Hanno scatenato un vespaio di reazioni le parole del neo ministro per i Beni e le Attività Culturali Giancarlo Galan, che in un’intervista a ‘La Stampa’ sostiene che siano troppi due festival del cinema in Italia e che è sufficiente quello di Venezia, “il più antico del mondo”. “Sono stato il primo a sostenere che i due Festival così concepiti erano in concorrenza – ha dichiarato Galan – Certo, sarebbe ridicolo a Roma non occuparsi di cinema, visto che ne è la patria … ma un festival in concorrenza è stravagante. Anzi, visti i fondi a disposizione si rischia di indebolire entrambe le manifestazioni”.
Prima risposta quella del sindaco di Roma Gianni Alemanno: “Al ministro Galan voglio dire due cose – risponde il sindaco Alemanno – Primo che quella tra il festival di Roma e quello di Venezia è ormai una polemica superata. E un ministro della Repubblica deve unire i territori e non dividerli riaprendo vecchi e superati contenziosi. Secondo, il festival di Roma lo pagano innanzitutto sponsor privati e poi, solo in minima parte, le istituzioni del territorio, mentre il Ministero ci dà soltanto 200 mila euro su progetti mirati a fronte di 7 milioni di euro che ogni anno vengono dati in maniera fissa al Festival di Venezia. Quindi se continuare a svolgere il Festival del Cinema lo decide la città di Roma, sia sul lato istituzionale sia, soprattutto, sul versante della società civile e del mondo culturale. E noi abbiamo già deciso da tempo di andare avanti con un Festival che continua a crescere ogni anno e ha sempre maggiori riscontri nazionali e internazionali”.
“Che noia! – dice il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti – Anche oggi abbiamo a che fare con la solita e pretestuosa polemica, ovviamente contro Roma, da parte di esponenti del governo leghista di destra guidato da Silvio Berlusconi. Ora è il turno del neo ministro Galan, che non si è ancora insediato e già coglie l’occasione per attaccare la festa del cinema della capitale. Siamo amareggiati anche perché il festival raccoglie dal Ministero fondi solo per 200mila euro, a fronte dei 7 milioni che giustamente vengono concessi al Festival di Venezia, ma questo forse il neo ministro non lo sa ancora e non si dovrebbe parlare senza cognizione di causa. Siamo anche dell’avviso che maggior competitività, anche in questo settore, produca un aumento della qualità dell’offerta culturale al paese. Mi fa specie che un governo, apertamente dichiarato liberale e liberista, sia contro una sana competizione e voglia difendere quello che sembra un monopolio di stampo medievale. Forse solo perché questo esecutivo vuole comandare e distribuire poltrone di enti che controlla in maniera diretta. La Provincia di Roma difenderà in ogni modo e in ogni sede questo evento che in sei anni ha raggiunto brillanti risultati, ottenendo record di incassi e presenze a livello internazionale”.
“Noi abbiamo voluto e difeso il Festival di Roma che anche quest’anno vedrà la partecipazione di tutte le istituzioni locali e proseguira’ anche nei prossimi anni – ha detto il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini – a margine dell’evento odierno ‘Sulla rotta della sicurezza’. Io direi che il ministro – ha proseguito – in questo momento particolare in cui parliamo di federalismo e in cui ci sono molti dibattiti che dividono, forse sarebbe opportuno che desse un contribuito all’unità del nostro paese che celebra i 150 anni. Le parole di un ministro pesano e ci aspettiamo quindi che su questo sia più chiaro. Peraltro noi partecipiamo come Regione Lazio al Festival del Cinema di Venezia quindi ci aspettiamo che tutti riconoscano anche quello di Roma”.
