FERZAN OZPETEK


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La finestra di fronte: Conferenza stampa

E’ un cinema di sguardi, di atmosfere rarefatte, di sfumature quello di Ferzan Ozpetek che racconta ancora una volta con La finestra di fronte (guarda il sito) i drammi interiori di persone normali, di coloro che incontriamo tutti i giorni, senza nulla sapere di loro. L’incerto e faticoso presente di Giovanna/Giovanna Mezzogiorno e Filippo/Filippo Nigro fatto di lavori precari, di figli da crescere e di un rapporto d’amore inaridito s’intreccia con il passato che opprime l’anziano Davide/Massimo Girotti, un passato di perdite e dolori di cui porta segni indelebili sul braccio.
Un film non facile nel suo svolgimento che Ozpetek affida con maestria all’intensità dei visi e dei gesti degli attori e ai movimenti avvolgenti della macchina da presa. Chissà come sarà accolto, sulla scia del consenso ricevuto dal precedente Le fate ignoranti, e interessante sarà il confronto, al box office, con i tormenti della classe media di Ricordati di me di Gabriele Muccino.
La finestra di fronte, prodotto da Tilde Corsi e Gianni Romoli, sarà distribuito da Mikado in 200 copie il prossimo 28 febbraio.

Come è nata l’idea?
Anni fa incontrai vicino a Ponte Sisto un signore anziano, con i soldi in mano, che diceva di non sapere chi fosse. All’inizio pensai, come Giovanna, che fosse un imbroglione, ma lui mi disse che erano 30 anni che non usciva di casa ed era spaventato dalla città, dai suoi cambiamenti. In Davide la confusione ha la sua ragione di fondo nel senso di colpa per essere sopravvissuto al lager, diversamente da tanti altri. Da qui siamo partiti, io e Gianni Romoli, intrecciando questa storia con quella di una coppia piena di problemi. Lui s’occupa della scrittura vera e propria, io rileggo, correggo e Gianni subisce. Quando giriamo, Gianni è sempre sul set, perché leviamo battute, facciamo cambiamenti.

Il suo film contiene anche un messaggio politico?
Racconto quel che sento, non procedo mai secondo logica, non mi preoccupo se al pubblico piacerà o meno il film, ascolto invece le mie emozioni. Nonostante i riferimenti a eventi storici non voglio che La finestra di fronte sia visto come politico. Ho voluto infatti parlare dell’oggi con rimandi al passato. E’ importante partire dai sentimenti e anche dal malessere che oggi avvertiamo.

La scomparsa improvvisa di Girotti l’ha costretta a modifiche in corso d’opera?
Massimo se ne è andato mentre stavo per terminare il montaggio, ma non ho cambiato nulla del suo personaggio, abbiamo invece aggiunto nel finale la lettera scritta a Davide da Giovanna.

Chi sono veramente Giovanna e Filippo?
La ricerca dell’identità è comune a tutti noi, per fortuna, altrimenti la nostra esistenza sarebbe piatta. Racconto i sogni di persone semplici che non sono alla ricerca del successo, ma di quel che le può rendere felici. Ricordo un mio amico che, come Giovanna, voleva fare il pasticciere e mi dava il tormento perché gli fissassi un appuntamento con il gestore di una pasticceria che frequentavo. Giovanna e Filippo non hanno paura dell’amore ma di avere delle responsabilità, dei legami. Giovanna decide di rimanere con il marito e i figli non perché la famiglia sia meglio, ma grazie al rapporto che si è creato con il vecchio Davide. Quando decide all’improvviso di scendere le scale lo fa per rivedere ancora Lorenzo, baciarlo per l’ultima volta. Il marito piange non perché s’accorge di essere tradito ma perché è costretto a divenire adulto per tenere il passo di lei che cambia e cresce.

Che cosa ha chiesto agli attori?
A Giovanna ho chiesto di tenere dentro i sentimenti e di farli uscire con i suoi bellissimi occhi e le ho tolto i troppi respiri. Sul set spesso lei anticipava le mie richieste, mostrando una solida intesa. Raoul è invece pieno di paure, ha timore a lasciarsi andare. Ha addosso un’altra persona che deve levarsi di torno.

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21 Febbraio 2003

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