Gilbert & George, all’anagrafe Gilbert Prousch (San Martino in Badia, 1943) e George Passmore (Plymouth, 1942) sono un duo di artisti contemporanei.
‘Art for all’ è la frase-slogan utilizzata fin dalle origini del loro sodalizio esistenziale-artistico. L’obiettivo principale del loro lavoro è, fin dall’inizio, quello di produrre un’arte di forte impatto comunicativo, volta al superamento delle tradizionali barriere tra arte e vita e ad analizzare in profondità la condizione umana. Essi sono perciò interessati a riprendere esperienze umane di ogni tipo indagando le paure, le ossessioni, e le emozioni che provano gli individui soprattutto quando sono posti davanti a temi forti quali sesso, razza, religione e politica.
Loro stessi, con il loro vissuto, per primi si sottopongono a tale minuzioso esame, in un’ottica che vede l’artista e l’opera d’arte, coincidenti: “Essere sculture viventi è la nostra linfa, il nostro destino, la nostra avventura, il nostro disastro, nostra vita e nostra luce – hanno dichiarato i due artisti – indicando nel problema del rapporto tra l’arte e la vita l’asse portante della loro poetica. Anche l’allestimento delle mostre è un elemento fondamentale della loro visione dell’arte: l’allestimento è, infatti, parte integrante dell’opera ed è volto, da un lato, a sconvolgere lo spazio soprattutto dal punto di vista delle dimensioni e, dall’altro, a demolire la sacralità dell’opera, portandola dentro alla vita, facendone una parte della vita.
Chiarificatore della logica globale che sottende il loro modo di intendere l’arte è anche il rifiuto degli artisti di firmare individualmente le opere e l’adozione della “firma comune” Gilbert & George: ciò non indica solo un rifiuto della distinzione dei ruoli, ma una profonda revisione dei concetti di identità e di individualità. La scelta della firma comune sancisce l’universalità di un agire, quello che è alla base della creazione artistica, che rifiuta l’individualizzazione e, ancora una volta, richiama il loro motto: “l’arte è di tutti”.
Oggi i due artisti sbarcano all’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, incontrano il pubblico e presentano The World of Gilbert & George, da loro scritto, diretto e interpretato nel 1981. Il film battezzò la nascita di un rivoluzionario linguaggio: tra le geometrie dell’Union Jack, i colori dei fiori, i cieli di Londra, le architetture vittoriane, le emozioni eccessive, i ragazzi di strada, i barboni, i corpi, e i gesti, esplode un inno d’amore per la città come condizione umana. Pellicola persa, ritrovata e ora infine restaurata dalla Cineteca Nazionale in collaborazione con Milestone Film&Video, The World of Gilbert &George è l’opera seminale che precede di dieci anni l’esplosione della giovane arte britannica e la trasformazione di Londra nel centro della cultura visiva contemporanea. L’evento è a cura di Mario Codognato e Alessandra Mammì.
Sono 42.191 le persone che hanno partecipato a eventi di Alice, 20.260 i biglietti emessi, 11.031 gli accreditati, 10.900 le presenze tra le proiezioni a ingresso libero e gli eventi
Nei 4 giorni di mercato il Mercato Internazionale dell'audiovisivo ha registrato un incremento generale di più del 6% dei dati numerici: 1500 sono stati i partecipanti, 58 i paesi rappresentati, più di 500 fra produttori e commissioning editors, circa 350 buyers, 130 international sales agent, 42 progetti di film, serie drama e doc and factual. 100 i titoli proposti sul mercato internazionale: con circa 20 anteprime mondiali di mercato e 16 di work in progress in What’s next Italy per un totale di circa 140 market screenings (+ 7%)
In chiusura delle attività del MIA-Mercato internazionale dell’audiovisivo è stata presentata agli operatori del settore la nuova gestione dei Fondi Cinema che è stata affidata a Istituto Luce Cinecittà a partire dal prossimo 1° novembre. Il nuovo soggetto responsabile è stato individuato nell'ambito dell'attività di supporto e complementari al MiBACT, e in conformità con quanto previsto dalla Legge 111/2011 e dall’atto di indirizzo del 17 maggio 2016. Gli interventi di Nicola Borrelli, Roberto Cicutto, Claudio Ranocchi e Francesca Alesi
"Dopo La tigre e la neve ho fatto tante altre cose, ho trasmesso la poesia di Dante usando la mia popolarità, undici anni dopo, sono pronto per fare un nuovo film magari con Tom Hanks, che ha detto di voler lavorare con me, lo considero uno dei più grandi attori di tutti i tempi. Il mio nuovo film sarà di un'allegria sfrenata". Roberto Benigni si concede al pubblico della Festa di Roma, nella giornata di chiusura, in una lunga conversazione con Antonio Monda che tocca tanti temi, compresa la recente visita alla Casa Bianca: "Come si fa a dire no a Obama?"