Falcone: “Del mostro sacro Proietti, mi porto dietro l’umanità”

Falcone dirige ‘Babbo Natale’: “Del mostro sacro Proietti, mi porto dietro l’umanità”


Io sono Babbo Natale”: (oltre che il titolo del film) è davvero una rivelazione quella che il signor Nicola Natalizi – nomen omen -, ovvero Gigi Proietti, fa a Ettore Magni – Marco Giallini –, pregiudicato che circa sei anni fa è finito in galera per rapina, lasciando la moglie, l’attrice Barbara Ronchi, in dolce attesa di Alice (Alice Adamu), che nel frattempo è cresciuta sicura che Luciano (Daniele Pecci) sia il suo papà. 

Questo è il presente, ma la fiaba comincia nel Natale del ’75, quando un bambino, contrariato con Babbo Natale per l’ennesima delusione di non aver ricevuto nessun dono sotto l’albero, gli scrisse sì una letterina, ma manifestando il suo malcontento e, per tal motivo, affermando di voler essere lui Babbo Natale!

Il tempo è passato e da cinquant’anni il signor Nicola vive a Roma, trasferitosi dalla Lapponia dove ormai per la sua importante età c’era davvero un clima troppo freddo: Babbo Natale, come scopriamo nelle primissime sequenze in cui lo stesso fa conoscenza con lo scapestrato e senza scrupoli Ettore, è infatti nato il 13 marzo 1895. 

Il film, dedicato “a Gigi”, è scritto e diretto da Edoardo Falcone, che lo commenta: “L’atmosfera è calda, con un’emotività leggera sparsa nel racconto: volevo evitare un ‘family dolciastro’, per cui sono soddisfatto della resa finale. Sicuramente c’è una mia componente fanciullesca, ma non sono uno che vuole continuare a essere bambino, seppur da quel momento della vita veniamo segnati per quello che ci succede dopo: Gigi sì, aveva davvero uno spirito fanciullesco. Era puntuale, umile e disponibile, i pregi del grande attore, oltre all’entusiasmo e al bisogno di empatizzare con le persone. Al di là del mostro sacro che è, mi porto dietro l’umanità della persona”. 

“Rivederlo è stata una bella botta: Gigi non c’è più”, commenta Giallini. “Io ho imparato da Gigi sin da quando non lo conoscevo: anche se non lo sapevo, succedeva sin da bambino, quando guardavo i film. È stato un privilegio passare un lungo tempo con una persona come lui: Gigi era diventato come un padre; non stava bene, si vedeva ma non immaginavo così…, ma quando partiva il ‘motore’ sembrava un ventenne. Vederlo ridere di quinta era un onore. Mi viene da piangere ma non lo farò e ringrazio il film di avermi fatto diventare amico di Gigi”. 

Io sono Babbo Natale è un film in cui il Natale fanciullesco è lo spunto e il cuore narrativo, una commedia però che per le battute – quasi per niente improvvisate, precisano Falcone e Giallini -, alcuni intercalari e riferimenti, strizza l’occhio ad un pubblico più adulto, capace di coglierle e goderne, mentre il livello fiabesco continua a parlare ai bambini, che sono anche soggetto del film stesso, con Alice, la bimba di Ettore, ignara dell’identità di lui, ma strumento umano, lei, capace di solleticare e stimolare l’angolo più delicato e spontaneo di Magni, essenzialmente un ordinario rapinatore di professione, cui però l’incontro con Babbo Natale permette di decidere di voler più bene a sé stesso, atto primo per mirare alla bontà verso il mondo. Un film non buonista ma di buoni sentimenti, in cui la bellezza d’animo fa rima anche con quella visiva, non solo per la perenne e curata atmosfera natalizia “scenografata” e diffusa per tutto il film, ma anche per alcune suggestive sequenze di volo, anzitutto sopra una magnifica Roma notturna, ma poi anche nei cieli di Parigi e Londra, a bordo della magica slitta di Babbo Gigi, in questo film in una delle sue troppo poco ricorrenti interpretazioni per il cinema, che non abbastanza l’ha corteggiato e valorizzato, questione su cui “lui era tranquillo: era una ferita, rimarginata nel tempo”, racconta il regista, spiegando di averne parlato proprio con Proietti. 

“È stato molto bello incontrare Gigi: ho condiviso una scena esilarante, quella in cui arrivo a casa sua” e lui finge di essere affetto da Alzheimer per aiutare Ettore, spiega Barbara Ronchi. “Mi ha fatto tanto, tanto ridere, forse la persona che più mi ha fatta ridere su un set. Lui aveva tantissima voglia di sapere degli altri, si chiacchierava tantissimo, anche del Globe: mi ha molto colpita l’attenzione verso gli altri”. 

Io sono Babbo Natale – una produzione Lucky Red, 3 Marys Entertainment con Rai Cinema -, uno dei film di Pre-Apertura della Festa del Cinema di Roma, esce in sala il 3 novembre, data scelta anche per celebrare quella di nascita e scomparsa di Gigi Proietti, il 2 novembre (1940-2020). 

 

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