Gionata Zarantonello


La strega di Blair non esiste, quella quotidiana guerra assurda che si chiama scuola sì. Che i tre ragazzi del film siano morti non ci crede nessuno, che dei ragazzi uccidano o si uccidano per la scuola è una cosa che si preferirebbe non credere.
Eppure succede. E succede anche che, dopo anni in cui si prendeva in mano una chitarra, e poi una pistola, per reagire al disagio, qualcuno cominci ad usare una videocamera.
Così, più o meno, nasce Medley. E dopo la videocamera, arma di comunicazione a basso costo, ecco anche internet. E quest’intervista…

“The Blair Witch Project” e “Medley”: è possibile un confronto? E in che termini secondo te?
Sia TBWP che Medley sono stati girati in Hi8 e poi trasferiti in 35mm, sono stati fatti da studenti, sono costati pochissimo e sono, in modo diverso, “horror”. TBWP parla di una strega, di un orrore irreale, con un linguaggio documentaristico. Medley parla del disagio a scuola, un orrore reale, con un linguaggio iperbolico.

Marketing e internet: un tuo commento sulla vicenda mediatica di “TBWP”.
Eccezionale perché i media non sono serviti solo per pubblicizzare il film, ma in primo luogo per raccontare la storia del film.

Il vostro sito (www.medley.it) che ruolo ha nell’ambito del progetto?
Un veicolo per divulgare l’idea di Medley, ma soprattutto un modo per essere facilmente contattati da gente come te.

E i trafiletti di giornale usati come materiale promozionale: servono a pubblicizzare il film come le finte foto segnaletiche di “TBWP”?
Volevamo solo indicare come il linguaggio iperbolico del film non sia così distante dalla realtà. La scuola è un problema vero. Purtroppo la frequenza di episodi violenti a scuola rende queste notizie più quotidiane che eccezionali.

Secondo te “Medley” riesce davvero a parlare del disagio reale a scuola o cerca di esorcizzarlo attraverso un incubo divertito?
Il fatto è che quando ho iniziato a girare Medley non mi sono chiesto: “faccio un film di denuncia, un film di sfogo, o che cosa”. L’ho fatto e basta. Ho fatto quello che mi sono sentito di fare in quel momento. Quando gli studenti, dopo la visione del film, mi dicono: “la scuola è davvero così”, allora capisco che li ho colpiti, che ho parlato di qualcosa che abbiamo in comune, anche se con un linguaggio esagerato.

Non temi che questo possa essere strumentalizzato da chi cerca di sfasciare la scuola?
Va tutto assolutamente bene purché si parli del film e purché si parli male della scuola. Meglio la strumentalizzazione che il silenzio.

Il film esce giusto in tempo per la maturità…
Speriamo che ci porti bene.

Raccontaci com’è andata veramente con gli americani.
Ero a Los Angeles per un corso di effetti speciali. Ho inviato una ventina di Vhs di Medley a case di distribuzione underground, indipendenti e trash. Dopo un mese la Troma mi ha chiamato. Io non li avevo mai visti di persona, li ho chiamati in tutto due volte, una per chiedere l’indirizzo, l’altra per chiedere se il materiale era arrivato. W gli Stati Uniti d’America.

La musica è molto importante nel film. Tu quale ascolti, di solito?
Mi piace il rock anni ’70, la gente incazzata con la voce e con le chitarre. Le musiche del film sono tutte originali.

E la gente incazzata con le videocamere e internet?
Con le videocamere c’è poca gente incazzata e tanti esibizionisti intellettualoidi. Internet non lo conosco bene.

Nei credits ricorrono spesso gli stessi 3/4 nomi: quanto è stata collettiva la realizzazione del film?
Io sono l’unica persona che negli ultimi 4 anni non si è persa un giorno di lavorazione di Medley. Io sono l’unico che c’era sempre sul set.

“TBWP” è stato girato in una situazione particolare ma è nato soprattutto in post-produzione. E “Medley”? quanto può essere definito un film di improvvisazione, quanto un film di sceneggiatura e quanto di montaggio?
10% sceneggiatura, 40% improvvisazione, 50% montaggio.

Potresti definire “punk” il tuo film?
Mi sembra una definizione carina, anche se forse un po’ passata.

Splatterpunk?
Ok! È più precisa: io sottolineavo l’atteggiamento un po’ nichilista: “ci siamo rotti: ecco cosa vi faremmo se fossimo in un film e non a scuola davvero”… Non esiste nulla: i valori più importanti nella vita sono la bellezza fisica e la cattiveria.

Se ti sei rotto dell’intervista, cosa mi devo aspettare: che il computer cominci a grondare succo di mirtillo?
Non mirtillo, amarena.

autore
26 Maggio 2000

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