Sonos è Memoria, musiche arcaiche e contemporanee eseguite dal vivo per rianimare memorie visuali della Sardegna degli anni Venti e Cinquanta ritrovate nellarchivio del Luce.
E il film concerto con cui il regista ed etnomusicologo Gianfranco Cabiddu (Il figlio di Bakunin) e un ensamble di 12 musicisti sardi girano il mondo da 8 anni.
Già cd musicale e vhs (distribuita in 10.000 copie dal quotidiano LUnione sarda”) è diventato una pellicola, Passaggi di tempo, impasto di fiction, documentario e musica, prodotto da Làntia, Maganos e Istituto Luce e selezionato come film di chiusura dei Venice Days.
Tra i protagonisti il “direttore musicale” Paolo Fresu, trombettista tra i più noti in Europa, di casa a Parigi come a Berchidda, paese dorigine in cui da anni organizza un importante festival jazz. Al suo fianco, tra gli altri, la voce Elena Ledda, Furio di Castri al contrabbasso, Luigi Lai alle launeddas, il coro polifonico Su Concordiu ‘e su Rosariu.
Che tipo di materiali hai trovato nellarchivio del Luce e come li hai lavorati?
Sonos e memoria è nato nel 1995. Quellanno facevo delle ricerche nellArchivio dellIstituto Luce per Il figlio di Bakunin. Trovai molti filmati di propaganda fascista: dallarrivo di Mussolini in Sardegna alla visita dei gerarchi alle miniere di Carbonia. Fui catturato dai volti dei sardi, soprattutto da quelli femminili, e decisi di decontestualizzarli usandoli come dei giornalieri” per un nuovo montaggio. Al criterio documentaristico o antropologico ho preferito quello narrativo per un viaggio nella memoria di un popolo tra pastori e tessitrici, feste e rituali. Unimmersione in una società preindustriale che va oltre la Sardegna a cui ho voluto dare unanima attraverso la musica. Lidea del film è venuta subito dopo&
In che modo combinerai fiction e documentario nella pellicola?
Ho ripreso dal vivo, con un taglio più documentaristico, alcuni eventi dalla grande forza visiva. Come le celebrazioni della Settimana Santa di Santulussurgiu in cui si esibisce il coro “Su cuncordu ‘e su Rosariu” formato da musicisti non professionisti: dal falegname Giovanni Ardu alla guardia forestale Roberto Iriu. Come lArdia di Sedilo, una selvaggia gara di cavalli in cui corre anche il violoncellista Carlo Cabiddu, o, ancora, la processione di SantEfisio di Cagliari in cui il suonatore di launeddas Luigi Lai suona ogni anno per rispettare il voto” fatto al santo trentanni fa. Metto in scena episodi significativi come lincontro di Elena Ledda con le donne di Orgosolo e il loro rosario musicale. In una scena mostro Paolo Fresu e il padre Lillino, un contadino di Berchidda, impegnati nella compilazione del loro dizionario di sardo/italiano. Lillino ha scritto antiche parole e proverbi in lingua sarda e ha conservato i foglietti in un sacco. Poi, suo figlio li ha copiati in un file digitale.
“Sonos è Memoria” si avvicina a Buena Vista Social Club” di Wenders e a Super 8 Stories” di Kusturica&
Il film di Kusturica sulla sua band è molto personale. Wenders invece mette al centro le emozioni di musicisti portatori di una cultura. Il mio approccio è idealmente simile. Propongo visioni della musica e delle tradizioni dellisola che non hanno nulla a che vedere con limmaginario morto, il folklore imbalsamato con cui viene rappresentata e venduta la Sardegna. Restituisco limmagine di una cultura viva e radicata capace di aprirsi e contaminarsi.
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