Fondo di garanzia per il futuro della sala


VENEZIA – Non solo digitalizzazione, ma anche comfort e multifunzionalità. Questo serve alle sale secondo i relatori del convegno Investimenti e accesso al credito per le sale cinematografiche, che si è tenuto oggi al Lido nell’ambito della 69ma Mostra. L’incontro è stato brevemente introdotto dal moderatore Enrico Di Mambro, consulente della presidenza ANEC – Associazione Nazionale Esercenti Cinema, che lo ha organizzato, e poi immediatamente si entra nel vivo con l’intervento del presidente Lionello Cerri: “Il 50% dei cinema in Italia sono stati digitalizzati, resta l’altra metà ed è importante l’adeguamento delle nostre strutture, che devono diventare più accoglienti ma anche offrire nuovi servizi per il pubblico, come la trasmissione in simultanea via satellite di contenuti che non siano solo cinematografici. E’ dunque necessario un rapporto di chiarezza per quanto riguarda il credito ma anche diverse consapevolezze da parte di noi esercenti, ovvero di essere inseriti in un contesto più generale, quello della piccola e media impresa, edi far parte di un processo produttivo importante: se non cresce la sala non aumenterà il pubblico, anche se ci saranno bellissimi film”.

Un problema, quello di far crescere la sala, che la crisi ha naturalmente esasperato. Eppure, ci sono degli strumenti che possono aiutare, purché siano adeguatamente comunicati agli interessati. Uno di questi è il Fondo Centrale di Garanzia per le piccole e medie imprese del Ministero dello sviluppo economico, illustrato oggi dal presidente del comitato di gestione Carla Bugno: “Il momento di crisi continua ad essere molto duro dice e in questo contesto questo strumento rappresenta la modalità più concreta con cui intervenire. Il Fondo esiste già dal 2000, e in periodi non di crisi era usato per l’erogazione di credito anche piccolo o piccolissimo, per microaziende, non come sostituto del sistema bancario o dei confidi ma per stimolare e supportare l’erogazione per i piccoli imprenditori. Dal 2008 è stato il cuore pulsante del supporto, che è cresciuto da circa 1.900 operazioni che avevamo aperto nel 2000 a 55.000 nel 2011. Nel 2012 però abbiamo assistito a una diminuzione crescente di richiesta del credito. Abbiamo operato delle riforme. La dotazione finanziaria totale è di quasi 3 miliardi di euro, erogando importi piccoli e piccolissimi con via semplificata. Non c’è un limite verso il basso, in alto si raggiungono i due milioni e mezzo. Le microaziende costituiscono circa il 70% del nostro target di riferimento. Il fondo è gestito a livello bancario da un RTI, un gruppo bancario di cui fanno parte Artigiancassa, il gruppo delle popolari e il Monte dei Paschi, in modo da creare una ramificazione gestionale con un insieme di banche che consentissero di avere più sportelli a livello gestionale di fondo. Il momento di crisi ha poi consentito di apportare al fondo modifiche strutturali, ad esempio è stato rifinanziato, dopo i tagli lineari dello scorso anno, per oltre un miliardo di euro, poi con una riforma pubblicata in Gazzetta e dunque prestissimo operativa, che semplifica le operazioni. La leva è la ponderazione zero, ovvero l’azzeramento della quota di accantonamento da parte delle banche. Il limite, naturalmente, è la necessità di far conoscere tecnicamente questo fondo, e in questo senso si muoveranno le nuove misure che attueremo da settembre”.

Intervengono anche Alberto Baldini del Gruppo BNL Paribas e Nicola Corigliano, Responsabile Desk Media & Entartainment di Mediocredito Italiano SpA Gruppo intesa SanPaolo, focalizzando il punto sui complessi criteri di valutazione che oggi regolano la concessione del credito. Le banche accolgono con favore la richiesta di convenzioni in un momento in cui il passaggio al digitale per gli esercenti diventa sempre più urgente, dato che, sembra, chi non lo avrà compiuto entrò un paio d’anni sarà fuori dal mercato ma naturalmente devono essere attente al proprio interesse.

