Il Fantafestival (Mostra Internazionale del Film di Fantascienza e del Fantastico), diretto da Adriano Pintaldi e Alberto Ravaglioli – promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Cinema, Roma Capitale Assessorato alla Cultura Creatività e Promozione Artistica, Assessorato alla Cultura Arte e Sport della Regione Lazio, e realizzato in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale – ha chiuso la tranche estiva (ma si attende un ritorno al Cinema Trevi nel mese di settembre) con una serata a tutta fantascienza, con la proiezione in anteprima assoluta dell’attesissimo Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie, secondo capitolo del reboot della prolifica saga fantascientifica con protagonisti i primati. Prima, però, la premiazione, con l’assegnazione del Pipistrello d’Oro al Miglior Film Straniero all’americano Time Lapse di Bradley King.
Quello al Miglior Film Italiano va invece a Lorenzo Bianchini per il suo Oltre il guado. Novantadue minuti di terrore, in cui il vero protagonista è uno di quei vecchi luoghi composti da una decina di edifici costruiti con pietre e sassi, dai tetti in legno che si incurvano fino a toccarsi, vicoli stretti e lugubri. Vincono, nella sezione corti, Happy Together di Iossif Melamed e Lievito madre di Fulvio Risuleo. Da quest’anno inoltre vengono assegnati due nuovi premi. Uno titolato a Mario Bava, assegnato alla Migliore Opera Prima, che è stato vinto da The Perfect Husband di Lucas Pavetto. La consegna è stata accompagnata da un bell’omaggio al regista sanremese, estratto di un documentario che presto sarà proiettato in tv (su Rai 4 il 25 luglio) realizzato dai curatori di Wonderland. Il Premio Mary Shelley, Premio Internazionale alla Migliore Regista, anch’esso consegnato per la prima volta, ca invece a Soulmate della britannica Axelle Carolyn.
La serata prosegue poi con l’attesa anteprima. Apes Revolution, in uscita il 30 luglio con 20th century Fox, è un sequel diretto del precedente episodio, L’alba del pianeta delle scimmie, uscito nel 2012, e prosegue le vicende dello scimpanzé senziente Cesare esattamente sul punto in cui le avevamo lasciate. Mentre un virus stermina l’umanità – tranne pochi nuclei di persone immuni – le scimmie evolvono e diventano la specie dominante sul pianeta. Lo studioso umano Malcom (Jason Clarke) è un pacifista e sostiene che con i primati si possa convivere in pace. Il leader Dreyfus (Gary Oldman) è invece riottoso e ritiene che vadano sterminate prima che diventino troppo forti. Anche Cesare, ormai perfettamente in grado di comunicare con gesti e perfino qualche parola, è dubbioso: da un lato, essendo cresciuto al fianco di esseri umani, vuole evitare una guerra, ma d’altro canto si rende conto che la situazione si sta facendo sempre più tesa. Non lo aiuta l’atteggiamento guerrafondaio del vecchio amico – e ora rivale – Koba, un bonobo che per troppo tempo ha subito maltrattamenti da parte degli umani. Il film regge perfettamente il passo con il precedente, grazie a una sceneggiatura di ferro e a personaggi ben scritti e tridimensionali (in senso narrativo, ma la pellicola è anche stereoscopica) e con motivazioni credibili: non ci sono buoni o cattivi, ognuno, umani e scimmie, agisce per sentimenti di rivalsa, paura, amicizia o amore. Rivelando che, dopotutto, tra uomini e animali le differenze non sono poi così marcate. Cesare è nuovamente interpretato da Andy Serkis con la tecnica del motion capture (movimenti umani sotto immagine digitale), in maniera ancora una volta magistrale.
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