“Ho voluto intitolare questo film Malefemmene perché tutte le protagoniste sono indimenticabili proprio come la donna della celebre canzone di Totò”. A parlare è Gioia Scola, sceneggiatrice e produttrice della pellicola diretta da Fabio Conversi e interpretata da Giovanna Mezzogiorno e Angela Molina.
Il film (leggi la recensione su Cinemazip)è nato dalla sua esperienza personale trascolorata dalla fantasia. “Come ha detto Ermanno Olmi, regista che amo molto, il cinema si fa raccontando solo le cose che si conoscono” spiega senza entrare nei particolari.
Girato in gran parte all’interno dell’istituto penitenziario di Civitavecchia, racconta la storia di Francesca, giovane attrice che finisce in un carcere del napoletano a causa del suo amore per l’uomo sbagliato. Qui condivide la cella con sei donne con cui stringe un’intensa relazione.
Malefemmene, prodotto dalla Sagittario Film e distribuito da Medusa, uscirà venerdì 30 novembre.
Perché lei e la co-sceneggiatrice Anna Pavignano avete scelto di raccontare una storia tutta al femminile?
Perché il nostro film è un omaggio alla capacità delle donne di vivere una situazione estrema come il carcere. La solidarietà tra donne si coltiva anche con piccoli gesti quotidiani come la cura estetica o il piacere di condividere i pasti. Sono modi per attaccarsi alla vita e mantenere intatta la propria dignità.
La condizione carceraria messa in scena dal film è piuttosto edulcorata…
Malefemmene racconta l’esperienza personale di Francesca, la protagonista. L’esclusione degli aspetti più violenti della vita dietro le sbarre è una scelta. Non è detto che anche in microcosmi dolorosi come la prigione, l’ospedale, il manicomio non ci siano momenti di gioia e allegria. Malefemmene non è un documentario ma una fiction in cui ci interessava mettere a fuoco proprio gli aspetti umani della convivenza in un luogo chiuso. Il carcere è un mondo a parte con delle regole e un’atmosfera psicologica proprie. Ma viverci non significa smettere di sognare.
Perché ha affidato la regia a Fabio Conversi?
Prima di scegliere Fabio ho incontrato molti altri registi, non solo italiani. Di lui mi ha colpito la forte sensibilità femminile, la totale assenza di volgarità. Erano i requisiti essenziali per girare questo film. Poi ho apprezzato molto il suo film C’era una volta in Sicilia con Michele Placido.
Questa pellicola è a tutti gli effetti una sua creatura. Non ha avuto la tentazione di interpretarla?
No. Sono consapevole che il mio livello di recitazione non è altissimo. Per questo ho lasciato spazio ad attrici più brave. In questo momento preferisco scrivere e produrre: è abbastanza per riempire la mia vita professionale. Ora sto scrivendo una commedia. Si intitola Ancora champagne e la protagonistà e di nuovo una donna.
“Malefemmene” uscirà anche all’estero?
Per ora i diritti sono stati acquistati dalla casa di distribuzione spagnola Nirvana, la stessa che distribuisce Ozon e Iosseliani. Ci ha aiutati anche la presenza nel cast di Angela Molina e Ana Fernandez, delle vere star in Spagna.
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