Giovanni Veronesi: l’intervista


Giovanni Veronesi Gli ampi consensi critici, le vendite internazionali a gonfie vele, i 16 milioni di euro di incasso in Italia, in sintesi il clamoroso successo del recente Manuale d’amore ha portato il regista Giovanni Veronesi e il produttore Aurelio De Laurentiis a mettere in cantiere Manuale d’amore – capitoli successivi, una nuova commedia di costume a episodi attualmente in lavorazione tra Roma, Lecce e Barcellona con un cast stellare che schiera Monica Bellucci, Carlo Verdone, Antonio Albanese, Barbora Bobulova, Sergio Rubini, Fabio Volo, Riccardo Scamarcio e Claudio Bisio.

In una pausa delle riprese ambientate in un appartamento del centro di Roma ne abbiamo parlato con Veronesi, che del film è anche autore del copione con Ugo Chiti e il giovane sceneggiatore Andrea Agnello. «Questa volta affrontiamo temi d’amore estremi, attraverso una serie di racconti cui fa da filo conduttore un programma radiofonico condotto da uno stravagante deejay (Claudio Bisio) che lancia nell’etere temi particolari aspettando le telefonate degli italiani: le storie si dipanano così a seconda degli interventi e delle risposte che arrivano strada facendo», spiega il regista toscano. «Il primo segmento s’intitola Eros ed è interpretato da Monica Bellucci e Riccardo Scamarcio, il lanciatissimo bel tenebroso di Andria nuovo idolo delle teenager (e non solo). Io e Monica siamo amici da tempo e mi è bastato raccontarle al telefono questo episodio incentrato sui sogni erotici per convincerla ad accettare subito di girarlo».

Che cosa racconta?
Scamarcio interpreta Nicola, un ragazzo costretto su una sedia a rotelle dopo un incidente stradale, cui un giorno viene assegnata una nuova fisioterapista super professionale, distaccata, ed irreprensibile, Lucia. Il guaio è che.. è la Bellucci, e il giovane ne viene letteralmente sconvolto. Sogna continuamente di fare sesso con lei, fino a un imprevisto colpo di scena finale che rivelerà che i sogni erotici li fanno tutti, anche le persone più impensabili.

Quale tema affronterà invece il secondo segmento, che ha come protagonisti Barbora Bobulova e Fabio Volo?
La storia è ispirata dalle vicende di una coppia di miei amici, è girata a Roma e in parte a Barcellona dal vero nell’Istituto San Pace e parla della maternità difficile e della fecondazione assistita, che come si sa in Italia non è consentita. I protagonisti Franco e Manuela sono così costretti ad andare a Barcellona in una clinica specializzata per avere la certezza di far nascere un bambino sano. Noi racconteremo l’iniziale disperazione della donna, il suo orgoglio e le sue buffe reazioni a un percorso di terapie ormonali anche invasive, poi le reazioni del marito, che dovrà farsi carico di tutto il versante pratico finendo con lo stressarsi fino all’inverosimile mentre la donna rifiorisce..».

Quale sarà poi il terzo caso di amore estremo?
«Affronteremo le nozze gay attraverso una storia ambientata a Lecce che ha per protagonista una coppia di omosessuali che decidono di andare a sposarsi in Spagna. Li interpretano Antonio Albanese e Sergio Rubini nei panni rispettivi di Filippo, gay da sempre e impegnato in un laboratorio di analisi, e di Fosco, un bancario con un passato eterosessuale (è stato anche sposato). Mentre però quest’ultimo considera il matrimonio una conquista sociale importante da raggiungere al di là del fatto che poi la vita cambi davvero, Fosco si esalta perché vorrebbe restare a vivere a Barcellona, adottare un figlio, inserirsi in una società più evoluta e tollerante. Nascerà così uno scontro tra i due che si separeranno e si riuniranno come in un melodramma, per poi finire con lo sposarsi in una cerimonia che diventerà buffa e indimenticabile.

Che cosa e chi interpreterà infine Carlo Verdone?
Nel quarto episodio, intitolato Amore estremo, Carlo avrà il ruolo di Ernesto, un cinquantenne piccolo borghese che lavora come maitre in un ristorante di lusso romano e si innamora perdutamente di una ventottenne spagnola (la star nascente Elsa Pataki, protagonista del nuovo Asterix con Gerard Depardieu). Una volta incontrato questo “treno in corsa” il protagonista, ci sale su al volo, perde la testa e lascia la famiglia per scappare dietro alla ragazza che porta sempre con sé una bambino nato da una precedente relazione. Ernesto pende dalle sue labbra, l’aiuta a trovare lavoro come lavapiatti nel ristorante (ma lei ha un suo carattere orgoglioso che procura solo guai..), fino a quando un importante avvenimento non gli fa capire che la sua vita non può essere sempre a richio infarto. Così rispunta la famiglia e anche in questo caso la radio che fa da leit motiv ai racconti contribuirà a un colpo di scena inaspettato.

Qual è, secondo lei, la chiave vincente del primo Manuale e quale può essere quella del secondo?
Credo sia nel saper raccontare i momenti dell’amore con sarcasmo e ironia, gli unici modi che conosco, e nel piacere di lavorare con tanti attori che sono veri principi della commedia (compresa la Bobulova, che sorprenderà tutti per la sua verve). Gli unici reduci dal primo Manuale sono Rubini e Verdone: facendo recitare a Sergio la parte di un omosessuale voglio togliergli definitivamente la fama di “tombeur de femmes”, che gli invidio molto, mentre Carlo ha ormai raggiunto l’età giusta per innamorarsi di una ragazzina e perdere la testa. Scherzi a parte, il fatto è che loro sono due attori con cui mi trovo così bene che cercherò di portarmeli dietro il più a lungo possibile. Mi dispiace solo di non essere riuscito, questa volta, a trovare il ruolo giusto per Margherita Buy che è la mia attrice preferita, ma la coinvolgerò certamente in futuro: voglio girare almeno altri tre Manuale d’amore, fino a dare vita a un pentalogo.

autore
25 Luglio 2006

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