“Cannes è anche un po’ Wim Wenders, un cineasta che fa parte della storia del festival”. Giovanna Mezzogiorno, protagonista sulla Croisette per il suo ruolo in Palermo Shooting, (nel concorso ufficiale), si dice orgogliosa di essere al festival francese, “ma ancora di più di esserlo con Wenders, uno dei maggiori cineasti europei”. La pellicola – co-prodotta dall’Italia con la Regione Sicilia e la Provincia e il Comune di Palermo e in uscita ad ottobre nelle nostre sale con Bim – è un’opera ambiziosa che affronta temi difficili come la morte, l’arte e l’amore; forse è per questo che è stata accolta con freddezza dalla platea di addetti ai lavori. Il protagonista è Finn (il cantante tedesco conosciuto come Campino, qui alla prima prova da attore per il cinema), un fotografo di successo braccato dal lavoro che sta perdendo il gusto di vivere e perciò decide di lasciare tutto e volare a Palermo. Lì farà due incontri importanti: quello con Flavia, giovane restauratrice di affreschi, e con Frank (Dennis Hopper), uomo misterioso che cerca di ucciderlo e diventa il suo incubo. Tra le partecipazioni anche quella di Milla Jovovich, di Lou Reed, del compositore Giovanni Collima; nella colonna sonora i Portishead e Fabrizio De André con “Quello che non ho”.
Girato quasi interamente nel capoluogo siciliano, Palermo Shooting esplora la città, i suoi vicoli, i suoi monumenti, ma senza entrare nel merito della sua situazione sociale se non attraverso le apparizioni dell’ex-sindaco Leoluca Orlando e della fotografa “di mafia” Letizia Battaglia, che evocano “la strana relazione della città con la morte” che Wenders teneva a mostrare. Esplicitato nella dedica finale, il film è anche un omaggio a due grandi registi recentemente scomparsi: Ingmar Bergman e Michelangelo Antonioni, della cui morte il cineasta è venuto a conoscenza mentre era in Sicilia per i sopralluoghi: “Non potevo fare un film su un fotografo senza fare riferimento a Blow Up, né parlare della morte senza guardare a Il settimo sigillo“. Dopo la recente esperienza internazionale con Mike Newell e da poco sul set di Vincere di Marco Bellocchio, Giovanna Mezzogiorno parla del suo lavoro con il regista tedesco.
Dopo aver girato un film hollywoodiano come L’amore ai tempi del colera è passata a un altro film internazionale, ma girato in Italia.
Palermo Shooting è stato girato in Sicilia, ma è come se avessi lavorato in un altro paese, visto che la troupe era tedesca e il resto del cast internazionale. Sono stata felicissima di lavorare con un regista come Wim; la prima volta che ci siamo incontrati mi ha portato a vedere l’affresco della “Vergine dell’Annunciazione” di Antonello da Messina nel museo Balotelli, lo stesso che ospita “Il trionfo della morte”. Voleva un’attrice che avesse qualcosa in comune con la Madonna di quell’affresco, ma era una sua evocazione personale: il mio personaggio era quello di una donna semplice e normale. Wim ci ha accompagnato in un viaggio molto intenso, ma poi noi attori da soli abbiamo cercato la strada.
Palermo Shooting racconta proprio dell’incontro di un artista con la morte. Un tema difficile.
E’ un film complesso che affronta temi profondi e difficili da raccontare, con lunghi dialoghi su argomenti che possono apparire ostici. Come tutti i film di Wenders, questo è un viaggio nei meandri della mente umana, e parla con grazia e leggerezza di cose con cui chiunque è entrato in contatto: l’amore, la morte, l’incontro, l’arte, la fuga. La vera sfida per un attore non è fare le scene madri, ma trasmettere emozioni profonde con semplicità, proprio ciò che richiedeva questo film.
Come definirebbe il cinema di Wenders?
Nessuno dei suoi film è uguale all’altro, è un regista che non imita mai se stesso. Wim non fa solo dei film, ma dimostra che con il cinema si possono rappresentare e raccontare tutte le altre arti, come la musica, la fotografia, l’architettura. E questo è molto evidente anche in Palermo Shooting.
Prossimamente la vedremo nei panni della protagonista di Vincere, di Marco Bellocchio.
Abbiamo iniziato a girare a Torino da una settimana. Vincere è una sfida molto difficile per me, perché mi aspetto molto da questo film e soprattutto mi aspetto molto da me stessa.
Con MaXXXine, in sala con Lucky Red, Ti West conclude la trilogia iniziata con X: A Sexy Horror Story e proseguita con Pearl, confermandosi una delle voci più originali del cinema di genere dell’era Covid e post-Covid
Dove nessuno guarda. Il caso Elisa Claps - La serie ripercorre in 4 episodi una delle più incredibili storie di cronaca italiane: il 13 e 14 novembre su Sky TG24, Sky Crime e Sky Documentaries.
Codice Carla mostra come Carla Fracci (1936-2021) fosse molto più di una ballerina famosa.
Il disegnatore, illustratore e docente presso la Scuola Romana dei Fumetti ci racconta come ha lavorato sugli storyboard dell'ultimo successo di Gabriele Mainetti