Un film tutto italiano scritto pensato e girato a esclusivo uso e consumo del web. Si chiama I terrazzi, regia di Stefano Reali e sarà on line, con i primi sei minuti della storia, a partire dal 19 dicembre. Due volte a settimana, sul sito di Cinecittà, verranno pubblicati tre minuti di pellicola, il diario di bordo del regista e ancora interviste, scene tagliate e tutto quello che altro può offrire la visione digitale. Mentre su Cinemazip potete leggere uno speciale tutto dedicato all’iniziativa.
I terrazzi è uno dei vanti di Cinecittà che con questo progetto batte sul tempo Hollywood. Lo afferma con orgoglio Francesco Gesualdi, direttore di Cinecittà Holding, al quale abbiamo chiesto di spiegarci dettagli e prospettive di questa operazione.
Come è nata l’idea?
È iniziato tutto durante uno dei “Martedì di Cinecittà”. Stefano Reali è stato ospite di uno dei nostri incontri e si è entusiasmato all’idea di girare un film per il web, buttandosi a capofitto nella realizzazione.
Sarà un’iniziativa isolata o dobbiamo aspettarci un seguito quanto prima?
Noi speriamo, vivamente, che questo sia soltanto l’inizio. Abbiamo lanciato un sasso e confidiamo che scateni il relativo effetto d’urto.
La curiosità verso le nuove prospettive offerte da un mezzo come Internet è enorme. Basti pensare che per il concorso “Cinecittà digital” siamo stati sommersi da quasi seicento sceneggiature.
Qual è il valore aggiunto del digitale rispetto agli schemi di produzione classici?
La libertà, in tutti i sensi. Libertà di budget, prima di tutto. Progetti meno vincolati a finanziamenti onerosi, spesso impossibili da trovare.
E poi, maggiore visibilità. Con pochi mezzi un film può essere visto in tutto il mondo. Una vetrina davvero invidiabile, e anche una bella palestra, per tutti gli aspiranti cineasti.
Non c’è il rischio che diventi un terreno anarchico e senza regole?
Certo, molte cose hanno bisogno di essere meglio definite. Come lo sfruttamento dei diritti, per esempio.
Cos’altro manca al cinema on line?
La tecnologia deve fare ancora un lungo cammino. Ma, per quanta strada possa fare, non toglierà mai magia al grande schermo. L’ambiente naturale del cinema resta la sala.
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