Il 3 aprile 2025, l’Italia è diventata il primo Paese al mondo a ospitare nelle sale The Shrouds, l’atteso nuovo film di David Cronenberg, distribuito da Europictures in collaborazione con Adler Entertainment. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2024, questo ritorno del maestro canadese – con un cast stellare che include Vincent Cassel, Diane Kruger e Guy Pearce – ci immerge ancora una volta nel suo universo disturbante. Al centro della trama, Karsh (Cassel), un uomo d’affari che ha creato una tecnologia per monitorare i defunti nei loro sudari, si ritrova a indagare sulla profanazione della tomba di sua moglie. David Cronenberg ha esplorato il body horror con il suo approccio viscerale e intellettuale, raccontando attraverso la trasformazione del corpo umano lo specchio di ansie sociali, tecnologiche e individuali. Con The Shrouds, Cronenberg prosegue la sua esplorazione dell’essere umano e del suo corpo, divenuta ormai riferimento per le nuove generazioni di registi. Come i recenti successi di The Substance di Coralie Fargeat e Titane di Julia Ducournau dimostrano con forza. Negli ultimi anni, infatti, una nuova generazione di cineasti ha raccolto il testimone, portando avanti il suo lascito con opere che fondono gore, psicologia e provocazione. Ecco cinque film recenti che incarnano lo spirito “cronenberghiano”, tutti usciti nell’ultimo decennio, dimostrando che il body horror è più vivo e disturbante che mai.
Vincitore della Palma d’Oro a Cannes, Titane è un’esplosione di body horror che richiama l’audacia di Cronenberg. La storia segue Alexia (Agathe Rousselle), una donna con una placca di titanio nel cranio dopo un incidente d’infanzia, che sviluppa un legame disturbante con le macchine – incluso un atto sessuale con un’auto che porta a una gravidanza surreale. Ducournau mescola trasformazioni fisiche estreme con un’esplorazione di identità e trauma, creando un’esperienza che ricorda Crash di Cronenberg per la sua fusione di carne e metallo, ma con una sensibilità moderna e feroce.
In Men, Alex Garland si avventura nel body horror con una storia inquietante e surreale. Harper (Jessie Buckley) cerca rifugio in campagna dopo un trauma, ma si ritrova perseguitata da figure maschili (tutte interpretate da Rory Kinnear) che subiscono trasformazioni grottesche, culminando in una sequenza di nascita e rigenerazione che sfida ogni logica. Sebbene più simbolico che tecnologico, il film richiama lo stile di Cronenberg per il modo in cui usa il corpo come mezzo per esplorare temi di genere e paura, con un impatto visivo indimenticabile.
Il figlio di David, Brandon Cronenberg, porta avanti l’eredità paterna con Possessor, un thriller fantascientifico intriso di body horror. Tasya Vos (Andrea Riseborough) è un’assassina che occupa i corpi altrui tramite una tecnologia invasiva. Quando però perde il controllo del suo ultimo “ospite” (Christopher Abbott), ha inizio una battaglia mentale e fisica brutale. Le scene di possessione e degrado corporeo evocano Videodrome e eXistenZ, con un’attenzione alla fusione tra tecnologia e identità che è puro DNA Cronenberg, filtrato attraverso una lente contemporanea.
Successo al box office candidato agli Oscar e vincitore di numerosi premi, The Substance è un assalto viscerale che esplora l’ossessione per la giovinezza e la bellezza. Elisabeth Sparkle (Demi Moore), una star in declino, usa una sostanza sperimentale per creare una versione più giovane di sé stessa (Margaret Qualley), ma il prezzo è una metamorfosi grottesca e incontrollabile. Fargeat amplifica l’estetica cronenberghiana con effetti pratici sbalorditivi, trasformando il corpo in un campo di battaglia per l’ego e la società. Le reminiscenze di The Fly sono evidenti, ma il film si distingue per il suo commento tagliente sulla cultura dell’immagine.
Ambientato negli anni ’80 durante il panico dei “video nasties”, Censor segue Enid (Niamh Algar), una censore cinematografica che scivola nella follia dopo aver visto un film che sembra collegato alla sparizione di sua sorella. Sebbene meno gore rispetto ad altri titoli della lista, il film cattura lo spirito di Videodrome con la sua indagine sul potere dei media e la dissoluzione della realtà. Bailey-Bond usa il body horror in modo sottile ma efficace, con immagini di trasformazione psicologica che si fondono al degrado fisico, rendendolo un omaggio raffinato al lascito di Cronenberg.
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