Gli Acchiappafantasmi sono finalmente tornati dove tutto è iniziato: a New York. Dopo il buon riscontro di Ghostbusters: Legacy, che ha portato la lotta agli spettri nella rurale cittadina di Summerville, il franchise ritrova i suoi punti di riferimento canonici e punta ancor di più sull’effetto nostalgia, a discapito forse di quella frizzante originalità che aveva appassionato il pubblico nel precedente capitolo.
In arrivo nelle sale dall’11 aprile, Ghostbusters: Minaccia glaciale vede ancora al centro del racconto la famiglia Spengler, che ha ripreso proficuamente l’attività di Acchiappafantasmi nell’iconica caserma dei pompieri. Da qui ogni giorno, non senza contrasti con le autorità cittadine, la Ecto-1 parte a sirene spiegate a caccia di entità sovrannaturali. I problemi, però, sono soprattutto all’interno della famiglia, della quale ormai fa parte il Gary interpretato da Paul Rudd, alle prese con il suo nuovo ruolo di patrigno dei giovani Trevor (Finn Wolfhard) e Phoebe (Mckenna Grace). Quest’ultima, in particolare, nonostante la sua evidente genialità ereditata da nonno Egon, si vede estromessa dal lavoro di Acchiappafantasmi a causa della sua minore età. Tutto si complica quando un’entità antica e malvagia cercherà di sfruttare l’ingenuità adolescenziale della ragazza per ottenere il potere perduto e portare una nuova era glaciale tra le strade della Grande Mela.
A combattere questa terribile minaccia insieme agli Spengler ci saranno gli amici incontrati nella precedente avventura, gli storici Acchiappafantasmi (in particolare Ray – aka Dan Aykroyd) e i componenti del nuovissimo Centro di ricerca sul paranormale, un luogo creato per portare la lotta ai fantasmi a un livello superiore. A dare il via alla trama c’è, infine, un nuovo personaggio, lo scapestrato Nadeem, interpretato dal simpaticissimo Kumail Nanjiani, attore comico conosciuto per i suoi ruoli nella sitcom Silicon Valley e in The Eternals che con la sua verve regala i momenti più divertenti di tutto il film.
In questo calderone di stimoli e sottotrame, che rischiano un po’ di far perdere il focus dello spettatore, rallentando il ritmo soprattutto della prima metà del film, il personaggio su cui più ci si concentra è proprio quello della quattordicenne Phoebe. Le scene più interessanti e originali sono quelle che la vedono intessere un rapporto sentimentale che è insieme teen, queer e spettrale con il fantasma di una sedicenne, Melody. In questa relazione adolescenziale impossibile si innesta il nucleo tematico del film: l’importanza della famiglia per la crescita e il sostegno di una persona. In linea con il nuovo target abbracciato dal franchise, il punto di vista si abbassa al livello dei figli, si marginalizza il ruolo degli interpreti storici (“siamo vecchi per questo”) e si smorzano le componenti horror. Ciò che ne esce fuori è un lungometraggio di certo divertente, ma forse un po’ privo di particolare mordente, che, al netto dell’effetto nostalgia, risulterà non troppo galvanizzante per gli appassionati del genere.
Dedicato alla memoria del compianto Ivan Reitman, regista dei due film originali scomparso nel 2022, il quarto capitolo di Ghostbusters, diretto da Gil Kenan, sembra configurarsi come un film interlocutorio, utile per riportare il franchise nelle sue location originali e per passare il testimone a una nuova generazione di Acchiappafantasmi. Sconfitta la minaccia “glaciale”, ciò di cui avrà bisogno la saga in futuro sono idee “fresche” e nuove, che sappiano staccarsi dai riferimenti anni ’80 e portare definitivamente i Ghostbusters nel nuovo millennio.
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