Gabriella Pession


Ha solo 23 anni, Gabriella Pession, ma l’esperienza non le manca. Ha già interpretato diversi ruoli al cinema (gli ultimi due film di Pieraccioni, Ferdinando e Carolina di Lina Wertmuller e Voci di Franco Giraldi con Valeria Bruni Tedeschi, per citarne solo alcuni), e in tv, La Bibbia su tutti. Attualmente è tra i protagonisti del nuovo film di Francesco Apolloni La verità, vi prego, sull’amore (leggi l’intervista su Cinemazip), opera corale ispirata al Girotondo di Schnitzler. Ultimi giorni di riprese, un’occasione per parlare anche del lavoro dell’attore in Italia.

Che tipo di esperienza hai riportato da questo set?
Buona, abbiamo fatto molte prove di recitazione a tavolino. Inoltre, prima di diventare una sceneggiatura, La verità, vi prego, sull’amore era un testo teatrale portato in scena per due stagioni di seguito. Di conseguenza a noi attori è stata data la possibilità di partecipare più attivamente alla “costruzione” del film. Non avviene spesso in Italia.

Tu hai lavorato anche in produzioni estere. Che analogie/differenze hai riscontrato dentro e fuori dall’Italia?
Analogie, direi nessuna. Differenze, molte. Credo che in Italia l’attore debba recuperare una professionalità che in qualche modo ha perso. Non saprei analizzarne bene i motivi perché sono giovane, ma ne vedo gli effetti. E sono disastrosi. Parlo anche da persona nata e cresciuta negli Stati Uniti. Trovo una difficoltà enorme qui a essere capita nel mestiere che svolgo. Un problema che all’estero non ho mai avuto, certe volte provo quasi vergogna: alle attrici viene suggerito più che altro di fare la velina, la bambola. O magari vieni riconosciuta perché hai fatto la pubblicità del Ciobar. Una sorta di gioco al ribasso della nostra capacità professionale. E’ così che il mestiere dell’attore scompare. Nel nostro Paese esistono bravissimi attori, regolarmente schiacciati da un sistema che non funziona.

Quali problemi vedi in particolare?
I rapporti tra produzione e regia durante la lavorazione dei film, per esempio. Ogni film è come un figlio, e come tale dovrebbe essere vissuto da tutti. E invece ogni volta si lavora in situazioni di estrema tensione dovute a fattori esterni al set. Sono convinta che questi elementi alla fine trapelano dai film italiani.

Che ruolo interpreti?
Il personaggio-sorpresa del film, quindi non posso dire di più, però un ruolo positivo.

autore
26 Marzo 2001

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