Felice Laudadio


Se gli azzurri di Dino Zoff conquistano la finale degli Europei 2000 – e facciamo tutti gli scongiuri del caso, perché tra noi e la coppa c’è ancora la terribile Olanda – al Teatro greco di Taormina sarà allestito un maxischermo per vedere in diretta la finale. Lo dice senza alcuna esitazione Felice Laudadio, direttore del TaorminaFilmFest, sapendo che la sua serata inaugurale potrebbe coincidere con un’impresa che il calcio italiano aspetta dai mondiali di Spagna ’82. Il cinema può attendere. “Anticiperemo così, festosamente, la cerimonia di premiazione dei Nastri e concluderemo alla grande con Mission Impossible 2“, precisa Laudadio.

Un pubblico felicemente segregato per 6 ore al Teatro greco di Taormina?
Un evento nell’evento! Un’occasione unica! Se, e solo se, l’Italia guadagna la finale, però.

A parte gli imprevisti dell’ultim’ora, a un anno dall’annuncio, è soddisfatto del suo Made in English?
La formula funziona. Sulla carta è già ben visibile l’incrocio di culture e di film. Tra i quali molti americani, ma diretti da europei. Come, per esempio, The Patriot con la regia di Roland Emmerich, tedesco trapiantato a Hollywood, costato la bellezza di 125 milioni di dollari. Ce n’è poi un altro, canadese, diretto da un armeno (2000 and None di Arto Paragamian, n.d.r.). E così via.
Insomma, come ho già detto più volte, il cinema in lingua inglese non parla solo americano.
E il programma di Taormina mostrerà soprattutto le contaminazioni, espressione di una grande miscellanea di culture. Esattamente come nella realtà.

Durante la conferenza stampa romana ha denunciato, senza mezzi termini, la mancanza di coraggio del cinema italiano, piuttosto avaro nell’offrire i suoi prodotti, se non a grandi festival come Venezia. A qualche giorno dall’inaugurazione del festival ribadisce le sue critiche?
Dico solo che sono servite. Allora mi riferivo a due soli film, di cui uno ancora da confermare. Oggi ce ne sono quattro e un quinto, di cui non parlo, ancora in ballo.

Il suo desiderio di aprire il festival con Sud Side Stori sta per avverarsi?
No. Ringrazio molto il produttore Gherardo Pagliei per la disponibilità mostratami, ma non è bastata. É chiaro che non dipende solo da lui. Il film con molta probabilità sarà a Venezia. Il quinto film italiano è comunque in arrivo: è prematuro parlarne, ma sarà un bella sorpresa per tutti.

Che collocazione ha il cinema italiano all’interno della kermesse del “Made in English”?
Con l’appuntamento di quest’anno ho realizzato un mio obiettivo di sempre: quello di abolire il concorso. Taormina è una grande vetrina, un’esposizione universale di cinema.
L’Italia è rappresentata da Rosa e Cornelia di Giorgio Treves, da Tobia al caffè di Gianfranco Mingozzi, da Nella terra di nessuno di Giancarlo Giagni, con Ben Gazara e, in ultimo ma non ultimo, da Film di Laura Belli con Laura Morante.
Mi sembra ben rappresentata.

Come presidente di Cinecittà Holding può accennarci i suoi progetti per l’autunno?
In cantiere ce ne sono tanti. Per il momento sto lavorando a due in particolare. Il primo, già annunciato, è il bando di concorso per opere pensate e realizzate in digitale.
L’obiettivo è mettere al lavoro nuovi talenti per un cortometraggio di 15 minuti esclusivamente in digitale, realizzato con macchine Philips, computer Apple e pellicola Kodak.
Noi mettiamo 50 milioni a film, gli sponsor raddoppiano, in questo caso triplicano, i mezzi a disposizione.

E il secondo progetto?
Pubblicheremo una rivista trimestrale monotematica, dal titolo Cinecittà, che lanceremo in occasione della prossima Mostra del cinema di Venezia. Il primo numero sarà interamente dedicato al fondo di garanzia, con intervento conclusivo di Giovanna Melandri, ministro dei Beni culturali. Il progetto prevede una prima fase cartacea, che in seguito evolverà in on line.

Come si distinguerà da tamtam, giornale telematico dell’Agenzia Italia Cinema, di cui Cinecittà Holding è uno dei partner?
Tamtam è fedele alla forma onomatopeica della testata. Il suo rumore arriva, forte e chiaro, ed è aggiornato quotidianamente. Cinecittà rispetterà invece una formula di approfondimento e analisi monotematici e il suo ritmo trimestrale. Venezia, per prima, poi fine anno, dicembre, quando “daremo i numeri” sul cinema italiano, prodotto ed esportato, e infine Cannes.

autore
27 Giugno 2000

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