Il ministro Dario Franceschini ha annunciato l’emanazione di una direttiva per tutelare le sale cinematografiche di interesse storico esistenti su il territorio italiano. Saranno considerate “sale cinematografiche storiche” quelle già dichiarate di interesse culturale; quelle che rivestono significativi riferimenti con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte e della cultura del nostro Paese e quelle esistenti almeno dal 1°gennaio 1980.
Tali strutture, qualora già non sottoposte al vincolo storico-artistico, potranno essere interessate da un’istruttoria per dichiararne l’interesse culturale e sottoporle a vincolo di destinazione d’uso, come avvenuto nel recente caso del cinema America a Roma. Per tale censimento l’amministrazione coinvolgerà le associazioni di categoria, gli operatori del settore e gli Enti locali.
“Questa direttiva – ha dichiarato il ministro Franceschini – mira a vincolare la destinazione d’uso dei cinema di centri storici e periferie con valore culturale e sociale. Il provvedimento segue la direzione di quelli già inseriti nel decreto art bonus a favore del cinema italiano che prevedono per le piccole sale cinematografiche benefici fiscali pari al 30% dei costi sostenuti per il restauro e l’adeguamento strutturale e l’innalzamento da 5 a 10 milioni di euro del limite del credito d’imposta per attrarre le grandi produzioni internazionali”.
Il ministro, che è al Lido per la serata inaugurale della Mostra, ricorda tra i provvedimenti recenti la defiscalizzazione da 5 milioni a film a 10 milioni a impresa, fatto questo che consentirà di rendere attraente per le produzioni nazionali, ma anche internazionali, di girare nel nostro Paese per tutta la durata del film.
C’è inoltre ottimismo sul cinema italiano, “è una bella stagione che dopo i successi internazionali mostrerà qui a Venezia, con i tre film in concorso di Martone, Munzi e Costanzo, ma anche con gli altri nelle altre sezioni della rassegna, quella grande vitalità e creatività che prossimamente vogliamo aiutare con provvedimenti che incentivino le produzioni indipendenti e in generale. Il cinema italiano – ha concluso Franceschini – non ha solo un glorioso passato, ma anche un glorioso presente”.
"Una pellicola schietta e a tratti brutale - si legge nella motivazione - che proietta lo spettatore in un dramma spesso ignorato: quello dei bambini soldato, derubati della propria infanzia e umanità"
"Non è assolutamente un mio pensiero che non ci si possa permettere in Italia due grandi Festival Internazionali come quelli di Venezia e di Roma. Anzi credo proprio che la moltiplicazione porti a un arricchimento. Ma è chiaro che una riflessione sulla valorizzazione e sulla diversa caratterizzazione degli appuntamenti cinematografici internazionali in Italia sia doverosa. È necessario fare sistema ed esprimere quali sono le necessità di settore al fine di valorizzare il cinema a livello internazionale"
“Non possiamo permetterci di far morire Venezia. E mi chiedo se possiamo davvero permetterci due grandi festival internazionali in Italia. Non ce l’ho con il Festival di Roma, a cui auguro ogni bene, ma una riflessione è d’obbligo”. Francesca Cima lancia la provocazione. L’occasione è il tradizionale dibattito organizzato dal Sncci alla Casa del Cinema. A metà strada tra la 71° Mostra, che si è conclusa da poche settimane, e il 9° Festival di Roma, che proprio lunedì prossimo annuncerà il suo programma all'Auditorium, gli addetti ai lavori lasciano trapelare un certo pessimismo. Stemperato solo dalla indubbia soddisfazione degli autori, da Francesco Munzi e Saverio Costanzo a Ivano De Matteo, che al Lido hanno trovato un ottimo trampolino
Una precisazione di Francesca Cima
I due registi tra i protagonisti della 71a Mostra che prenderanno parte al dibattito organizzato dai critici alla Casa del Cinema il 25 settembre