VENEZIA – La Mostra non è solo film e red carpet ma anche momenti di riflessione sui temi del cinema e tra questi momenti il panel che la rivista “8 ½ – Numeri Visioni e Prospettive del Cinema Italiano” – direttore responsabile Giancarlo Di Gregorio e direttore editoriale Gianni Canova -, ha promosso presso gli spazi dell’Italian Pavilion.
Le pagine del bimestrale, ormai da un paio di anni, dedicano una rubrica fissa all’Animazione, che nel numero appena pubblicato (n.64) è anche protagonista dell’approfondimento Sui Generis, che in ogni uscita dà spazio ad un genere cinematografico, in questo caso si parla appunto di Animazione.
Canova, moderatore per l’occasione, ha avuto accanto a sé una rosa di nomi che hanno fatto la Storia – e la stanno facendo – dell’Animazione italiana: Bruno Bozzetto in primis, in collegamento come Enzo D’Alò, e in presenza Giorgio Scorza, regista tecnico e produttore di Strappare lungo i bordi, la serie di ZeroCalcare, e Pietro Pinetti, AD dello Studio Bozzetto e al vertice di BAD – Bergamo Animation Days.
“È un genere tra i più nobili e negletti: si fa ancora una fatica tremenda a far esordire i talenti dell’Animazione”: senza giri di parole Canova apre l’incontro, passando subito la parola a “due maestri: Storia e memoria”, affinché possano commentare e inquadrare lo stato di salute del genere nel nostro Paese.
La questione, secondo Bozzetto, è che “non si crede in questo mezzo d’espressione invece fantastico: ci sono casi di successo incredibili nel mondo. Noi abbiamo autori, la tecnologia a disposizione, ma manca la convinzione di credere in un genere che parla a tutti. Anche per me è un po’ incomprensibile. Il successo di serie come quella di ZeroCalcare dimostra che il pubblico sia prontissimo per queste storie, ma di fronte al produttore che non ci crede non puoi far nulla. Col disegno animato puoi affrontare qualsiasi argomento, senza limitazione. Sono fondamentali scrittori e sceneggiatori”, dice ricordando anche la collaborazione con Piero Angela, “una testa la sua, con delle idee, a cui io ho solo aggiunto la parte visiva”.
Enzo D’Alò conferma: “L’importanza della scrittura, è fondamentale: come in qualunque opera di comunicazione. Credo sia sbagliato vedere l’Animazione, come il cinema in generale, diviso ‘per bambini’ e ‘per adulti’: vorrei far notare come scrivere per i bambini sia cosa delicata e difficile. Si tratta, poi, dell’importanza del raccontare agli adulti di domani. I film per bambini, quando fatti bene, sono importanti anche per gli adulti”.
Poi, dopo la visione del versatile show reel di Movimenti Production, Giorgio Scorza racconta un po’ la genesi dello Studio: “Noi abbiamo cominciato come animatori, con il sogno di uno studio permanente; prima del lockdown abbiamo fondato a DogHead e grazie a quello ci siamo posizionati molto bene per collaborazioni molto diverse, da Strappare lungo i bordi a 52 episodi reboot di Topo Gigio. La sfida procede. È abbastanza sciocco considerare l’Animazione secondo un target, perché è un linguaggio che esprime delle cose e il concetto di industria si basa sulla continuità”. Poi, passando alla serie di Michele Rach, continua dicendo: “È stata anche per noi una sorpresa (di numeri, che non possono essere resi noti, come da accordi con Netflix, che la distribuisce). Una lavorazione in pieno lockdown, un percorso funambolico partito da Michele, che aveva l’idea si far qualcosa in animazione, che nel frattempo aveva un po’ studiato… da lì un rapporto continuativo. Pensavamo che stesse in piedi il prodotto, che funzionasse, ma non che facesse questo successo inatteso: per me sfidante era che riuscisse all’estero, inaspettatamente è stato così anche in Paesi come UK e tantissimo Sud America”.
Canova riflette che “l’animazione forse deve imparare a fare squadra oltre i provincialismi”. E così Pinetti racconta della sinergia con Movimenti “nata 4 anni fa, per collaborare per il mercato italiano, una cosa utile per cercare di dar continuità alle reciproche produzioni. L’unione di queste imprese ci permette di fare rete e in questo contesto Studio Bozzetto lavora come pre-produzione e creatività e questo permette un team stabile, cosa che significa alzare il livello qualitativo. Inoltre, un valore aggiunto per il mercato estero e comunque la collaborazione sul territorio è una cosa aperta”.
Canova torna da Bozzetto chiedendo – come “si dice in giro” – se stia lavorando ad lungometraggio: “No! Sto lavorando a tre corti che verranno uniti in un medio di 25 minuti. Sono tre corti sulla musica classica. E poi…ho la mia età!”, risponde l’autore. “Ma anche genio e saggezza, e ci sono giovani che si sono abbeverati da te”, ribatte il Direttore.
Come Bruno Bozzetto è un maestro riconosciuto nel mondo, anche D’Alò ha esportato sempre i suoi film, come ricorda: “Tutti i miei film sono stati presentati all’esterno, Pinocchio è stato venduto in Paesi inattesi. Ma secondo me è importante cominciare a pensare a un modello di animazione italiana da portare all’estero, come fa la Francia da 30 anni; a noi manca anche un aiuto dalle istituzioni. Perché non imparare a confrontarsi? Non esiste una reciproca possibilità di crescere tutti insieme. Dobbiamo ragionare, siamo un Paese con potenzialità inespresse”. E poi conclude confermando che stia ultimando il suo prossimo film, che sarà distribuito da Bim.
Restando sempre tra presente e futuro, si torna a Strappare lungo i bordi, con la visione di un video di backstage che permette a Scorza di raccontare altri dettagli del progetto: “Michele non ha disegnato tantissimo. Poi il lockdown ha fatto sì che si lavorasse a distanza, creando delle squadre per rendere universale l’universo ZeroCalcare, che è uno che fa tutto da solo, e lì è passato a lavorare con 200 persone circa per 11 mesi, per i 90 minuti finali. C’erano tante sfide, speravamo le persone vedessero il fumetto prendere vita, ma al contempo sapevamo che si stesse reinventando: lui non ha mai usato colore prima, o le ombre e luce. ‘Piacerà al pubblico?’, ci chiedevamo. Ma doveva piacere prima a Michele. Era tutto non banale”, per confermare infine che sia in progress un nuovo progetto con ZeroCalcare, tutto originale, non da una storia già scritta. “Non ha un titolo, è in divenire”.
Gianni Canova lo dice espressamente: “Vogliamo lanciare un SOS anche da qui, dalla Mostra di Venezia, per questa realtà in grande fermento”, citando anche il caso di Virginio Villoresi che con enormi fatiche sta lavorando a un progetto animato da Dino Buzzati.
“…probabilmente si tratta di un prodotto artistico che ‘non ha un mercato’, un altro pregiudizio…”, chiosa D’Alò.
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