“Se io oggi sono qui, se sono ancora un attore riconosciuto anche a livello internazionale, lo devo solo ed esclusivamente a una donna, a Lina Wertmuller. Lei mi ha scoperto, lei mi ha fortemente voluto, con lei abbiamo formato un sodalizio, sono i suoi primi piani nei quali era maestra assoluta, che mi hanno reso quello che sono, grazie a lei ho avuto la mia stella a Hollywood, ciao amica mia, mi spiace solo che in Italia non tutti ti hanno apprezzata, anzi in molti in certi momenti snobbata, ma il mondo è fatto di invidia, all’estero invece ti hanno riconosciuto quello che in un parola sola ti definisce genio”. Giancarlo Giannini, l’attore legato più di tutti alla regista Lina Wertmuller in molti film importanti a partire da Pasqualino Settebellezze (opera che valse la candidatura all’Oscar alla regista, la prima volta in assoluto per una donna, e a Giannini miglior attore) esprime il suo dolore per la perdita dell’amica di una vita. Ricorda Giannini che Lina è veniva dalla scuola di Fellini è stata sceneggiatrice, autrice di teatro “sapeva cantare, ballare. Era dotata di un grandissimo senso dell’umorismo; lavorare con lei era un gioco, anche se molto faticoso non una passeggiata visto che come tutti i grandi professionisti aveva una cura maniacale per qualsiasi cosa, quindi si stava sul set anche 12 ore”. E proprio con Giannini e Mariangela Melato, Lina Wertmuller girò altri due film memorabili che hanno segnato per sempre la storia della commedia italiana: Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto e Mimì metallurgico ferito nell’onore.
La foto del bacio con Anna Ferruzzo nel giorno del loro matrimonio con la zia Lina che sorride a Massimo Wertmuller e alla moglie. L’attore ha voluta ricordare così, su Facebook. “La voglio ricordare così – scrive nel post Massimo -. Che sorride partecipe a una mia, nostra, gioia. L’Italia sta perdendo ultimamente riferimenti fondamentali. Portatori di qualità, del meglio, di intelligenza, di arte e di cultura. E sappiamo quanto oggi servirebbero la cultura, come ancora unico mezzo per crescere, per evolversi, per emanciparsi, e gli intellettuali, come appunto veicoli di pensiero e cultura. Quanto servirebbero in questo sciagurato Paese, il Paese delle Belle Arti e del Rinascimento, con così tanti italiani invece distratti, anzi attratti da un centro commerciale, o da una vicenda del Grande Fratello, o dalle parole di un influencer che non da un capolavoro cinematografico. E difatti quando se ne va un Pasolini, uno Scola, un Monicelli, un Magni, un Proietti, un Falqui, o una Lina, ti dispiace e ti preoccupi di tutto il mondo che se ne va con loro. Tutto il loro mondo che avevano creato, a migliorare la vita di tutti, e che dal giorno dopo si deve cercare di conservare e preservare”. Ma la regista per l’attore non era solo un riferimento culturale: “Però, però, io oggi non piango la maestra, la genia, che se ne è andata. Soffro, soffrirò con tutti il vuoto incolmabile che lei lascia, ma io piango un fatto mio personale e intimo. Io piango l’ultima rappresentante consanguinea della vita che ho avuto sin qui, l’ultima superstite del mio passato, anche remoto – scrive -. Io piango i ricordi familiari che mi hanno legato a lei da bambino. Io piango la sorella di mio padre. A lei non piaceva che la chiamassi così, ma io, prima di tutto, piango mia zia”.
“Una notizia che mi addolora profondamente, il cinema perde un monumento di genialità, intuizione, avanguardia. Ma anche una donna dotata di grande ironia, era avanti anni luce su tutto. L’ultima volta che ho visto Lina Wertmüller è stato questa estate, ci siamo incontrare per parlare di un progetto teatrale. E’ stata una chiacchera condita di una valanga di ricordi. Ho avuto il privilegio di lavorare con lei nel 2001 nel film Francesca e Nunziata con Sophia Loren, Giancarlo Giannini e Raoul Bova, non stava mai ferma non solo era regista, faceva tutto anche il tecnico delle luci, controllava i costumi, le battute, un uragano”. Cosi l’attrice Claudia Gerini esprime commossa il suo cordoglio. Claudia Gerini sottolinea come sul set di Francesca e Nunziata, Lina fosse solita ricordare tanti aneddoti del passato: “Di quando amava ballare fino alle 4 del mattino nei locali, e poi alle 6 era fresca come una rosa a dirigere sul set. O di situazioni esilaranti che si erano venute a creare. Era un genio ma non mancava mai di quella sua ironia,. Mi ricordo che la Loren la guardava con stupore, io a ballare fino alle 4 non sono mai andata…. “.
Quindi l’attrice insiste: devo davvero ringraziare questa grandissime donna, regista, un patrimonio per il cinema, di avermi scelta, abbiamo girato in posti molto suggestivi come Procida. Il film è tratto dal romanzo di Maria Orsini che la regista riuscì a leggere prima che fosse pubblicato. Il merito di Lina Wertmuller sta anche nel fatto di aver convinto Sophia Loren a tornare a recitare in Italia dopo tanti anni di assenza”. E durante i titoli la Loren canta anche una canzone. La regista aveva già diretto i due protagonisti Sophia Loren e Giancarlo Giannini nel film Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. “Ieri – conclude Gerini – ho perso la mia adorata nonna. Strano, due figure di donne esemplari molto importanti nella mia vita cui ho guardato con grande ammirazione”.
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