 

“La cedibilità del tax credit di recente approvata – dice Baldini – comporterà effetti rilevanti per gli investimenti nel digitale. La richiesta di stipulare una convenzione dall’Anec è stata accolta con favore, è stata definita in tutti i suoi termini e verrà sottoscritta subito dopo Venezia. Il contesto finanziario impone una maggiore stabilità, un rigido controllo dei rischi di liquidità e il contenimento degli impieghi: il Fondo Centrale di Garanzia declassa il rischio, consentendo alle banche di non accantonare capitali”.

“La banca supporta un’attività che non è la sua principale – spiega invece Corigliano – ma non può sostituirsi all’imprenditore. E il rischio deve ricadere naturalmente sull’imprenditore stesso. Quel che alla banca interessa, pur senza rigidità, è interfacciarsi con imprese finanziariamente sane che siano in grado di operare una restituzione”.
Su questo in particolare riflette Mario Lorini, presidente di FICE – Federazione Italiana Cinema d’Essai, “perché – sottolinea – se le aziende fossero finanziariamente sane non staremmo qui a parlarne. Non è facile, l’accesso al credito resta in molti casi arduo, a causa dell’assenza di margini. Occorre valutare congiuntamente il piano dei flussi, anche aggiuntivi, della sala. Ma se c’è l’elasticità per capire che l’arrivo di liquidi aumenta la possibilità di restituzione, allora è bene iniziare a parlarne subito. Ad esempio, le Virtual Print Fee dai distributori, ad esempio, la possibilità di multiprogrammazione. Sono tutti strumenti che mi danno la possibilità di rispettare le mie scadenze, e naturalmente lo è anche il Fondo. C’è anche un problema di comunicazione. Molti esercenti magari restano fissi sui due, tre sportelli con cui sono abituati a lavorare perché non conoscono ciò che offrono gli altri”.

“E’ presto per tirare conclusioni – conclude Cerri – ma voglio focalizzare su un punto che ci deve far riflettere, nel nostro settore interviene una novità, ed è il Fondo di garanzia per piccole e medie imprese. Questa è la novità fondamentale nel rapporto tra imprese e banche e nel nostro lavoro, e capisco le preoccupazioni di Lorini, ma questa è l’unica fonte che ci permetterà di arrivare allo sviluppo e nell’uso corretto del sistema agli obiettivi che altri ci hanno dato, ovvero arrivare a poter offrire u’adeguata proposta di comfort e tecnologia, che non si limita solo alla digitalizzazione. Il nostro mercato è fatto di prodotto, e quando il prodotto scompare si mangia le provviste che abbiamo accantonato nell’anno. Ma i nostri impegni finanziari, questo, non lo guardano. Non possiamo certo creare una stagionalità finanziaria rispetto al rapporto con il prodotto, ma cerchiamo di imparare a usare bene questo strumento, che può diventare davvero valido per lo sviluppo del nostro settore. E attraverso il rapporto con le banche che sempre ci hanno seguito, cerchiamo di trovare meccanismi, incentivi e formule che garantiscono la banca e soprattutto il piccolo imprenditore ad affrontare le sfide che ci vedranno protagonisti nei prossimi anni”.

autore
05 Settembre 2012

Articoli

Una delle illustrazioni del progetto
Articoli

Argento Reloaded by Luca Musk

L'artista Luca Musk e Franco Bellomo presentano il progetto espositivo dedicato al Maestro del Brivido. Una collezione di illustrazioni d'atmosfera che fanno rivivere i set di Argento e la loro magia

Articoli

The Arch., quando gli architetti diventano oracoli

Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre

Articoli

Buon 2018 ai lettori di CinecittàNews

La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.

Articoli

Cattivissimo 3 sfiora i 15 milioni

E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk


Ultimi aggiornamenti