CANNES – A 87 anni si sa che ormai è una leggenda che cammina e l’intera sala Debussy si è alzata in piedi, facendogli ala al passaggio mentre, nell’attesa, un improvvisato coro di fischietti, più o meno intonati, lo sollecitava ad entrare sulle note di Il buono, il brutto, il cattivo. L’arrivo di Clint Eastwood a Cannes, per benedire la versione restaurata de Gli spietati che ritorna al cinema e in home video a partire da giugno, in contemporanea col suo compleanno (31 maggio), è un grande evento. Come ricorda il direttore Thierry Fremaux, qui Eastwood è stato in concorso, ha presieduto la giuria, è venuto da ospite d’onore e in terra di Francia – che definisce “ormai la mia seconda patria” – ha ricevuto la Legion d’onore. “Dalla strage del Bataclan – ricorda Fremaux – mi ha detto che la mostra spesso, sempre quando sbarca a Parigi”. Asciutto, in splendida forma, vestito con un formale completo scuro, sale agilmente le scale del palcoscenico salutato da un lunghissimo applauso. “Quando ho avuto in mano la sceneggiatura di questo film mi sono detto – racconta – che sarebbe stato il mio ultimo western. E così è stato in questi 25 anni che mi sembrano appena ieri. A ripensarci mi pare un film che ho fatto appena cinque anni fa. Sarà l’ultimo? Chi lo sa… non si può mai dire”.
Accompagnato a Cannes da tutto lo stato maggiore della Warner Bros (il suo studio di sempre, quello in cui ha anche gli uffici della sua produzione Malpaso), Eastwood ringrazia il festival sottolineando l’importanza che l’anniversario del film coincida con il 70° compleanno della kermesse, ma poi – fedele al suo cliché di riservatezza – si limita a invitare il pubblico a sedersi per vedere e rivedere il film. “In effetti non ama guardarsi sullo schermo – ricorda Fremaux – ma questa volta ha fatto un’eccezione e siederà in sala così che tutti un giorno possano dire: sono stato al cinema con Clint Eastwood”.
Quattro Oscar iscrivono Gli spietati, qui presentato in versione restaurata, tra i capolavori di tutti i tempi. E domani Eastwood promette di replicare il bagno di folla, con la sua lezione di cinema.
Alcuni dei più interessanti film del 70° Festival di Cannes arrivano nelle sale della Capitale (fino al 18 giugno) e a Milano (dal 17 al 23 giugno) grazie all'Agis e all'Anec con la classica rassegna, che nel capoluogo lombardo è dedicata quest'anno alla memoria del decano dei critici Morando Morandini
Giunta alla 21ma edizione, Le vie del cinema da Cannes a Roma (14-18 giugno) porterà in alcune sale romane e laziali una selezione di film provenienti dal 70° Festival di Cannes, che saranno proiettati in versione originale con sottotitoli. Le sale coinvolte sono il Giulio Cesare, l’Eden e il Fiamma di Roma, l'Etrusco di Tarquinia, il Palma di Trevignano e il Corso di Latina
"Non c'è solo satira in The square c'è anche un contenuto che volevo trasmettere. Volevo fare un bel film. E poi non si vince una Palma d'oro senza contenuti". Così un eccitato Ruben Östlund, il regista svedese che si è portato a casa la Palma d'oro, ha commentato il premio. Dividerebbe la Palma con qualcuno, magari con Haneke? "No, no con nessuno, è solo mia"
“Ho amato 120 battiti al minuto dall'inizio sino alla fine, non mi sarebbe potuto piacere di più”, ammette il presidente di giuria lasciando intuire la sua preferenza. Per poi aggiungere tra le lacrime, in ricordo degli attivisti che negli Anni ’90 lottarono per rompere l'indifferenza sul tema dell'Aids: “Campillo ha raccontato storie di eroi veri che hanno salvato molte vite"