Germano: un premio per tutti gli italiani. E Binoche ricorda Panahi


CANNES – Va a Apichatpong Weerasethakul e al suo Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives, film visionario che sarà sicuramente piaciuto a Tim Burton, la Palma d’Oro di Cannes 63. Originalissimo anche nel look, con uno smoking completamente bianco, farfallino compreso, il cineasta thailandese ha ritirato il premio dalle mani di Charlotte Gainsbourg rivelando di essere così felice per il riconoscimento da avere voglia di baciare la giuria, soprattutto Tim Burton, “del quale amo tantissimo il lavoro e la capigliatura” (mentre Weerasethakul è rasato a zero). Passata l’euforia, il cineasta dedica il suo successo ai genitori che 30 anni fa lo portarono in una minuscola sala cinematografica introducendolo al mistero del cinema, “un mistero che ancora non ha compreso del tutto”. Poi, il pensiero va ai compatrioti in un momento così delicato per gli scontri civili in Thailandia.

 

Se Tim Burton scherza sull’onnipresenza della famiglia (“ma non è il festival Disney”), la politica la fa da padrona ed entra anche nei ringraziamenti dei due premi per le migliori interpretazioni: riconoscimenti in cui c’è un bel po’ d’Italia. E’ una coproduzione italo-francese, girata in Toscana, Copia conforme che regala la vittoria a Juliette Binoche, migliore attrice, nel film di Abbas Kiarostami che si rifà a Viaggio in Italia di Roberto Rossellini. Felicissima l’attrice, che quest’anno campeggia anche sul manifesto ufficiale della kermesse, ringrazia il suo regista e la sua macchina da presa che “l’ha amata immensamente”. Poi, come aveva già fatto la madrina e conduttrice della serata, Kristin Scott-Thomas, Binoche riporta l’attenzione sul grande assente della serata, il regista iraniano Jafar Panahi, al suo nono giorno di sciopero della fame. L’attrice, che in conferenza stampa si era commossa per la vicenda personale del regista, tiene accanto a sé un cartello con il nome del cineasta e dice: “C’è un uomo la cui unica colpa è di essere un artista. Penso a lui questa sera e spero che sia qui con noi l’anno prossimo. E’ una lotta difficile la sua e noi dobbiamo stargli vicino: a lui e al suo paese che ha bisogno proprio di noi artisti”.

 

Poco dopo, sul palco del Palais viene annunciato il riconoscimento al miglior attore. A dividersi il premio sono Javier Bardem, sofferente interprete in Biutiful di Alejandro Gonzalez Inarritu, e Elio Germano la notizia era già trapelata nel pomeriggio – per l’unico film italiano in concorso, La nostra vita di Daniele Luchetti. Bardem che sale per primo a ritirare la pergamena, ringrazia il suo regista, e dedica il premio alla compagna Penelope Cruz, che si commuove in platea seduta vicino alla madre dell’attore, anche lei un’attrice. Germano invece lo raggiunge accennando un inchino, con un’espressione felice ma per niente sorpresa. La stessa che sfodera per il discorso di ringraziamento. Un discorso polemico che il Tg1 riporta solo in parte a causa di un problema tecnico che ha mutilato l’audio del servizio, poi sintetizzato dal conduttore del telegiornale Attilio Romita.

 

“Voglio ringraziare Luchetti, Rai Cinema e Cattleya che mi hanno permesso di fare questo film – ha detto l’attore sul palco – e siccome i nostri governanti rimproverano sempre noi artisti di parlare male dell’Italia nel nostro cinema, volevo dedicare questo premio all’Italia e agli italiani che fanno di tutto per rendere l’Italia un paese migliore tutti i giorni, nonostante la classe dirigente”.

 

Capitanata da Burton, che ringrazia il Festival per avergli fatto scoprire “quanti meravigliosi film sugli esseri umani vengano presentati qui ogni anno”, la giuria ha completato il palmarès assegnando inoltre il premio al migliore regista al francese Mathieu Amalric per Tournée, e lui si è fatto raggiungere sul palco dal suo colorato cast di spogliarelliste burlesque. Premio alla sceneggiatura per Poetry di Chang-dong Lee. Mentre è stato assegnato a Xavier Beauvois e al suo inno alla tolleranza Des hommes et des dieux, già acquistato da Lucky Red, il Gran Premio della giuria.

23 Maggio 2010

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