Prima uscita pubblica per il Comitato di coordinamento cinema che ha presentato a Roma nella sede dell’Agis le 10 linee d’intervento per il settore cinematografico, già anticipate sul ‘Giornale dello spettacolo’. Le proposte di intervento urgente rappresentano un contributo alla stagione di riforme legislative annunciate per l’industria cinematografica: dai decreti delegati alle proposte di legge del settore presentate al Parlamento, ai provvedimenti conseguenti alla riforma del titolo V della Costituzione.
Il Comitato che riunisce le associazioni di cinema aderenti all’Agis (Acec, Anec, Api, Fac, Fice e le associazioni di cultura cinematografica Ancci, Cgs, Csc, Fedic, Fic e Uicc) ha inoltre individuato come obiettivo primario, per bocca del suo presidente Paolo Protti, quello di costituirsi in Federcinema, dando così vita a un organismo unitario rappresentativo del mondo cinematografico, dalle componenti industriali a quelle artistiche e culturali.
Se Angelo Barbagallo, presidente dell’Api, ha ricordato come la costituenda Federcinema non si contrappone all’Anica, ma è un’altra voce del settore, “un gruppo che riunisce tutte le figure della filiera”, Alberto Francesconi, presidente dell’Agis, ha sottolineato come “non si possa non tenere conto dell’Anica e allora sia necessario un raccordo con questa associazione”. Per Walter Vacchino, presidente dell’Anec, “è aperto un dialogo con la presidenza dell’Anica che sfocerà presto in un incontro”.
Inoltre il Coordinamento sta elaborando proposte concernenti il riordino del Gruppo cinematografico pubblico, il rapporto cinema-tv, le misure di defiscalizzazione degli investimenti, l’ottimizzazione delle risorse e la lotta contro la pirateria. In particolare rispetto al Gruppo pubblico si chiede che sia competitivo sul mercato e rapido nelle decisioni, che prosegua la propria attività nella produzione, distribuzione ed esercizio, intervenendo anche nel mercato home-video.
E inoltre, per quanto riguarda la promozione del cinema italiano all’estero Lionello Cerri ha affermato che Italia Cinema necessita un rafforzamento e un rilancio con maggiori finanziamenti, e il Gruppo pubblico deve mantenere la maggioranza delle sue quote sociali, evitando la privatizzazione, favorendo nel contempo l’ingresso di nuovi partner. E’ infatti all’ordine del giorno del Cda di Cinecittà Holding, come ha ricordato Giorgio Gosetti direttore di Italia Cinema, la cessione o meno del 45% delle sue quote all’Anica. Per Beppe Attene, della Lantia Cinema, vanno cambiate le forme di rappresentanza di Italia Cinema con l’ingresso dell’Anica, e lo Stato deve concorrere al rifinanziamento dell’Agenzia, perché “lo Stato investe molto poco in questo settore a differenza di altri ambiti merceologici”. Infine, per quanto riguarda la partecipazione del Gruppo pubblico in Cinecittà spa, la costituenda Federcinema auspica che l’intervento pubblico non venga ridimensionato.
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