ROMA – È già Natale davanti ai cinema della Capitale. Mentre Paola Cortellesi resta meta prediletta, con flussi fuori dalle sale che proseguono incontrastati, ancora forti di un passa parola importante, i titoli delle festività brillano per la prima volta in cartellone. Il repertorio è quello noto alla stagione: cinema per famiglie, animazione e, da tradizione italiana, l’immancabile commedia. “Dopo C’è ancora domani un po’ di Ficarra e Picone”, ci dice una coppia sulla cinquantina davanti al botteghino di un cinema in centro. Il cinema italiano, guidato da Paola Cortellesi, campeggia da un po’ nella top10 del box office con numerosi film, ma è con Santocielo, della coppia di comici siciliani, che ambisce alle prime posizioni.
Dopo il successo de La Stranezza (dove assieme a Toni Servillo incassarono oltre 5 milioni di euro nel 2022) e Il primo natale (successo a cavallo tra 2019 e 2020), Medusa ha deciso per il nuovo film una distribuzione ampia, in oltre 600 sale, che aumenterà a ridosso delle feste. “Con loro vai sul sicuro: grandi risate, cuore e leggerezza”. Prima e dopo la proiezione si accenna alla formula perfetta, potenziata negli ultimi anni da un tocco di ultraterreno. Dopo aver viaggiato nel tempo in Il primo Natale, questa volta Ficarra e Picone sono alle prese con una paradossale “Annunciazione”, per cui l’angelo Aristide (Valentino Picone) metterà incinta per errore il vicepresidente Nicola Balisteri (Salvo Ficarra), burbero maschilista. Un pasticcio di proporzioni bibliche, riproposizione della formula dell’assurdo – con un po’ di grottesco – che si offre alla risata.
“Ci hanno fatto tante storie – commenta una signora entrata al cinema da sola per la prima proiezione del pomeriggio – ma alla fine è esilarante”. Il riferimento è alle prime polemiche che hanno accolto questo Santocielo, tacciato da alcuni di “blasfemia” per via del tema religioso a cui si aggrappa per suscitare ironia. “Anzi vi dirò – prosegue -, ha saputo trattare argomenti anche di rilevanza sociale pur salvaguardando il divertimento di due ore di puro intrattenimento: e facciamocela una risata!”. La coppia di comici palermitana non disdegna mai l’opportunità di una comicità anche amara, che specchi il presente, se ne prenda gioco ma senza ignorarlo.
Il finale di Il primo natale, con l’arrivo dei protagonisti come naufraghi su un barcone dismesso, ne era dimostrazione importante, così come l’esperienza seriale in Incastrati, con cui hanno ironizzato sulla Mafia. “Manda dei messaggi al mondo che è cambiato”, riflette un gruppo di amiche, in sala insieme dopo lavoro “per un po’ di risate in compagnia”. “La sala era piena, abbiamo riso, forse a me era di loro era piaciuto più il classico Il 7 e l’8, ma è una buonissima riflessione che parla anche di fede senza bigottismo”. Con la sua parabola sull’accettazione dell’altro e della diversità, Santocielo fa breccia in chi ha piacere di ridere senza dimenticare il mondo attorno. La presenza di un messaggio celato sotto alle risate è il primo punto che gli spettatori richiamano alla memoria a visione finita, elogiando una “comicità garbata e pensosa”.
A chi ha qualcosa da ridire, uno studente di medicina intercettato fuori dalla sala risponde così: “In Sicilia diciamo: A mmiria è cchiu peggiu di na malatia”. “L’invidia è peggio di una malattia: chi vorrà vederci qualcosa di sbagliato potrà, ma questo film mi ha dato una grande sensazione di delicatezza e genalità, complimenti a Ficarra e Picone che portano alto lo stendardo palermitano nel mondo del cinema e della comicità”.
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