CANNES – Il parterre è quello delle grandi occasioni per la proiezione ufficiale di Antiviral, il film d’esordio del figlio d’arte Brandon Cronenberg selezionato dal Certain Regard del Festival di Cannes. In platea siede un certo David Cronenberg, che passerà in concorso alla Croisette tra qualche giorno con Cosmopolis, e quando viene salutato dal direttore Frémaux per poco non viene giù la sala. Poi c’è Tim Roth, il presidente di giuria della sezione che ospita il film. Nonostante questo, però, si sono contate numerose fughe e tanti attacchi di sonno tra gli spettatori, che hanno fatto lunghe file per entrare in sala e poi hanno bocciato quasi all’unanimità questo debutto d’autore. Tanto che si è persino parlato di una forma di “nepotismo”, che avrebbe favorito la presenza di Brandon sulla Croisette in virtù della fama del padre.
In Antiviral siamo in un mondo geometrico, asettico e futuristico, in cui l’ossessione per le celebrità è portata talmente all’estremo che i fan sono disposti a pagare profumatamente per farsi iniettare gli stessi virus che hanno colpito i loro miti. Un modo per appropriarsi di una parte dei loro corpi. A smerciarli è una clinica, che “compra” influenze, herpes e malattie varie dagli stessi divi tramite un semplice prelievo. E Syd March, il protagonista, è uno dei venditori più efficaci, anche sul mercato nero. Ma naturalmente i suoi capi non lo sanno.
Antiviral concentra in due ore una sintesi delle tematiche care a papà David, come l’ossessione per il corpo e le sue trasformazioni, la visione filtrata attraverso gli schermi, un certo gusto morboso per gli elementi devianti e disturbanti.
E nel cast, oltre a una partecipazione di Malcolm McDowell, alcuni giovani talenti in ascesa a Hollywood. Come il protagonista Caleb Landry Jones, corteggiatissimo di X Men: l’inizio, e Sarah Gadon, che compare anche nel cast di Cosmopolis di David Cronenberg (per cui ha recitato pure in A Dangerous Method) e sarà in A Enemy di Denis Villeneuve, accanto a Jake Gyllenhaal e Mélanie Laurent.
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