L’attesissima trasposizione cinematografica del diario di confessioni erotiche Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire, uno dei più grandi successi letterari degli ultimi anni, sarà in circa 200 sale a partire dall’11 novembre prossimo distribuito dalla Sony Pictures Releasing Italia. Oltre a suscitare un grande interesse per il successo del romanzo da cui è tratto, il film Melissa P. è anche la prima esperienza da produttrice di Francesca Neri con la società “Bess Movie” (di cui è titolare insieme al compagno Claudio Amendola) e la prima partecipazione della Sony in una produzione e distribuzione italiana.
Girato a Lecce in sette settimane per la regia di Luca Guadagnino e con un budget di 3,4 milioni di euro, Melissa P. è attualmente in fase di montaggio. La produttrice Francesca Neri, che ha concluso solo la settimana scorsa il suo impegno come attrice nella fiction Mediaset La signora delle camelie, è stata l’artefice della scelta del regista e poi della diciottenne attrice spagnola Maria Valverde (premio Goya come attrice rivelazione per il suo primo film La Flaqueza del bolchevique).
Come mai per un film italiano avete optato per una protagonista spagnola?
Abbiamo fatto tantissimi provini in Italia senza trovare una giovane attrice che fosse allo stesso tempo innocente e sensuale, che potesse sentire un personaggio così “estremo” in modo puro. Ci siamo allora orientati verso la Spagna, e ricordo ancora benissimo il provino di Maria: ha un talento straordinario, ho pensato subito che lei fosse Melissa. Maria Valverde è stata anche la molla per mettere in piedi una coproduzione spagnola. Quest’ultima si era resa necessaria data la mancanza di coraggio tutta italiana per un’operazione come questa.
Perché ha inaugurato la sua carriera di produttrice con la trasposizione di questo libro?
Ho letto Melissa P. nell’estate di due anni fa e mi sono molto emozionata. Ho pensato che fosse interessante e affascinante ridare alla donne quelle emozioni tipiche dell’adolescenza che poi si portano dentro per sempre. Il sesso per le adolescenti è un fondamentale strumento di comunicazione: serve a rapportarsi con l’universo maschile ma anche con sé stesse, scoprendo il proprio corpo. L’adolescenza è infatti un’età di trasformazione, in cui il corpo ha una centralità assoluta.
C’è stato un coinvolgimento dell’autrice nel film? Quanto è fedele al romanzo?
Inizialmente abbiamo provato a dialogare con Melissa Panarello, ma non è stata coinvolta nella sceneggiatura scritta poi da Barbara Alberti, Cristina Farina e Luca Guadagnino anche perché era sempre in giro per il mondo. Il film è decisamente diverso dal libro, soprattutto perché nel romanzo non c’è una storia, ma un racconto femminile molto dettagliato con scene di sesso esplicite. Abbiamo conservato questa precisione dell’approccio femminile ma, per esigenze narrative e cinematografiche, abbiamo creato anche una storia con dei personaggi. So che l’autrice non è contenta della sceneggiatura, ma capisco che per lei sia stato difficile accettare il “distacco” dalla sua opera nel momento in cui è stata venduta al cinema e soprattutto le trasformazioni necessarie per raccontarla attraverso le immagini.
È stata una scelta commerciale realizzare un film da un caso letterario di tale successo?
Sicuramente l’evento commerciale aiuta, ma non è stato quello l’unico motivo. Alla base c’era soprattutto una buona storia che sappiamo avere un target forte e ben preciso. Ultimamente poi si vedono sempre più film tratti da romanzi anche perché nel cinema c’è una crisi di storie e di sceneggiature. Tutti gli ultimi libri che ho letto li ho letti in funzione di una possibile trasposizione cinematografica.
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