Fratelli nella Cuba post Fidel


“C’è sempre stata la volontà di evitare accuratamente cliché da cinepanettone o cinecocomero che dir si voglia, di perseguire un racconto vero, di non mostrare solo una serie di gag, correndo il rischio di dover interessare il pubblico, oltre che di intrattenerlo”. Lo dice il regista Dario Baldi presentando la sua opera prima Faccio un salto all’Avana, prodotto da Rodeo Drive e interpretato da Enrico Brignano e Francesco Pannofino e in uscita con 370 copie il 22 aprile con Medusa.

 

“il film per me ha una grande qualità – continua il regista -sia nell’idea che sullo schermo: la semplicità. La semplicità di un film per tutti, dove ognuno trova il suo angolo di interesse. La semplicità di un racconto vero”.

 

La storia è quella di Fedele e Vittorio, due fratelli romani orfani e dai caratteri opposti. Tanto è posato e buono Fedele quanto cinico e prevaricatore è Vittorio. Un giorno viene ripescata l’auto di Vittorio in fondo a un lago e tutti lo piangono molto. Fedele si sobbarca il vuoto lasciato dal fratello, consola la cognata, accudisce le nipotine, risarcisce i suoi debiti. Finché un giorno, quasi per caso, scopre che il fratello è ancora vivo e si nasconde all’Avana, a Cuba, dove organizza truffe ai ‘turisti de chicas’ con la complicità di una ragazza del luogo…

 

Il regista dice di non aver mostrato una Cuba da cartolina, “volevo far vedere invece tutto di questa isola anche le sue affascinanti povertà. Insomma mi sono allontanato il più possibile dai film balneari, e ho puntato su una commedia leggera, senza riferimenti al turismo sessuale, una commedia pulita, ma non puritana”.

 

“Vittorio è un romano sveglio, pratico, tutt’altro che un santo – racconta l’attore Francesco Pannofino a proposito del suo personaggio – che mi ha permesso di interpretare una storia divertente, ben strutturata e che non va confusa con un qualsiasi film vacenziero ‘d’evasione’. Il copione era molto definito, ma il contesto in cui ci muovevamo ha stimolato la creatività di tutti, in scena e fuori, per l’atmosfera, l’allegria, i colori. Abbiamo improvvisato parecchie sequenze, grazie all’ambiente in cui ci muovevamo che si è rivelato decisivo. Ma – aggiunge l’attore – essere a Cuba per lavoro è molto diverso dall’andarci in vacanza senza impegni. Ho avuto l’opportunità di vivere l’isola da un’altra prospettiva, grazie a un amico italiano del regista che vive lì da tempo e mi ha fatto conoscere la parte vera di Cuba, ben diversa da quella che vivono i turisti. E’ un paese fermo nel tempo, che può contare su diverse opportunità positive grazie al buon funzionamento di istruzione e sanità, e alla garanzia, per ogni cittadino, di una quantità di cibo sufficiente per viviere. Ma non ci sono margini di progresso, a causa dell’embargo che consiziona e frena l’economia: l’iniziativa privata è bloccata, i cubani si devono organizzare tra loro come possono per far fronte all’indigenza, esistono medici eccellenti che guadagnano meno di un cameriere che si industria con la doppia moneta, dato che un turista paga 15 volte il prezzo di un cittadino locale”.

 

La “bella” del lotto è la colombiana Aurora Cossio, nei panni della truffaldina che farà innamorare il buon Fedele (Brignano). “All’Avana ho visto molte situazioni difficili – dice l’attrice – ho sentito tanto dolore nelle ragazze che si prostituiscono per necessità e provato verso di loro molta solidarietà. Mi ripugnano i turisti sessuali che si servono di loro senza scrupoli e poi se ne tornano nel paese d’origine come se nulla fosse. Anche per me la scena più dura e faticosa è stata quella in cui cercano di violentare Almadedios, il mio personaggio. Ho sentito la situazione come fosse vera, come se fossi io a reagire spaventata al sopruso, non fingevo, i miei sentimenti erano reali, e capivo benissimo le motivazioni della ragazza che si innamora di Fedele quando lui corre a salvarla”.

 

A margine lo sfogo di Pannofino sul mancato successo al box office di Boris, il film nel quale interpreta il regista sfigato in cerca di riscatto: “Non sono affatto ferito per quello che è successo al box office, ma la scelta di 01 di far uscire questo film così tardi in sala è stata certamente sbagliata. Per non parlare di quel manifesto sbagliato col pesciolino rosso. Chi l’ha visto e non conosceva la serie avrà pensato che fosse il cartone animato di Pasqua”.

autore
20 Aprile 2011

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