Giovanni Galoppi


G. GaloppiAlla vigilia della 61/a Mostra di Venezia, le strategie della promozione per il cinema italiano all’estero sono chiare per Audiovisual Industry Promotion, la società pubblico/privata preposta a questo compito per Cinecittà Holding e Fiera Milano.

Al Lido AIP punta i riflettori sugli attori italiani: Stefano Accorsi, Barbara Bobulova, Stefano Dionisi, Luigi Lo Cascio, Valerio Mastrandrea, Claudia Pandolfi, Giorgio Pasotti, Violante Placido, Kim Rossi Stuart e Maya Sansa, al centro di una serie di incontri chiamati Movi(e)ng Stars. Ne parliamo con l’avvocato Giovanni Galoppi, presidente di AIP e consigliere di Cinecittà Holding.

A Venezia che ruolo avrete?
Un ruolo di riferimento per il cinema italiano e per gli operatori stranieri nell’ambito delle attività coordinate da Cinecittà Holding. Nello spazio Cinema Incontri all’Hotel Excelsior, i nostri autori, i produttori, gli artisti italiani ed internazionali saranno di casa. Organizzeremo degli incontri che abbiamo chiamato Movi(e)ng Stars per confrontare una generazione di nuove star italiane su un mestiere, quello dell’attore, e una grande passione: il cinema. I nostri attori sono star senza system, ovvero senza il percorso codificato che accompagna i loro colleghi come ad esempio in Francia. Hanno storie diverse, iniziate con la televisione o direttamente col cinema. Sono conosciuti dai direttori dei grandi Festival, riconosciuti decisamente dal pubblico, rispettati dalla critica. Piacciono per stile e discrezione e per quella sensibilità nel misurarsi con personaggi spesso complessi, persino al limite dell’impossibile.

Star senza system, come dice lei. E’ un problema per chi, come voi, fa marketing culturale e deve quindi appassionare i pubblici più diversi?
In presenza di un cinema nuovo fatto da grandi professionisti – in tutti i settori – purtroppo ancora non abbastanza noti in termini mediatici, il lavoro di una società come Audiovisual Industry Promotion può fare la differenza. Spetta a noi sostenere i film, renderne popolari gli interpreti, sfruttare le occasioni di visibilità che sempre più spesso ci vengono offerte. Per farlo al meglio abbiamo bisogno della collaborazione degli attori a cui ogni regista affida le emozioni più dirette della storia che ha ideato. Devono viaggiare più spesso con noi, farsi carico della promozione dei loro film nel mondo, abituarsi ad essere ambasciatori di se stessi e quindi anche del nostro cinema.

Come valuta l’accoglienza della recente produzione italiana nel mercato internazionale?
Nonostante le difficoltà oggettive di questo momento, stiamo assistendo ad una vera fioritura di talenti e Venezia la sancirà, proponendo nomi nuovi a fianco di grandi maestri come Gianni Amelio o Michelangelo Antonioni. C’è un felice ricambio generazionale e un ritorno di consenso intorno al cinema made in italy: buone storie, locations inedite, un felice cocktail di tradizione e originalità. La buonissima stagione dei nostri film in Francia con il boom de La meglio gioventù di Giordana ma anche di tanti altri da Marra a Bellocchio, la scoperta di mercati nuovi come la Cina, il Giappone e i paesi dell’est europeo, l’uscita regolare dei nostri film anche nelle sale americane e il successo di stima a New York e Los Angeles di autori come Virzì, di attori come Castellitto, di esordienti come Battiato ha fatto la differenza in pochi mesi. Senza dimenticare la vittoria al festival di Karlovy Vary, per il secondo anno consecutivo, con Certi bambini dei fratelli Frazzi. L’ultima conferma l’abbiamo avuta qualche giorno fa a Locarno con il Pardo d’Oro a Saverio Costanzo. Sono segnali che la comunità internazionale del cinema capta subito: capisce che siamo in presenza di un fenomeno nuovo e ne rilancia immediatamente il successo.

Un bilancio del primo anno di Audiovisual Industry Promotion?
Dopo un naturale periodo di rodaggio che ci ha consentito di raccogliere il meglio dell’eredità di Italia Cinema, ed il “debutto” a Berlino sulla scena internazionale, siamo stati protagonisti a Cannes con almeno un film in ogni selezione del Festival. Poi abbiamo lavorato molto bene con vetrine ‘dedicate’ a Tokyo, a Shanghai, a New York e a Monaco; inoltre abbiamo confermato il successo degli ‘Italian Screenings’, dedicati ai compratori stranieri. Dopo Venezia saremo a Montreal, Toronto, New York, Londra e speriamo a fianco dei film italiani vincitori all’European Film Academy senza trascurare la preparazione della campagna promozionale per il film italiano che sarà candidato all’Oscar americano. Parteciperemo ad altri importanti avvenimenti e abbiamo in programma ulteriori iniziative in via di definizione che mi auguro di annunciare al più presto.

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02 Maggio 2004

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