A difesa del neo-ministro interviene il sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Maria Giro: “Sono pienamente d’accordo con Galan che la Mostra d’arte cinematografica di Venezia sia una priorità del Governo nazionale e per questo riceve da sempre fondi statali – dice il sottosegretario – Sarebbe un errore sollevare una polemica sulle osservazioni del ministro che semplicemente fotografano con fedeltà le prerogative del Governo sul Festival di Venezia. Il Festival del Cinema di Roma non rientra nelle attività promosse dal Governo. Galan – aggiunge – ha detto cose sacrosante che condivido pienamente. Le sue sono tutte dichiarazioni pertinenti che dimostrano una conoscenza dei temi, dei problemi connessi e delle possibili soluzioni da promuovere. Roma non può non occuparsi di cinema – precisa – ma dovremo forse considerare anche come azione di Governo un rilancio in grande stile di Cinecittà. Resta in piedi il problema del mercato dei diritti cinematografici che Venezia non ha mai avuto e dopo la chiusura del Mifed di Milano ha ripreso vigore con la Festa del Cinema di Roma grazie alla guida di Roberto Cicutto, Presidente di Cinecittà Luce, da noi finanziata”.
“Se per caso il nuovo ministro dei Beni Culturali non se ne fosse accorto Roma è da sempre considerata la capitale cinema italiano e il 65% della produzione cine audiovisiva d’Italia si fa nel Lazio – dice invece l’assessore alla Cultura, arte e sport della Regione Lazio Fabiana Santini – Già questo basterebbe per affermare che Roma ha tutte le carte in regola per avere il suo Festival del Cinema. Ma se a questo aggiungiamo che il Festival romano si sostiene economicamente grazie agli sponsor privati e alle istituzioni locali e che il contributo che il Mibac offre annualmente e’ assolutamente irrilevante, questo ci conferma nella convinzione che non spetta a Galan dire se il nostro festival debba esistere o no. A parte ogni inutile e già largamente superato campanilismo – aggiunge l’assessore – pensiamo che il connubio tra il festival e il mercato cinematografico e audiovisivo, che si è deciso di rafforzare già dall’immediato futuro, sarà fondamentale per dare nuovo impulso allo sviluppo del comparto economico cine-audiovisivo del Lazio e della Capitale”.
“Non c’è male come prima uscita – dice Vannino Chiti, commissario del Pd del Lazio – un bell’attacco frontale alla Festa del cinema della Capitale. Siamo stanchi di ascoltare polemiche contro Roma da parte di esponenti di governo. Quella del ministro Galan, che sicuramente avrà ben altri problemi da risolvere dopo la disastrosa gestione precedente, è una disputa provinciale, inutile e senza senso”.
”Il Festival internazionale del Film di Roma continuerà a crescere”, è certo il presidente della Camera di Commercio di Roma Giancarlo Cremonesi che fa notare: “la manifestazione, sempre più apprezzata dal pubblico e dalla critica, è in gran parte finanziata da sponsor privati e riceve contributi minimi dal Mibac e dagli enti locali”. ”Tra l’altro il Lazio e, piu’ specificamente la provincia di Roma – prosegue Cremonesi – rappresenta il territorio di massima concentrazione di imprese di audiovisivo in Italia”.
Di parere analogo Lorenzo D’Amico, membro del direttivo dei 100autori, cha ha commentato all’adnkronos: ”Il festival del cinema di Roma e quello di Venezia non sono mai stati in competizione, anche perché non si svolgono nello stesso periodo. E per quanto riguarda i fondi, la kermesse romana storicamente si è sempre retta sui finanziamenti privati. Poi certo riceve anche dei soldi pubblici ma, comunque, ad ambedue i festival non manca il prestigio per trovare sempre nuovi sponsor. Se il ministro vuole tagliare i fondi appena recuperati lo dica chiaramente, se invece vuole spendere meglio quelli che ci sono siamo pronti a discutere. A breve, infatti, scriveremo una lettera a Galan per chiedergli un tavolo di confronto proprio sul tema dei finanziamenti. Le sue ultime dichiarazioni però hanno un sapore di ‘bondiana’ memoria, sembrano quasi far intendere: ‘devo tagliare e lo faccio indiscriminatamente”.
“Bel biglietto da visita quello di Galan – afferma il senatore Pd Vincenzo Vita – che non è ancora entrato nelle funzioni di ministro e già attacca la Festa del cinema di Roma. Ma prima di occuparsi di Roma, dove fu immaginata l’esperienza straordinaria e completamente diversa dalla Biennale, dia uno sguardo e dia risposte immediate all’incresciosa vicenda del nuovo Palazzo del Cinema di Venezia. E cosi’ si capirà se c’è davvero un nuovo ministro o un polemista del centrodestra del Nord”.
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