La storia del cinema non la scrivono solo i grandi divi impressi nella memoria degli spettatori. Il pantheon di Hollywood è più grandi quel che si pensi, e si sorregge anche e soprattutto sulle spalle di attori apparsi in centinaia di titoli, ma per qualche ragione rimasti nell’ombra. Gino Corrado, “uno sconosciuto a Hollywood” come lo definisce oggi su IlVenerdì di Repubblica Emiliano Morreale, è stato uno di questi.
Nato a Firenze il 9 febbraio 1893, Corrado arrivò negli Stati Uniti nei primi del ‘900, come molti altri italiani in cerca di fortuna. Dopo le prime prove su schermo, Corrado diventa un volto su cui Hollywood può contare, e la sua filmografia ne è una strabiliante conferma. A breve, dal 24 marzo, lo si potrà rivedere in Quarto potere, recentemente restaurato dalla Cineteca di Bologna: è il maestro di canto della moglie del protagonista Charles Foster Kane. Nell’anno prima, 1939, apparì in un altro film scolpito nella storia del cinema, Via col vento.
Come scrive Morreale, l’elenco dei film “dà la vertigini”. Si passa da Furore di Ford al Grande dittatore di Chaplin. In Beau geste lo ritroviamo accanto a Gary Cooper, ma appare anche in Rebecca di Hitchcock e in Aurora di Murnau. “400 titoli in totale – conta Morreale -, sempre in piccoli ruoli o quasi invisibile”. Negli anni ’50, sembra, lasciò tutto, salutò il grande schermo e iniziò un’altra vita, più simile forse a quella di tanti italiani immigrati con lui anni prima. “Aprì un ristorante e morì ultraottantenne in una casa di riposo”.
Come scrive Morreale, la sua vita “sembra il racconto di uno scrittore postmoderno, o Zelig di Woody Allen, una di quelle operazioni che fanno gli artisti con l’intelligenza artificiale: prendere un buffo italiano e inserirlo nei momenti più celebri della storia del cinema”.
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