FEDERICA PONTREMOLI


Le piace parlare alle donne, al quore delle donne. Federica Pontremoli con Quore firma un esordio alla regia tutto al femminile e continuerà su questa strada con altri soggetti già pronti. Protagonista del film è Paola (l’australiana Michela Noonan), una ragazza di 22 anni che per un preservativo rotto e qualche bicchiere di troppo, si ritrova in stato interessante. Un manuale per la ‘maternità felice’ guiderà la ragazza attraverso tutti gli eventi drammatici che si susseguono dopo la scoperta della gravidanza.
Il risultato è una commedia a tratti surreale e divertente su un universo femminile giovane e inesperto in materia di vita. “Quore con la ‘Q’ perché cuore è una parola usurata – racconta la regista – Si legge dappertutto ma si fatica a comprenderla. Il significato del mio Quore, rimanendo sospeso, costringe a pensare. E poi si situa agli antipodi del melodramma scritto da Edmondo De Amicis”.
Federica esce dalla Scuola nazionale di Cinema con il diploma di sceneggiatrice. Un anno dopo, nel ’95, il Nastro d’Argento per Il mito della realtà, corto di cui ha firmato lo script. Si cimenta nella regia di videoclip musicali, suo è “Il giorno perfetto” con Gianluca Grignani, e fa l’assistente di produzione in Branchie di Francesco Martinotti. E’ da lì che il regista, insieme a Laurentina Guidotti, decide di sostenere il progetto con la sua società, la Iterfilm. Ecco Quore, girato in presa diretta per sei settimane e distribuito dalla Lucky Red dall’8 marzo in 12 copie.

Come è andato il passaggio dalla parola scritta al racconto per immagini?
La sceneggiatura aveva una vis comica che in fase di realizzazione ho cercato di affievolire. Pur lasciando scene divertenti, ho tolto le gag vere e proprie. Avrebbero stonato troppo. Invece ho approfondito molto la psicologia dei personaggi. E il risultato lo devo solo alla collaborazione con gli attori. Michela Noonan ha poi sottoposto la sceneggiatura ai genitori, entrambi psichiatri, che hanno suggerito alcuni aspetti psicologici delle quattro ragazze. E’ stata piuttosto divertente questa fase perché il padre di Michela è un analista freudiano mentre la madre è junghiana. Non sapevamo a chi dare retta.

Come definiresti “Quore”?
Un film biografico. La scrittura viene dal mio mestiere di ascoltare. Mi piace stare con l’orecchio teso, sentire i racconti della gente. Le loro storie diventano punti di partenza per un soggetto. La storia del cervo per esempio è un fatto realmente accaduto anche se con una variante più tragica. I miei riferimenti letterari e cinematografici invece sono Le regole della casa del sidro di John Irving, uno scrittore maschio che ha dimostrato di conoscere bene l’universo femminile, e La crisi di Coline Serreau. Nel film francese, le disavventure capitano a Victor (Vincent Lindon) come fossero valanghe. Lo stesso avviene a Paola.

Paola, quando racconta in flash-back, ha lo sguardo fisso in macchina. Perché?
La sceneggiatura era scritta in prima persona e Paola racconta i fatti a tre anni di distanza dal loro accadimento, quindi il suo modo di vedere le cose è raffreddato dal tempo. Ora ha la forza di raccontare fatti drammatici direttamente in macchina e lo fa con un sorriso. Guarda in faccia un qualsiasi ascoltatore e racconta come quelle situazioni tragiche come fossero divertenti. Un po’ quello che fanno comunemente le persone quando raccontano i momenti sfigati della loro vita.

Paola ha in mano una guida alla gravidanza felice. Ma dove l’ha trovata?
L’idea di questo manuale demenziale viene dalle riviste femminili. Alcune danno suggerimenti talmente stupidi… La guida rappresenta le previsioni rosee fatte da Paola e continuamente disattese.

La protagonista fa parte di una band musicale, “Le oche selvagge”. Chi ha composto le musiche cantate dal gruppo?
Andrea Ceccon del gruppo musicale genovese “Le voci atroci”. Tra le canzoni delle Oche c’è un remake di Prendi una matita, un brano musicale cantato da Mina negli anni ’60. Il testo è demenziale quanto la guida alla maternità di Paola. Gianluca Podio invece ha creato la colonna sonora. Io e lui abbiamo lavorato su due temi: quello di Paola e della coppia felice, cioè la madre e il suo nuovo compagno. E’ fondamentale lavorare insieme al compositore. Ti dà delle idee sui personaggi alle quali non arriveresti altrimenti.

autore
04 Marzo 2002

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