A 10 anni dalla sua scomparsa, il grande Vittorio Gassman è ancora “il mattatore” per eccellenza.
Lo sarà anche alla prossima Mostra di Venezia che gli dedica, assieme alla Biennale, un articolato omaggio costituito da due fasi.
La prima, una sorta di pre-festival, è la proiezione della versione restaurata di Profumo di donna (1974) di Dino Risi, con cui Vittorio vinse il Premio come miglior attore a Cannes e il David di Donatello. L’evento si terrà all’Arena di Campo San Polo il 31 agosto in collaborazione con il Comune di Venezia e con il Centro Sperimentale Cineteca Nazionale che ha fornito la copia del film. Profumo di donna è tratto dal libro di Giovanni Arpino, Il buio e il miele, che ebbe anche un adattamento americano, Scent of a Woman di Martin Brest, con cui Al Pacino vinse l’Oscar come attore protagonista.
La collaborazione fra Arpino e Risi sarebbe proseguita con la trasposizione di Anima persa, ancora con Gassman e Catherine Deneuve.
La seconda fase, il 1° settembre, è la partecipazione al festival del film-confessione Vittorio racconta Gassman, una vita da Mattatore, realizzato da Giancarlo Scarchilli con la collaborazione di Alessandro Gassman. Una prima mondiale per celebrare quello che sarebbe stato il giorno dell’88° compleanno di Gassman, ricostruendo il percorso professionale e umano del Mattatore attraverso materiali inediti, di repertorio, filmini di famiglia e, soprattutto, dalla voce dello stesso Gassman e di suo figlio Alessandro, con la “partecipazione straordinaria” di importanti colleghi e amici. Una quarantina i personaggi del mondo dello spettacolo parlano di Vittorio, tra questi Agostina Belli, Sergio Castellitto, Dino De Laurentiis, Giancarlo Giannini, Roberto Herlitzka, Mario Monicelli, Ornella Muti, Jacques Perrin, Anna Proclemer, Gigi Proietti, Francesco Rosi, Ettore Scola, Jean-Louis Trintignant, Carlo Verdone, Paolo Virzì.
Gassman era nato a Genova il 1° settembre 1922 da un ingegnere edile tedesco e dalla pisana Luisa Ambron. Interrotti gli studi di giurisprudenza per iscriversi all’Accademia d’Arte Drammatica, sin dalla stagione 1941 – 42 esordì in palcoscenico ne La nemica (1943) di Niccodemi a fianco di Alda Borelli, distinguendosi per la straordinaria presenza scenica e le doti di temperamento, doti che con il tempo gli varranno il soprannome di “mattatore”.
Si afferma dunque come uno dei più apprezzati fra i giovani attori della scena teatrale nostrana lavorando – tra gli altri – con Guido Salvini, Luigi Squarzina e Luchino Visconti, fino a diventare direttore unico (dalla stagione 1954 – 55) d’una propria compagnia, con cui si cimenta in opere di Alfieri, Shakespeare, Dumas, Manzoni, Williams. Da ricordare la sua versione del dramma di Pier Paolo Pasolini Affabulazione (1977).
In tv, da menzionare il successo ottenuto nel 1959 con la trasmissione d’intrattenimento Il mattatore, per la regia di Daniele D’Anza, e le fortunate trasposizioni per il piccolo schermo di alcuni suoi grandi successi teatrali. Dal 1946 comincia invece la sua fortunata carriera nel cinema, cui si dedicherà con sempre maggior frequenza nel corso del tempo: I soliti ignoti, La grande guerra , Il sorpasso, I mostri, L’armata Brancaleone, In nome del popolo italiano, C’eravamo tanto amati e naturalmente Profumo di donna, solo per citarne alcuni, sono classici che non hanno bisogno di presentazioni.
Racconta Scarchilli: “Vittorio Gassman era, come lui stesso rivelerà nel film, una persona timida, introversa, fragile, divertente, che aveva iniziato scrivendo poesie. Nel corso della sua vita pubblica, però, si era quasi sempre mostrato agli altri sicuro, forte, spavaldo, spesso antipatico. E questo tradimento, rispetto alla propria natura, probabilmente lo ha pagato con la depressione che l’accompagnò nell’ultima parte della sua esistenza”.
Fu probabilmente vittima della sindrome bipolare , e intorno a questa sua esperienza scrisse anche un libro: “Memorie dal sottoscala”.
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