Ferzan Ozpetek: “A Venezia finalmente con un mio film”


Dopo l’esperienza nella giuria della scorsa Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, Ferzan Ozpetek, 49 anni, è stato in questi giorni presidente della giuria della 54/a edizione del Taormina FilmFest. Tantissimi ragazzi hanno partecipato all’incontro con il regista turco che si è svolto al Palazzo dei Congressi dopo la proiezione del film La finestra di fronte e Ferzan ha spiegato che “tutte le storie da raccontare stanno lì davanti a noi. Magari sali su un autobus e seduto accanto a te c’è il film più bello della tua vita”.

Allora non è un caso se i suoi personaggi riflettono in qualche modo la sua vita.
Racconto quello che percepisco dalla realtà. C’è stato persino un momento della mia vita in cui mi sono sentito un fallito, incapace di fare un film. Sono andato da un analista e mi ha aiutato molto. L’analisi ti scopre le tue fragilità, ti fa piangere per qualsiasi cosa, però è anche di grande aiuto. Ho smesso di andarci due anni fa ed ora sto bene.

Quando ha capito che il suo mestiere era quello del regista?
Avevo 7 anni quando vidi per la prima volta Cleopatra. Da allora in poi, cominciai a vedere tre film a settimana e l’unico pensiero che avevo era quello di rimediare i soldi per andare al cinema. Vedevo di tutto, è stato un amore a prima vista e quando ho capito di voler fare il regista, ho pensato di andare in America. Ma poi a 17 sono venuto in Italia, Roma è la mia città e ora non riesco ad immaginare di vivere altrove. Quando volevo realizzare Il bagno turco ho impiegato 5 anni per convincere Marco Risi. Ma se non fossi riuscito a fare il regista sarei diventato uno chef: amo la cucina e anche la pittura.

Quali sono i ricordi più belli della sua carriera?
Già, la memoria è stata molto rovinata da internet e dai telefonini. Si è perso il valore della memoria, delle cose raccontate a voce da un anziano. Qualunque cosa ora si vuol sapere non si va dai nonni, ma su internet. E così, non esiste più l’attesa di un incontro o di una telefonata perché siamo tutti reperibili in ogni momento. Massimo Girotti che ha girato con me per l’ultima volta in La finestra di fronte era un uomo molto elegante. Durante le riprese ci fu un’interruzione a causa dei suoi problemi di salute. In ospedale, volevo portargli il dvd del film che avevamo appena montato, perché lo vedesse, ma lui desiderava vederlo sul grande schermo: poco dopo, invece, le sue condizioni peggiorarono. Raoul Bova è un grandissimo attore, spesso sottovalutato. Con Giovanna Mezzogiorno abbiamo avuto delle discussioni, era troppo carica di recitazione. Ambra, invece, l’ho notata a Lecce, in occasione di un premio che mi è stato consegnato. L’ho vista così elegante che quando sono rientrato a Roma ho scritto un ruolo per lei ed è nata la Roberta di Saturno contro, il personaggio più bello degli ultimi dieci anni.

Quali sono stati i film più belli che ha visto al Festival di Taormina?
Mi sono piaciuti molto il film egiziano, lo sloveno e il turco. Ma tutti avevano qualcosa d’interessante. Non è facile essere presidente di una giuria: occorre tenere presente anche il gusto degli altri. Mi hanno accusato spesso, e soprattutto a Venezia, di essere troppo duro e severo nei giudizi. Ma credo sia importante affermare il proprio gusto artistico.

Ora a Venezia ci andrà come regista per il film che ha appena ultimato, “Il giorno perfetto”?
Non c’è ancora nulla di ufficiale, ma i tempi ci sono e il film è stato già visto dalla commissione che seleziona le pellicole per la prossima Mostra del Cinema. Mi farebbe piacere andarci, anche perché ci andrei per la prima volta come regista, finora a Venezia ho solo fatto il giurato. Io non sono mai soddisfatto delle opere che realizzo, ma in questo caso sono molto contento della recitazione di Monica Guerritore e di Isabella Ferrari: interpretano due donne che diventano complici e amiche. Nel libro della Mazzucco, da cui ho tratto il film, il personaggio della Guerritore era in realtà un gay, ma non mi aveva convinto e allora l’ho trasformato in una donna. Quando le donne sono davvero amiche riescono a coltivare un rapporto stupendo di complicità. Poi, rispetto al romanzo ho chiaramente fatto emergere il mio sguardo nei confronti dei personaggi e della storia, più che quello della scrittrice.

Quest’anno il festival di Taormina era dedicato alla cinematografia della Turchia, quanto è cambiato il cinema turco negli ultimi anni?
E’ cambiato moltissimo. Quando iniziavo la mia carriera, in Turchia si facevano pochisssimi film, ora invece si producono tantissime pellicole e il pubblico turco va a vedere i film turchi, come i francesi che preferiscono vedere le proprie opere. Questo invece in Italia non accade, ancora esistono dei pregiudizi da parte del pubblico italiano nei confronti dei registi italiani: spesso la gente mi dice che guarda i miei film perché sono turco. Ma è un errore e trovo assurdo che in Italia non esista un festival del cinema esclusivamente italiano, come accade negli altri Paesi. Oltre ai premi David, dedicati al cinema italiano, dovrebbe esserci pure un festival che alimenti la cinematografia nazionale.

Allora è d’accordo con il sindaco Alemanno che vuole trasformare la Festa di Roma in una rassegna soprattutto nazionale?
No, perché credo che la Festa di Roma sia nata come festival internazionale ed è giusto che rimanga tale.

Ha festeggiato ieri la vittoria della Turchia agli Europei di calcio?
Sì, è stato bellissimo e spero domani di festeggiare anche l’Italia. Amo questi due Paesi, vedo di entrambi i pregi e i difetti. Mi è dispiaciuto che l’artista milanese Pippa Bacca sia stata violentata e uccisa da un turco, come mi addolora sapere che un pirata della strada romano abbia ucciso due turiste irlandesi a Roma. Ma da questi episodi terribili non bisogna trarre conclusioni sbagliate su un’intera nazione, occorre invece pensare con un respiro maggiore e trovo sia ugualmente sbagliato cacciare via i romeni dall’Italia quando solo alcuni di loro sono dei criminali e non certo tutti.

Quali saranno i suoi prossimi progetti?
Sicuramente farò un altro film con Procacci. Ma non perché abbia litigato con Gianni Romoli e Tilde Corsi, ma solo perché con Domenico in questo momento mi trovo benissimo e in grande sintonia.

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21 Giugno 2008

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