Francesco Nuti


F. Nuti“Il mio è un commissario disperato, una bestia con poco futuro e quasi nessun rapporto con il mondo”. Così Francesco Nuti su Francesco De Bernardi, il poliziotto da lui interpretato protagonista di Concorso di colpa, giallo di Claudio Fragasso ambientato a Roma tra la fine degli anni ’70 e oggi. La pellicola, film sugli anni della contestazione e del terrorismo in concorso al 21. Europa Cinema, vetrina del cinema europeo diretta da Felice Laudadio, segna il ritorno al grande schermo dell’attore e regista toscano dopo gli anni del flop commerciale di Caruso zero in condotta. A lui, l’attore e regista messo in panchina anche a causa di una lunga depressione, il festival ha consegnato in occasione della serata di chiusura un premio speciale, intitolato “Bentornato Francesco”.
Un incoraggiamento reso più forte ed efficace dal pubblico del Teatro Politeama di Viareggio, che ha riservato all’attore, appena salito sul palco, l’applauso più lungo della serata. Nuti, appena ricevuto il premio ha ricordato: “Dopo Caruso zero in condotta ho preso molti zero da critici e giornalisti, ma ho alle mie spalle 16 film di cui 14 di successo”. L’attore ha poi dedicato il premio al fratello, Giovanni Nuti, “ottimo medico e grande musicista. Il bene che ci vogliamo lo portiamo dietro anche nei film che facciamo e questo è il dono che i nostri genitori ci hanno lasciato”.

Come procede lo sviluppo del suo film da regista?
La preparazione vera avverrà tra febbraio e marzo. Solo quando potrò cullare un bambino sarà girato tra Siena, la Val D’Orcia e, per gli interni, a Roma. Ho scritto il soggetto da solo e l’ho sceneggiato insieme a Malù Di Lonardo e Maurizio Cohen. Si tratterà di una commedia, ma questa volta il pubblico non morirà di risate. I toni saranno più pacati. Nel film ci saranno Philippe Noiret e Carlo Cecchi.

Dopo anni di silenzio, è tornato davanti la macchina da presa. Come è andata sul set di “Concorso di colpa”?
Le prime due settimane soffrivo. L’istinto mi diceva di andare dietro la macchina da presa e dirigere il film, come ero solito fare in passato. Ciò che mi ha aiutato a tornare sulla scena è il fatto che non si trattava di una commedia, non avrei infatti mai accettato di essere diretto da qualcuno per un film di questo genere. Qui giocavo su un terreno diverso, quello del film drammatico, un’esperienza che non ho mai affrontato, né come attore, né come regista.

Il suo personaggio, il commissario è un uomo le cui sfaccettature si scoprono a poco a poco. Bernardi ha qualche scheletro nell’armadio.
Per un attore di commedia, quale sono io, è più facile recitare una parte drammatica diversamente da un attore drammatico che affronta con più difficoltà il ruolo comico. Il mio sorriso, quello visto in tanti miei film, messo in un plot diverso come quello di Concorso di colpa è diventato malefico. De Bernardi è un personaggio che gioca a fare il cattivo, uno che se ne frega degli affetti, di suo figlio. De Bernardi è rimasto fregato molto tempo fa. A inchiodarlo al suo passato ci penserà proprio l’amico che più fa esercizio di memoria, un professore universitario interpretato da Alessandro Benvenuti.

Come siete entrati in contatto lei e Fragasso?
Del regista conoscevo Palermo Milano solo andata, un film che avevo apprezzato. Mi ha chiamato a fine estate nel mio ufficio di Roma proponendomi di leggere la sceneggiatura. Abbiamo girato a novembre.

Come si è mosso Nuti attore sul set, senza il controllo della macchina da presa?
A orecchio. Sentivo la macchina da presa e i suoi movimenti con il mio udito. Anche se faccio l’attore, una parte di me mentre recita è sempre dietro la macchina da presa e controlla la scena, le inquadrature.

Parla della macchina da presa come di qualcosa di umano.
Ne parlo come di una compagna di vita.

autore
25 Agosto 2005

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