Giancarlo Fisichella: come Steve McQueen

Motori, azione, adrenalina. Li troveremo in Fast & Furious 7, in uscita il 2 aprile, ma anche nel ciclo di film Fast Cars in onda su Studio Universal. A presentare le pellicole il pilota Fisichella


Motori, azione e adrenalina non sono solo gli elementi principali di Fast & Furious 7, il prossimo capitolo della celebre saga interpretata da Vin Diesel e – per l’ultima volta, prima della tragica scomparsa – dal  compianto Paul Walker, in uscita in Italia il 2 aprile, ma anche della mattinata organizzata da Studio Universal per presentare il film e il ciclo di programmazione di pellicole – intitolato Fast Cars – che lo accompagneranno, a partire dal 3 aprile, ogni venerdì alle 21.15 sul Canale. Si tratta di film ad alto tasso di velocità come Bullit, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno, Sesso e fuga con l’ostaggio e Interceptor. A presentare ogni sera le pellicole un ospite d’eccezione, il pilota Giancarlo Fisichella, che si improvvisa con successo attento osservatore e, perché no, anche un po’ studioso del cinema automobilistico: “In Bullit le sequenza di inseguimento sono fantastiche e incredibilmente realistiche – dice – non c’è gente che sbraita, è tutto privo di dialoghi. Solo rombi di motore e una sincronia e precisione dei drifter che sono le stesse che dobbiamo usare noi piloti, per di più in un film girato in un momento in cui le auto erano molto meno sicure di oggi. Lo stesso Steve McQueen è un grandissimo pilota, incontrarlo mi sarebbe piaciuto. Tra i film di corse oltre alla saga di Fast & Furious che ho visto insieme ai miei figli ho amato molto il recente Rush, che insegna una cosa fondamentale: il talento non basta se non sei totalmente concentrato su quello che stai facendo. James Hunt era più veloce e tecnicamente superiore a Lauda, ma non aveva la stessa passione e si è bruciato per colpa della vita dissoluta che conduceva. Lauda era sempre vicino alla macchina, ai meccanici, dormiva in officina. Era una macchina da guerra”.

La concentrazione è la maggior dote richiesta anche dal corso di guida sicura abbinato all’incontro, che si è svolto nell’apposito centro situato a Vallelunga nei pressi dell’autodromo. Assieme a un bravissimo istruttore e allo stesso Fisichella i giornalisti vengono aiutati a condurre delle vetture in situazioni che simulano possibili pericoli nella guida giornaliera. Niente di particolarmente spericolato. Tutto si svolge in massima sicurezza, ma salire in pista e sapere che degli ostacoli ti si pareranno davanti a sorpresa lascia comunque addosso una certa carica di agitazione. Tre gli esercizi svolti, tra tensione e qualche sana risata liberatoria: controllo del sovrasterzo, frenata di emergenza con utilizzo dell’ABS e infine degli spettacolari testa-coda. L’istruttore guida i presenti via radio e Fisichella commenta con simpatia. “Lo scopo di questo corso – dice il campione in chiusura del corso – è farvi comprendere che il pilota è un mestiere. Nessuno si sveglia e lo diventa in automatico, magari modificando una macchina. Io corro sui go-kart dall’età di 8 anni, vi garantisco che pericoli e momenti di paura sono all’ordine del giro. Ma so di cosa si parla e posso gestirli. In strada non sai cosa può capitarti, per cui il pilota, nella guida giornaliera, non lo devi fare. Se hai la velocità nel sangue e vuoi sperimentare, meglio venire in pista. Costano relativamente poco e ci si può mettere alla prova gradualmente e in tutta sicurezza”.

Il pilota ha anche qualche trascorso cinematografico, avendo doppiato un personaggio di Cars: “Poche battute – ricorda – interpretavo Boost. Con me c’erano Pirro e Zanardi. Mi piacerebbe anche fare qualcosa nel cinema e nella tv, se me lo chiedessero. Anzi, me lo hanno già chiesto. Però adesso sono in piena attività nel campionato Endurance. Faccio avanti e indietro dall’America. L’anno scorso ho fatto delle gare per la Rai e forse le ripeterò. E’ molto impegnativo anche per la mia famiglia. Mia figlia ha preso il patentino e va a scuola da sola, ma non smetto di darle consigli sulla sicurezza. Al maschietto piace correre e quando posso ce lo porto, purtroppo ho poco tempo. Mia moglie è abbastanza tranquilla, mi ha sempre sostenuto. Ogni tanto qualche momento di paura e gelosia, ma ha seguito tutto il percorso con me dalla Formula 3 in poi. Sono stato fortunato. Mio papà che purtroppo è venuto a mancare da poco mi ha trasmesso la passione, aveva un’officina e per farmi correre ha fatto dei sacrifici. A quattordici anni già guidavo e avevo un piccolo stipendio, quando sono entrato in Formula 1 è stata la sua più grande soddisfazione. Se non ce l’avessi fatta oggi sarei a lavorare in officina insieme ai miei fratelli. Ora ho un progetto in testa: una scuola dove si possa imparare l’ABC delle corse. Non solo per i piloti, ma anche per ingegneri e meccanici. Spero in futuro di poterlo realizzare”.

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11 Marzo 2015

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