Il 15 maggio è la scadenza entro la quale sarà possibile caricare le opere sulla piattaforma FilmFreeway per la 6a edizione di Uno Sguardo Raro, il Festival cinematografico sul tema delle malattie rare, dell’inclusione sociale e della diversità. In gara 4 categorie: corti italiani, corti internazionali, corti di animazione, della durata massima di 15 minuti, e documentari di massimo 20 minuti.
uest’anno Uno Sguardo Raro cambia date e si svolgerà a Roma dal 4 al 10 ottobre: una scelta che lo allontana dalla Giornata delle Malattie Rare prevista nel mese di febbraio, a cui il Festival rimane idealmente collegato. “Si definisce rara una malattia che colpisce meno di 5 persone su 10mila – si ricorda in una nota -. Le patologie rarissime ne colpiscono meno di una su un milione”. Secondo le stime, “i malati sarebbero oltre il milione e mezzo in Italia e 30 milioni in Europa”.
Una giuria tecnica lavorerà alla preselezione delle opere tenendo conto della aderenza ai temi proposti, della qualità narrativa, di quella tecnica e della capacità divulgativa. L’ultima parola spetterà alla giuria di qualità, formata da professionisti del cinema e della televisione insieme a membri della comunità dei malati rari, del mondo della comunicazione, della sanità e dell’Istruzione, presieduta per il terzo anno consecutivo da Gianmarco Tognazzi, che selezionerà i finalisti per ogni categoria dalla short list della giuria tecnica.
La 23ª edizione del Festival, dal 7 al 15 dicembre, celebra Glauber Rocha e Francesco Guccini, accende i riflettori sul cinema indipendente e affronta temi di attualità come il gender gap nel settore cinematografico
In programma una Masterclass di Enzo d’Alò e la proiezione del restauro di Vito e gli altri di Antonio Capuano, realizzato da Cinecittà
Tra i protagonisti Michele Placido, Francesco Costabile, Bruno Bozzetto, Marianna Fontana, Marco Amenta. In programma la proiezione del restauro di Milano Calibro 9
La cineasta tedesca riceve la Laurea Honoris Causa all’Università di Firenze e si racconta sul palco in un dialogo a tutto campo con Piera Detassis