle di Piccioni, Soldini, Risi. Operiamo perché il cinema italiano sia difeso e protetto e arrivi nel maggior numero possibile di sale. I film che abbiamo iniziato a coprodurre e distribuire non sono solo film da festival ma anche film per il pubblico.
Vi sentite monopolisti?
No. La nostra alleanza con Studio Canal è un’alleanza che andrebbe seguita, non perseguita. I film francesi sarebbero comunque arrivati in Italia, quelli italiani avranno maggiori chance in Francia. Molti dei ventinove titoli in listino sono italiani e continuiamo gli accordi con il Luce, la Lantìa, la Lucky Red e la Mikado, nostri abituali partner. Il nostro ingresso nella distribuzione eviterà anomalie del passato come l’uscita di due film di sullo stesso tema in contemporanea. Ora ci sarà più equilibrio.
Le accuse a Raicinema potrebbero anche essere effetto di un mutato clima politico?
Non credo. Non sento una nuova linea politica o programmatica per quanto ci riguarda, del resto non abbiamo ancora avuto indicazioni di rotta dal governo.
Cosa dice del tax shelter?
Dico che non è male. Può consentire di produrre film ad altissimo costo che col meccanismo dei finanziamenti sarebbero impossibili. Magari così avremo finalmente un Gladiatore europeo.
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