“Il mondo dell’audiovisivo è pronto a ripartire e come associazione, insieme ai produttori, abbiamo stabilito un percorso a tappe”, racconta all’ANSA il presidente dell’Associazione Produttori Audiovisivi (APA), Giancarlo Leone. “Innanzitutto, occorre concludere entro pochi giorni tutti i protocolli sanitari necessari per la ripartenza delle società di produzione, condivisi con i produttori cinematografici dell’Anica; la normale ripresa delle attività, fin dal 4 maggio, negli uffici di produzione, nei cantieri e in tutte le attività relative alla preparazione di una produzione. L’obiettivo, tornare sui set entro il mese di giugno”.
Se le attività di preparazione si possono considerare a basso rischio, “perché non è difficile adattarle agli standard previsti”, argomenta Leone, la possibilità di tornare a girare è invece “strettamente collegata all’implementazione di tutti gli strumenti di monitoraggio che consentano la messa in sicurezza di troupe a attori: ma sono ottimista – sottolinea ancora – sul fatto che il progresso tecnologico e i nuovi sistemi di controllo, tra esami sierologici e tamponi a risposta immediata, ci aiuteranno nell’ultimissima fase”, in particolar modo “nelle situazioni in cui non sia possibile rispettare le distanze”. In sostanza, troupe, tecnici e cast potrebbero essere sottoposti a uno screening quotidiano: “Sono convinto che avremo a disposizione la strumentazione necessaria per consentire, auspicabilmente, entro giugno la ripresa. Stiamo lavorando per questo”.
Una ripartenza destinata a dare nuovo ossigeno ai palinsesti: “C’è grande interesse da parte delle emittenti televisive, Rai e Mediaset in particolare, a mantenere un livello alto di disponibilità di prodotto nuovo da trasmettere”, fa notare Leone. Rispetto all’intrattenimento i tempi, poi, potrebbero essere ulteriormente anticipati “perché le modalità di ripresa e i format possono essere adattati alle nuove esigenze di sicurezza”. Questo vuol dire che fin da maggio potrebbe riprendere la preparazione, se non la produzione, di gran parte dei programmi interrotti, a fronte della disponibilità dichiarata della Rai e anche di Mediaset di considerare i mesi e giugno e luglio come stagione piena. “Questo anche in virtù del fatto che le emittenti hanno bisogno di prodotto nuovo, dopo mesi di repliche, e che inevitabilmente la platea televisiva estiva sarà più ampia di quella degli anni precedenti, in ragione di una profonda modifica dei comportamenti sociali”.
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