Con Belladonna of Sadness del giapponese Eiichi Yamamoto, in anteprima nazionale nella versione restaurata in 4k, si apre il 19 gennaio, al Cinema Massimo di Torino, la seconda edizione di Fish&Chips, unico festival internazionale in Italia del cinema erotico e del sessuale. Quattro giorni con 55 film, di cui 11 per il concorso lungometraggi e 32 della sezione corti e corti XXX, 4 incontri, 2 mostre, un progetto fotografico live e gli omaggi a due signore del porno. Quest’anno il Festival, diretto da Chiara Pellegrini e sostenuto dal Museo Nazionale del Cinema, ha scelto Giuliana Gamba, prima regista italiana a sperimentare il genere hard nel nostro Paese, e Marilyn Chambers, pornostar della Golden Age of Porn. “Il nostro obiettivo – spiega la Pellegrini – è proporre anche in Italia un momento in cui si possa fruire dei nuovi prodotti cinematografici che parlano di sessualità, per andare oltre tabù, falsi miti, luoghi comuni”. Fra gli appuntamenti Cake is better than sex. Il piacere secondo gli asessuali.
Giuliana Gamba è stata la prima donna a sperimentare il genere hard nel nostro paese come regista, sceneggiatrice e produttrice, contribuendo a quella rivoluzione sessuale che il porno – negli anni ‘70 e ’80 – ha incarnato in Italia. Nel 1981 esordisce con Pornovideo sotto lo pseudonimo Therese Dunn e poi dirige Claude e Corinne, un ristorante particolare; l’anno successivo firma come John Costa La lingua di Erika. Il suo percorso artistico la porta dall’hard verso il cinema erotico nel 1989 con La cintura tratto da un testo di Alberto Moravia e interpretato da Eleonora Brigliadori.
Marilyn Chambers, scomparsa nel 2009 a 57 anni, viene ricordata soprattutto per il suo debutto nel cinema hardcore con il film Behind the Green Door (domenica 22 ore 16.30 al Cinema Massimo 3) che ottenne successo anche al Festival del Cinema di Cannes nel 1973 e la rese una celebre pornostar della “Golden Age of Porn”. Nonostante una carriera segnata nel cinema porno, Marilyn Chambers fu scelta da David Cronenberg come protagonista di Rabid – Sete di sangue del 1977 (sabato 21 ore 22 al Cinema Massimo 3), film intriso di riferimenti sessuali in cui la Chambers diede prova delle sue capacità attoriali.
La 23ª edizione del Festival, dal 7 al 15 dicembre, celebra Glauber Rocha e Francesco Guccini, accende i riflettori sul cinema indipendente e affronta temi di attualità come il gender gap nel settore cinematografico
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Tra i protagonisti Michele Placido, Francesco Costabile, Bruno Bozzetto, Marianna Fontana, Marco Amenta. In programma la proiezione del restauro di Milano Calibro 9
La cineasta tedesca riceve la Laurea Honoris Causa all’Università di Firenze e si racconta sul palco in un dialogo a tutto campo con Piera Detassis