Al Filmmaker Festival è il giorno di Frederick Wiseman, maestro del cinema documentario, Leone d’Oro e Oscar alla carriera, con City Hall (Fuori Concorso). Per il Concorso Internazionale si potrà vedere Petit Fille di Sébastien Lifshitz mentre quattro sono i film del Concorso Prospettive: dafne di Giulio Melani, Il tempo si distingue tra le tue mani di Astrid Ardenti, Io mi fermo qui di Emanuele Cantò e Permanent Exile di Camilla Salvatore.
Frederick Wiseman ama la sua città, Boston, si capisce da come ne filma le strade, i grattacieli, la luce dell’oceano, le case antiche di mattoni rossi. Ma non è per comporre un’elegia turistica che il regista ha girato per la prima volta nei luoghi dove è nato (con l’eccezione di Near Death, 1989, che però si concentra unicamente sul reparto di terapia intensiva del Beth Israel Hospital). Ciò che racconta City Hall è l’importanza delle istituzioni americane messe in pericolo dalla presidenza Trump cui si contrappone il discorso politico, fondato sul rispetto e l’inclusione dei cittadini, del sindaco democratico Martin Walsh.
Sasha ha otto anni, lo sguardo pensieroso e intelligente, il volto che si apre spesso in un sorriso. Dentro casa può essere se stessa: una bambina che gioca con le bambole ma anche a calcio con i fratelli, che indossa gli abiti colorati, le gonne e i pronomi femminili che le appartengono. Fuori è ancora intrappolata in un’identità maschile, quella del corpo in cui è nata e che ha rifiutato sin dalla più tenera età, da quando alle cose comincia a essere associata la parola. In Petite Fille (Concorso Internazionale – prima italiana) Sebastien Lifshitz accompagna Sasha nei momenti più intimi, dolorosi o felici, e nel processo di scoperta e costruzione della propria identità. Nella foto.
Una stanza in penombra che emerge dall’oscurità, un letto nudo, una figura nel buio alle prese con il tempo che non passa, “non scorre”, come dice la voce fuori campo del protagonista di dafne di Giulio Melani (Concorso Prospettive – prima mondiale). Un protagonista senza volto, ridotto a un corpo e alle sue parti: i piedi immersi nell’acqua, una silhouette sdraiata sul materasso, le mani che si torcono nella luce di una finestra solo immaginata. Un diario di eventi minimi e invisibili che compone un racconto in soggettiva della solitudine.
Vigevano, 26 aprile 2020. È in forma di lettera che la regista Astrid Ardenti in Il tempo si distingue tra le tue mani (Concorso Prospettive – prima mondiale) si rivolge alla nonna Angela, 97 candeline spente nel pieno del lockdown: “Sono cinquanta giorni che per sicurezza non possiamo venire a trovarti”, le dice. La macchina da presa è però lì con lei, come un ricordo o il sogno di un futuro prossimo. La pellicola in 16mm si sofferma sul volto dell’anziana signora, in particolare sulle sue mani che tutto racchiudono e nelle quali la regista vede se stessa, la propria madre, la storia delle donne della sua famiglia.
Le immagini del centro storico di Roma durante i giorni del lockdown: il vuoto di persone e di attività rende lo spazio immobile, avvolto in un tempo sospeso. La sola figura in movimento è quella di un rider che con un enorme zaino rosso sulle spalle attraversa le strade deserte. Ma quel paesaggio, divenuto nei giorni quasi familiare, assume in Io mi fermo qui (Concorso Prospettive – prima mondiale) di Emanuele Cantò – studente del Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti – una dimensione nuova: se da una parte infatti il regista si affida alla webcam, dall’altra trova nel rider la sua guida, e questo incontro produce nelle immagini nuove direzioni.
“Vorrei essere una cosa infallibile”, dice la voce fuori campo della protagonista di Permanent Exile di Camilla Salvatore (Concorso Prospettive – prima mondiale). Le immagini rimandano un interno elegante, i giochi di quando era piccola, la luce tra i rami dei fiori, i dettagli del corpo. Nipote di testimoni di giustizia, sotto protezione a sua volta, di lei non vedremo mai il volto né conosceremo il nome che ha dovuto cambiare come la città, il luogo di nascita, le case. La regista si mette accanto al personaggio e, nello scarto tra il peso del passato e la possibilità di un’altra vita, le parole dolorose della giovane donna si fanno controcampo intimo delle immagini.
Tutte le proiezioni del festival sono visibili in abbonamento sulla piattaforma MYmovies
Costo abbonamenti: € 9,90 Durata streaming per ogni singolo film: 72 ore
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