“Ho già firmato il decreto che prevede 90 giorni nelle sale prima di andare sulle piattaforme. Questo vale da sempre in Italia per i film italiani che hanno avuto contributi pubblici. Ora stiamo lavorando, un po’ come hanno fatto in Francia, per immaginare una norma che estenda la finestra anche a tutti i tipi di film, italiani e non italiani”. A dirlo, il ministro della Cultura Dario Franceschini, intervenendo oggi al convegno Anica “La fabbrica delle immagini non si ferma”.
“L’Italia è il Paese che per il mondo della cultura ha messo la cifra in assoluto più grande, anche in percentuale, di tutti i Piani nazionali di ripresa e resilienza: 7 miliardi. In particolare per cinema e audiovisivo è stato fatto un investimento molto forte che durerà diversi anni. – prosegue ancora Franceschini – È un momento di esplosione del mercato, del cinema nel mondo e l’Italia ha anticipato e incrociato questo momento positivo con investimenti molto importanti sulle strutture, come 300 milioni per Cinecittà. E sulle politiche fiscali, attraverso il Tax credit, che è uno dei più forti in Europa. C’è molto ottimismo”.
Infine, conclude: “bisogna allargare la platea del pubblico che va al cinema. Ci sono stati motivi di attrito, ma il 29% delle persone che frequentavano i mercoledì a due euro dicevano di non essere mai entrati in una sala cinematografica prima di allora. Questo significa allargare le platee. Aiutare la crescita italiana, senza però trasformare il paese in un territorio di conquista, con iniziative offensive con le quali aiutare anche i produttori e metterli in condizioni di andare e comprare all’estero. Non bisogna lavorare solo in difesa. Se lavoriamo a livello europeo l’Europa può diventare il più grande produttore e consumatore di cinema e audiovisivo”.
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