Ferzan Ozpetek “Un film in America? Non ne faccio una malattia”


“Sono davvero felice di essere a New York con alcuni dei miei attori e di poter mostrare il mio lavoro a una platea di professionisti americani”. Ferzan Ozpetek compirà 50 anni il 3 febbraio 2009 e potrà salutare quest’importante tappa della sua vita con la consapevolezza della definitiva consacrazione internazionale del suo lavoro di regista. Fino al 14 dicembre, infatti, il cineasta italo-turco è protagonista di un grande omaggio voluto e organizzato dal Museum of Modern Art di New York (MoMA) e da Cinecittà Holding, che comprende una retrospettiva completa dei suoi film, l’anteprima di Un giorno perfetto e la presentazione di “Ferzan Ozpetek: ad occhi aperti” di Laura Delli Colli, il primo volume biografico a lui dedicato.

Stefano Accorsi, Margherita Buy, Barbora Bobulova, Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Isabella Ferrari, Stefania Sandrelli, Serra Yilmaz, Luca Argentero e Ambra Angiolini. Sono tanti gli attori che in questi anni hanno dato corpo e vita alle storie di Ozpetek; per alcuni di questi lavorare con lui è stato addirittura una svolta determinante per la carriera. Come per Barbora Bobulova: “Lavorare con Ferzan ha cambiato la mia vita professionale. Grazie a Cuore sacro ho vinto un David di Donatello. E’ un regista che sa catturare il gusto del pubblico”. Secondo Pierfrancesco Favino, Ozpetek “riesce ad assorbire le dinamiche reali del suo gruppo di attori e a farle parte del film. Come per la scena finale di Saturno contro, nata proprio perché noi, nei momenti di pausa, giocavamo a ping pong. E’ capace di creare la famiglia che racconta”. Mentre Stefania Sandrelli – che sta per girare il suo debutto da regista, un film in cui ha chiamato anche Margehrita Buy – lo apprezza perché “fa sentire gli attori come parte di un’orchestra; tutti liberi e allo stesso tempo decisivi per il film”.

Dopo una lunga gavetta come assistente e aiuto regista – con Maurizio Ponzi e Ricky Tognazzi, ad esempio – il cineasta italo-turco ha debuttato nel 1997 con Hamam – Il bagno turco. Cinque film dopo, con un crescendo di consensi di pubblico e critica, è arrivato in concorso alla Mostra di Venezia con Un giorno perfetto. Raggiunto da CinecittàNews, Ferzan Ozpetek ha parlato di questo momento così importante della sua carriera.

Che effetto le fa essere celebrato addirittura dal MoMA di New York?
In realtà quando ho saputo di questo omaggio non gli ho dato molto peso. Mi sono reso conto della sua importanza dopo tre o quattro giorni, quando amici e collaboratori hanno iniziato a chiamarmi entusiasti per complimentarsi. Questa cosa alla fine mi emoziona talmente tanto che la vivo come fosse astratta, quasi rimanendone fuori.

Lei è un regista molto amato in Italia. Ora arriva un’importante investitura internazionale.
Ne sono felice. A New York ci sono registi e attori statunitensi, oltre ad alcuni dei miei attori che sono volati qui insieme a me. E’ un bel modo per mostrare il mio cinema al pubblico americano.

Si è parlato spesso, negli ultimi mesi, di suoi possibili progetti hollywoodiani.
E’ vero che ho avuto dei contatti approfonditi per realizzare dei film in America, ma bisogna starci molto dietro. Ci sono stati diversi progetti che sono andati avanti per un periodo, per cui abbiamo fatto le prime riunioni, ma che poi per un motivo o per l’altro sono saltati. Ma non me ne faccio una malattia: mi piace continuare a lavorare con i miei meravigliosi attori italiani.

Quale sarà dunque il suo prossimo progetto?
Una commedia “vera” che sto scrivendo con Ivan Cotroneo: visti i tempi che corrono c’è bisogno di ridere e sorridere. E poi dopo Un giorno perfetto ho bisogno di leggerezza. Il film, che non ha ancora un titolo, racconterà la storia di una famiglia e di un amore e sarà ambientata a Lecce; l’ultimo film che ho girato a Roma è stato faticoso, perché i romani non sopportano molto i set. Lo girerò nel 2009 e uscirà nello stesso anno; ho già deciso il cast, di cui faranno parte alcuni degli attori che hanno già recitato nei miei vecchi film, ma per ora non posso svelarlo.

Restando in tema di internazionalità, tra poco un altro italiano, Matteo Garrone, potrebbe salire alla ribalta di Hollywood.
Sono sicuro che Matteo, con Gomorra, entrerà nella cinquina delle nomination all’Oscar per il Miglior Film Straniero; sarebbe grandioso. E lo sarebbe ancor di più se vincesse. Credo che abbia anche buone possibilità di ottenere delle candidature nelle altre categorie accanto ai film americani.

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05 Dicembre 2008

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